Freedome, la startup delle esperienze outdoor, chiude il Round A con una raccolta totale di 2,5 mln di euro

  • Il round ha visto l’ingresso di una cordata di investitori strategici, istituzionali e business angels, accanto al lead investor Opes Italia SICAF EuVECA
  • I fondi raccolti consentiranno a Freedome di consolidare ulteriormente la presenza sul territorio italiano e avviare l’espansione internazionale
  • Il progetto ha un forte impatto sociale: supporta i piccoli operatori locali e promuove il turismo di prossimità contribuendo alla diffusione di uno stile di vita attivo e salutare

Legnano, 06 giugno 2023 – Freedome, startup innovativa e marketplace di esperienze outdoor leader in Italia accelerata con FOUNDAMENTA #10, chiude un Round Serie A con una raccolta totale di 2,5 mln di euro  e assume la qualifica di “Società Benefit”.

Lead investor è Opes Italia SICAF EuVECA, fondo di Venture Capital che supporta lo sviluppo e la crescita di startup innovative a impatto sociale. Accanto a Opes hanno partecipato all’operazione numerosi Soci, tra cui SocialFare Seed, Bios Line Holding e Premiaweb, che hanno deciso di reinvestire a ulteriore conferma della validità della strategia di crescita portata avanti – in questi anni – dalla startup, diversi Business Angels e nuovi investitori quali EGG SRL, LP Holding e Ad.Astra Fund.

Growth Capital, advisor leader in operazioni di finanza straordinaria per startup e scaleup, ha coordinato l’operazione in qualità di advisor finanziario. Lo Studio SZA, con un team coordinato da Marco Cristiano Petrassi, ha supportato Freedome in qualità di legal advisor.

L’operazione fa parte di un piano di crescita più ampio e include la prima tranche di investimento di 300mila euro, completata da Freedome nel 2022 tramite strumento convertibile, nel perimetro del secondo batch del programma di accelerazione e fundraising A-Road.

Questo funding consentirà all’azienda di consolidare ulteriormente la presenza sul territorio italiano e avviare l’espansione internazionale, ampliare il catalogo delle attività disponibili e integrare l’offerta con servizi sempre più innovativi e di qualità. Con questa operazione Freedome sale a quota 3,5 mln di euro raccolti dalla costituzione della società.

Il CDA è stato rinnovato e allargato, passando da 3 a 5 membri. Riconfermati nella carica di consiglieri i fondatori Michele Mezzanzanica e Manuel Siclari, oltre che Alfredo Lovati, CEO di Beta 80 SPA. Nominati ex novo Elena Casolari, CEO di Opes Italia e Riccardo Zagaria, CEO di Doc Generici.

Che cos’è Freedome

La startup, fondata nel 2019 a Legnano da Michele Mezzanzanica, Manuel Siclari e Simone Ferlisi, e incubata in I3P – l’incubatore di imprese innovative del Politecnico di Torino – ha sviluppato una piattaforma che aggrega e rende facilmente fruibili le migliori attività outdoor. Oggi, si posiziona come una delle realtà di riferimento per le attività sportive e ricreative all’aperto: Freedome è infatti il servizio verticale sull’outdoor con il catalogo più esaustivo in Italia: 2.800 attività offerte da oltre 800 operatori professionali; dalla sua fondazione ha registrato la partecipazione di oltre 100.000 persone, di cui quasi 60.000 solo nell’ultimo anno. Il catalogo della startup spazia dalle escursioni sui sentieri di montagna, alle cavalcate nei boschi, dalle arrampicate su pareti ghiacciate al rafting e poi diving, kayak, kitesurf, ebike, parapendio, mongolfiera, zipline, escursioni in barca, ciaspolate, sci, snowboard e molto altro.

L’offerta e l’impatto sociale di Freedome

Il progetto ha inoltre un forte impatto sociale: da un lato, supporta i piccoli operatori locali, che spesso operano in aree rurali del nostro Paese e che, senza una vetrina digitale così innovativa, avrebbero un potenziale di visibilità e di crescita sensibilmente inferiore. Dall’altro lato, promuove il turismo di prossimità attraverso esperienze locali, valorizzando il patrimonio naturalistico del Paese e riducendo l’impatto ambientale. Inoltre, Freedome contribuisce alla diffusione di uno stile di vita attivo, salutare e orientato alla socialità tramite la promozione di esperienze sportive, ricreative o turistiche, svolte in gruppo e a contatto con la natura. Coerentemente con la propria vocazione sociale, nel contesto del round di finanziamento Freedome ha acquisito la qualifica di “Società Benefit”.

L’offerta di Freedome risponde al crescente desiderio delle persone di vivere esperienze di qualità, all’aria aperta e a contatto con la natura. Come infatti emerge dagli studi di mercato, vi è una crescente domanda di attività open air da parte delle persone: si stima che entro il 2030, il mercato globale dell’adventure travel raggiungerà 1 trilione di dollari, con un CAGR del 15% tra il 2022 e il 2030[1].

 

Questa raccolta ci consentirà di rafforzare ulteriormente il posizionamento di Freedome in Italia e accelerare la nostra strategia di sviluppo. Essere supportati da investitori così autorevoli conferma la validità della nostra soluzione, che mira sia a innovare un settore come quello dell’outdoor, un mercato dal grande potenziale spesso non valorizzato a causa della mancanza di soluzioni al passo con i tempi, sia a promuovere una nuova concezione di turismo e tempo libero, più responsabile, sostenibile e di qualità”, dichiara Michele Mezzanzanica, co-CEO e founder di Freedome.

 “Continueremo a supportare i piccoli operatori locali dell’outdoor, in particolare nel Sud Italia e nelle aree interne del Paese, prima di espanderci sui mercati internazionali a livello europeo. Proseguiremo a lavorare per realizzare la nostra visione: permettere a chiunque di sfruttare al meglio il proprio tempo libero vivendo avventure indimenticabili”, dichiara Manuel Siclari, co-CEO e founder di Freedome.

Abbiamo visto in Freedome la solidità di un team coeso e appassionato che si è distinto per scelte mature e coraggiose e, la potenzialità di incidere sul problema della polarizzazione delle opportunità nelle aree interne che rappresentano quasi il 60% dell’intero Paese.  Crediamo che la proposta di Freedome nel promuovere  uno stile di turismo più lento e in armonia con la natura possa posizionare la società come leader nel settore”, dichiara Elena Casolari, CEO di Opes Italia.

 

 

[1] Grand View Research – Adventure Tourism Market Size, Share & Trends Analysis, 2022

La scuola di politica per le leader di domani: il progetto Prime Minister

Cresce con Prime Minister la comunità di adolescenti che si preparano a diventare leader

La scuola di politica per giovani donne Prime Minister dà il via a quattro nuove edizioni a Asti, Ivrea, Savona e Torino, le prime città del Nord Italia con il sostegno della Fondazione Compagnia di San Paolo. Fra i partner SocialFare, che accompagnerà gli stakeholder nel riconoscere e valutare i propri risultati in termini di impatto positivo generato.

Martedì 1 marzo si è tenuta la conferenza stampa di presentazione del progetto che ha l’obiettivo di creare una comunità più coesa sia a livello locale, sia generazionale e di genere.

La politica che vogliamo: giovane e donna

La Scuola scommette sulle giovani leader, le “Prime Minister” di domani, per generare un impatto di medio e lungo periodo sull’intero Paese.  Le studentesse della Scuola vivranno un’esperienza di empowerment, che passa dal rafforzamento delle loro conoscenze e competenze trasversali, e crea una comunità pronta a sostenerle: a loro sarà offerto un percorso di formazione extrascolastico sui temi degli SDGs e sul ruolo dell’attivismo civico e politico.

L’iniziativa dà seguito all’esperienza già maturata nelle prime sei scuole a Favara (AG), Napoli, Roma, Rieti e in Puglia e Basilicata per un totale di 9 edizioni con 500 studentesse.

Come spiega Denise Di Dio, presidente di Prime Minister:

Con la Scuola facciamo due cose: accompagniamo ragazze tra i 14 e i 19 anni in un percorso di formazione, ispirazione e scoperta della Politica e delle proprie capacità di leadership, e costruiamo comunità nelle quali queste ragazze diventano protagoniste, attiviste civiche che con le loro idee e proposte contribuiscono – da oggi – a migliorare ciò che gli sta intorno. Questa esigenza di partecipazione giovanile e femminile è sentita ovunque in Italia; ecco perché, dopo le edizioni nel sud e nel centro Italia oggi lanciamo le Scuole di Asti, Ivrea, Savona e Torino, mentre continuiamo a lavorare per arrivare in altre regioni.

Le nuove sedi 

Le neo scuole – in partenza dal 9 aprile – sono accolte e coordinate da realtà culturali attente al protagonismo dei giovani, alla parità di genere e di opportunità: a Torino con il Polo del ‘900, per Asti Fondazione Goria, a Ivrea negli spazi dell’Adriano Olivetti Leadership Institute e in provincia di Savona con la Fondazione Color Your Life di Loano e il supporto di SocialFare e Social Community Theater.

Così è intervenuta Laura Orestano, CEO di SocialFare:

Prime Minister è un’azione concreta in risposta ad una sfida concreta: sviluppare leadership femminile. Partire dalle giovani studentesse significa partire dal percorso chiave di apprendimento di soft skills che vanno conosciute, riconosciute, praticate e consolidate e la scuola con Prime Minister diventa parte della risposta all’urgenza italiana di sviluppare una leadership inclusiva, diversa, nuova, ambiziosa, fatta di donne. SocialFare è grata per il ruolo che svolgerà all’interno del progetto: accompagnare gli stakeholder nel riconoscere e valutare i propri risultati in termini di impatto positivo generato.

Le iscrizioni alle nuove edizioni Prime Minister sono aperte dal 1 al 26 marzo 2022. Bando e form d’iscrizione sono disponibili sul sito www.primeminister.it. Per ulteriori informazioni info@primeminister.it.

PRIME MINISTER è un progetto realizzato con il supporto di Fondazione Compagnia San Paolo. In partnership con:

  • POLO DEL ‘900 – Torino
  • FONDAZIONE GORIA – Asti
  • ADRIANO OLIVETTI LEADERSHIP INSTITUTE – Ivrea
  • FONDAZIONE COLOR YOUR LIFE – Savona
  • SOCIAL COMMUNITY THEATRE CENTRE
  • SOCIALFARE

 

GrandUP: 10 progetti innovativi per il territorio di Cuneo

Una giuria ha premiato i 10 team più promettenti a conclusione del percorso GrandUP! Imprese

Cuneo, 9 febbraio 2021 – Si è conclusa una nuova fase di GrandUp! Generiamo impatto sociale, il programma di accelerazione territoriale dedicato alla provincia di Cuneo promosso dalla Fondazione CRC in collaborazione con la Camera di Commercio di Cuneo e con la partnership tecnica di SocialFare | Centro per l’Innovazione Sociale.Avviato nella primavera 2020 con una call aperta al territorio, il percorso GrandUP! Imprese ha visto il coinvolgimento di 23 team selezionati, di cui 18 hanno portato a termine il percorso suddivisi in 3 “classi”, per un totale di 265 ore di formazione teorico/pratica guidata dagli esperti di Innovazione Sociale di SocialFare.

La giuria che ha valutato i progetti – composta da Davide Merlino (Consigliere di Amministrazione di Fondazione CRC), Andrea Silvestri (Direttore Generale di Fondazione CRC), Enea Cesana (Responsabile Settore Attività Istituzionale di Fondazione CRC), Fabrizio Clerico (Componente del CISeM – Comitato per l’Imprenditorialità Sociale e il Microcredito e Consigliere della Camera di Commercio di Cuneo), Laura Orestano (CEO di SocialFare), Marco Cornetto (Social Business Developer di SocialFare) e Giuliana Gheza (Social/Service Designer di SocialFare) – ha selezionato i 10 team che accederanno al Granda Opportunity Day, l’evento in programma a fine primavera 2021 in cui le progettualità sviluppate durante il percorso verranno presentate a una giuria di potenziali investitori del mondo della Finanza a Impatto, già coinvolti lo scorso ottobre nel corso dell’evento “GrandUP! La finanza a impatto incontra il territorio”.

La giornata potrebbe anche essere occasione per accedere a FOUNDAMENTA, il programma di accelerazione per startup a impatto sociale di SocialFare, come già accaduto in occasione della scorsa edizione di GrandUP! con i progetti Humus ed Ecostalla.

Queste le progettualità selezionate che accederanno all’evento:

  • 8 PARI
  • La Casa di Peter Pan
  • Paraloup
  • Seila waste innovation
  • Nuovi Mondi
  • Nuove Frontiere Educative
  • Andirivieni cohousing agricolo
  • Gateway la porta dell’inclusione
  • Cultourism cultura – eventi – turismo
  • Il bosco come scuola, il bosco come risorsa

5 progetti sono stati inoltre premiati con un cash wallet di 4.000 euro ciascuno, da investire secondo obiettivi e modalità da concordare con la Fondazione CRC:

  • 8 PARI
  • Seila waste innovation
  • Andirivieni cohousing agricolo
  • Nuovi Mondi
  • Nuove Frontiere Educative

Il percorso di crescita dei 10 team selezionati prosegue dunque nei prossimi mesi con un’attività di affiancamento in preparazione al Granda Opportunity Day di fine primavera.

A questo link le schede di presentazione di tutti i progetti che hanno seguito il percorso GrandUP! Imprese nelle due edizioni (2018-2020).

10° Social Impact Investor Day: le nuove startup di SocialFare si presentano agli investitori!

Torino, 21.01.2021 – Si è conclusa la 10° edizione di FOUNDAMENTA, il nostro programma di accelerazione per startup a impatto sociale!
I team di JoJollyFreedome, e Aqura/Mosaic si sono presentati al nostro network di investitori in un evento totalmente online.
L’evento è stato introdotto dal panel “IMPACT MAKING. Investire in imprese a impatto sociale: scenari nazionali ed internazionali” moderato da Laura Orestano, CEO di SocialFare, con ospiti:
  • Vincenzo Durante (Responsabile Area Occupazione Invitalia)
  • Giovanni Ravina (Chief innovation officer di Engie Eps)
  • Sertac Yeltekin (Fund Manager di ZingForce, Singapore)
Agli speaker il nostro caloroso ringraziamento per il prezioso contributo apportato all’iniziativa.
A seguire la gallery con alcuni scatti del backstage nelle diverse stanze della nostra sede Rinascimenti Sociali, in cui sono state allestite (in totale sicurezza) le postazioni per la regia e per i team presenti.
Foto by Giusti Eventi
— Clicca su un’immagine per vedere lo slideshow —

#ImpactStories / Interviste

Come cambierà nel prossimo futuro il contesto socio-economico in cui viviamo e operiamo?
Quale può e deve essere il nuovo ruolo dell’Innovazione Sociale durante e post emergenza Covid-19?

Ecco cosa ci hanno detto alcuni componenti del nostro Consiglio di Amministrazione:

Intervista a Don Danilo Magni, Presidente Onorario di SocialFare:

 

Intervista a Giulia Scagliarini, Consigliera di Amministrazione di SocialFare:

_ Come cambierà nel prossimo futuro il contesto socioeconomico in cui viviamo e operiamo?

L’attuale pandemia del coronavirus (Covid-19) sta avendo fortissimi impatti sanitari, economici e psicologici che rischiano di causare maggiori danni a coloro che già si trovano tra le categorie più deboli. Questa emergenza ha messo in luce alcune fragilità del nostro sistema, ma può e deve essere anche un’opportunità di innovazione, non soltanto tecnologica ma soprattutto sociale e di processo, auspicando che l’innovazione sia promossa e raccolta anche dalle Istituzioni perché diventi trasformativa delle politiche e dei modelli di servizio.

_ Che ruolo possono avere gli Innovatori Sociali, le istituzioni, gli investitori?

La crisi che nel brevissimo va affrontata è quella sanitaria, ma per rispondere adeguatamente anche a quella economica e sociale è necessario catturare i bisogni emergenti nel breve con uno sguardo al medio/lungo periodo, facendo co-progettazione e ripensando i modelli organizzativi in modo resiliente, puntando sullo sviluppo delle competenze e su azioni di accompagnamento al cambiamento. Ad esempio la Compagnia di San Paolo ha agito in questa direzione mettendo in campo interventi di carattere emergenziale finalizzati a mitigare le situazioni più complesse dal punto di vista sociale, educativo, culturale, accanto ad interventi di medio termine e azioni di sistema che guardano al post crisi.

Questa crisi poi, come scrive il CEO del GIIN, indica chiaramente anche l’urgente necessità del lavoro della comunità di investitori a impatto globale. Nel medio periodo saranno necessari investimenti in tecnologie, nuove soluzioni e cambiamenti sistemici che mirino a costruire un mondo più resiliente e capace di affrontare le grandi sfide globali che anche l’Agenda 2030 ci pone.

ILO Entrepreneurship Weeks (IEW) | Turin, 15-24 october 2018

About the IEW

The ILO Entrepreneurship Weeks (IEW) are a modular training programme developed by the International Labour Organisation (ILO) and its partners to promote entrepreneurial growth and to strengthen the development of enterprise ecosystems worldwide.

The IEW offer participants a flexible and tailor-made learning experience across the spectrum of entrepreneurship-related tools and topics.  Combined with innovative side events, study visits and networking gatherings, the IEW connect participants with entrepreneurs, business associations and policy makers to exchange knowledge, generate new ideas and explore opportunities.

What will you learn during the IEW

Micro, small and medium-sized enterprises (MSMEs) are the engines of our economies. Research shows that the majority of jobs in the world are created by MSMEs and that small firms drive regional economic performance by creating knowledge spillovers, trading new goods and services and stimulating innovation. Promoting entrepreneurship and supporting incumbent firms has therefore become a prominent feature of national development planning.

The IEW will introduce participants to entrepreneurship-related tools and topics that account for the diversity of the entrepreneurship phenomena across contexts. By choosing one out of three options, participants can individualise their learning paths and select the training content most relevant to them. 

You can choose to attend 2 or 3 modules, and the topic that interests you the most in each module.

More about the trainig programme

How will you learn at the IEW

The IEW combine expert input with applied learning methodologies. Participants will be exposed to group-based learning methods, including expert presentations, case studies and study visits, to ensure a high-quality learning experience.

Special emphasis is put on informal learning and knowledge exchange during side events and network gatherings.

 

Info

Location: International Training Centre of the ILO in Turin, Italy

Deadline for applications: 07 September 2018

Contact: enterprise@itcilo.org

Service Designer | Entra a far parte del nostro team!

SocialFare, Centro per l’Innovazione Sociale, ha lanciato un veicolo di investimento seed (SocialFare Seed) ed è giunto alla quinta edizione del suo programma di accelerazione per startup ad impatto sociale (FOUNDAMENTA#5).

Il crescere delle attività richiede un ampliamento del team di accelerazione.

Competenze richieste:

Pertanto SocialFare è alla ricerca di una nuova risorsa che:

  • lavori a stretto contatto con il team di gestione per supportare tutti gli aspetti del programma di accelerazione (call, selezione, accelerazione, organizzazione investor day, etc.);
  • sia di supporto nello sviluppo prodotto/servizio delle startup accelerate.

Lavorando con il team SocialFare, il candidato avrà l’opportunità di:

  • Lavorare in un settore in rapida espansione;
  • Lavorare in un ambiente lavoro estremamente professionale, giovane e dinamico;
  • Entrare in contatto con un ampio network di startup, mentor e imprenditori, aziende, fondazioni, business angel, fondi di investimento, enti di ricerca leader nel settore dell’innovazione sociale in Italia e in Europa;
  • Analizzare e approfondire oltre 300 diverse progettualità all’anno;
  • Apprendere, praticare ed evolvere le proprie expertise;
  • Collaborare su prodotti e servizi che generino reale impatto sociale

Il candidato sarà esposto ad un ambiente di lavoro estremamente professionale, giovane e dinamico.

Il candidato/a ideale dovrà possedere i seguenti requisiti:

    • Laurea magistrale in una delle seguenti discipline: Service Design, Systemic Design;
    • Esperienza nel campo del service e product development;
    • Forte passione per il mondo delle startup;
    • Esperienza nel campo dell’innovazione sociale;
    • Buone conoscenze del pacchetto office e programmi di grafica;
    • Buone doti comunicative, analitiche e capacità di problem solving;
    • Forti capacità organizzative e di gestione del tempo, con attenzione ai dettagli;
    • Capacità di lavorare sia in autonomia sia in gruppo;
    • Ottima conoscenza della lingua inglese.

Durata del contratto:

Contratto a tempo indeterminato preceduto da periodo di prova o stage.

Retribuzione:

Commisurata all’esperienza.

Application deadline    21 Gennaio 2018

Starting date                     Febbraio 2018

Come applicare:

laura.orestano@socialfare.org con oggetto “Candidatura Service Designer– Nome_Cognome” allegando:

  • Curriculum vitae;
  • Lettera motivazionale.

Business Analyst | Entra a far parte del nostro team!

SocialFare, Centro per l’Innovazione Sociale, sta lanciando il suo quarto programma di accelerazione e un veicolo di investimento seed per startup ad impatto sociale.

Il crescere delle attività richiede un ampliamento del team di accelerazione.

Pertanto SocialFare è alla ricerca di una nuova risorsa che:

  • lavori a stretto contatto con il team di gestione per supportare tutti gli aspetti del programma di accelerazione (call, selezione, accelerazione, organizzazione investor day, etc.);
  • sia di supporto nella preparazione della documentazione a supporto per la realizzazione e finalizzazione degli investimenti (project management, contrattualistica, investment monitoring, reporting);
  • sia di supporto nell’analisi e nella realizzazione di business plan e financials per le startup.

Competenze richieste:

Il candidato/a ideale dovrà possedere i seguenti requisiti:

  • neolaureato oppure fino a tre anni di esperienza;
  • laurea in economia, ingegneria gestionale oppure in materie scientifiche;
  • forte passione per il mondo startup e tecnologie informatiche;
  • forte passione per la social innovation;
  • buone conoscenze di Excel e Powerpoint;
  • buone doti comunicative, analitiche e capacità di problem solving;
  • capacità di lavorare sia in autonomia sia in gruppo;
  • buona conoscenza della lingua inglese.

Il candidato sarà esposto ad un ambiente di lavoro estremamente professionale, giovane e dinamico.

Durata del contratto:

Contratto a tempo indeterminato preceduto da periodo di prova o stage.

Retribuzione:

Commisurata all’esperienza.

Luogo:

Presso Rinascimenti Sociali.
Via Maria Vittoria 38, Torino.

Come applicare:

Inviare una mail a monica.paolizzi@socialfare.org con oggetto “Candidatura per posizione: Business Analyst”.
Allegare CV insieme ad una lettera di presentazione/motivazione.

L’importanza dei corpi intermedi nei processi di Innovazione Sociale

Rendere le città e le comunità sicure, inclusive, resistenti e sostenibili.

SocialFare® | Centro per l’Innovazione Sociale è tra i corpi intermedi presentati dalla ricerca “L’Innovazione Sociale e i Comuni: istruzioni per l’uso”, enti capaci di generare convergenza e favorire lo sviluppo di servizi e soluzioni innovative alle più pressanti sfide sociali che si propongono nelle città.

 

Nuovi concetti e nuove parole chiave hanno iniziato ad animare il lessico delle politiche pubbliche e del governo: smart city, social innovation, sharing economy, co-design, civic hacking, crowdfunding. Un vasto insieme di valori e pratiche analizzate dall’indagine “L’Innovazione Sociale e i Comuni: istruzioni per l’uso“, condotta nell’ambito della collaborazione tra ANG, ANCI e Fondazione IFEL.

L’accezione di Innovazione Sociale che i ricercatori ANCI Massimo Allulli, Annalisa Gramigna, Valentina Piersanti – coordinati da Paolo Testa- hanno scelto è ripresa dall’OCSE (2011), che definisce l’Innovazione Sociale come il processo che soddisfa i “nuovi bisogni che non hanno ancora trovato risposta nel mercato” e di creazione di “nuovi, più soddisfacenti modi di integrazione dell’offerta esistente tramite il coinvolgimento delle persone nella produzione”. Motivo di interesse per questi processi è in primo luogo il cambiamento nelle relazioni sociali e la maggiore inclusione generata nei processi di governance (come osservato da Moulaert, 2013).

La ricerca, che ha coinvolto 40 testimoni privilegiati, oltre 200 tra assessori, esperti ed innovatori, e mappato più di 1000 progetti su tutto il territorio nazionale, restituisce un quadro dinamico e complesso nel quale l’innovazione sociale calata in questo ambito cessa di essere un concetto astratto o una mera pratica di sopravvivenza urbana, per iniziare a modificare processi decisionali locali e politiche urbane. Ma attraverso quali vie i comuni possono avvicinarsi a questo ecosistema?

In accordo con la definizione OCSE, le innovazioni sociali analizzate vengono lette in funzione dei bisogni che le hanno generate, partendo da quelli primari: mangiare, abitare, lavorare, muoversi e partecipare. Ciò che ne emerge è un articolato puzzle del cambiamento fatto di nuove forme organizzative, progetti e soluzioni già attive in diversi comuni italiani. Proposte eterogenee sia per struttura che per modelli di sostenibilità, che vanno dal volontariato alla creazione di start-up a impatto sociale. A fronte dello scenario così delineato il ruolo dei Comuni è costretto a superare l’approccio delle politiche verticali, accogliendo una nuova logica di co-creazione orientata alla messa a valore delle esperienze.

L’Unione Europea è il livello istituzionale che per primo e con maggiore continuità ha prodotto iniziative e politiche per favorire l’innovazione sociale. L’ingresso della Social Innovation nell’agenda politico-istituzionale italiana è avvenuto nel passato periodo di programmazione, con un lieve ritardo rispetto alle riflessioni europee, ma con un significativo slancio iniziale. A dare gambe alla social innovation made in Italy nella fase iniziale sono state, infatti, iniziative del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, del Ministero dello Sviluppo Economico, dell’Agenzia per della Coesione Territoriale.

Una dimensione economica che ha cercato in startupper e terzo settore un potenziale rilancio delle economie locali. Con la nuova stagione delle politiche nazionali, la traiettoria sembra cambiare: il tema dell’innovazione sociale e i suoi protagonisti rientrano ora in una cornice più ampia, che include anche le politiche del lavoro, le politiche sociali e le politiche urbane e che riporta al centro del nuovo schema d’azione gli enti con le proprie specifiche competenze istituzionali. Torino e Milano sono le città di riferimento per queste prime sperimentazioni.

Tra i driver che stanno spingendo l’innovazione sociale un ruolo di primo piano è rivestito dai soggetti intermedi e dalla finanza sociale.

“Hanno nomi poco evocativi (SocialFare®, ItaliaCamp, Rena, Rural Hub, Talent Garden, LabGov, Ashoka, Toolbox, Avanzi, TopIX, ecc.) e sfuggono alla possibilità di essere identificati sulla base di una particolare forma giuridica. Ciò che le caratterizza è, invece, l’appartenenza ad uno stesso sistema culturale riconoscibili da alcuni elementi peculiari: la scelta del modello della rete come riferimento organizzativo e relazionale; i metodi che stanno alla base della loro azione (il co-design per la progettazione delle politiche ma anche dei servizi, la condivisione, la co-produzione, ecc.); la loro informale appartenenza a club internazionali; il linguaggio utilizzato; la loro attitudine hacker.”

Dall’analisi effettuata nei focus territoriali appare chiaro che la loro presenza tra gli attori dell’ecosistema locale può fare la differenza in termini di velocità, modalità e occasioni, del cambiamento. Ma chi sono? Si tratta di soggetti che sono, di fatto, nuovi “corpi intermedi” e “soggetti aggregatori”. Sono organizzazioni che hanno funzioni ibride all’interno dell’ecosistema dell’innovazione sociale, contribuiscono all’ecosistema, lo determinano nelle sue caratteristiche specifiche, si relazionano – tra loro, con le amministrazioni, con altre organizzazioni – generando vari effetti: nuovo lavoro, innovazioni tecnologiche, soluzioni di servizio innovative, ecc.

SocialFare® ha la funzione di corpo intermedio anche nel far incontrare domanda e offerta nell’ambito della finanza a impatto, come nel caso del Social Impact Investor Day. Questa nuova branca della finanza, di cui avevamo già parlato con il professor Alessandro Lanteri, nasce sullo stimolo del crescente gap tra bisogni sociali e spesa pubblica (come evidenziato dal Rapporto della Social Impact Investment Task Force che stimava il gap tra bisogni sociali e spesa pubblica attorno ai 50 miliardi di euro nelle proiezioni per il periodo 2014-2020) . Per questa ragione entrano in gioco nuovi soggetti finanziari e nuovi strumenti di finanza a impatto sociale, caratterizzati dalla capacità di considerare l’investimento rispetto a una logica che mette sullo stesso livello la natura economica e quella sociale dell’iniziativa, in modo da favorire interventi economicamente sostenibili nel tempo in grado anche di creare vantaggi per il territorio e per le comunità. Un mercato ibrido tra filantropia e finanza che coinvolge intermediari finanziari ed enti locali, Pmi e grandi imprese, organizzazioni non profit e società civile.

Il rapporto di ricerca si chiude con alcune raccomandazioni avanzate ai comuni da esperti, innovatori, coworker, dirigenti, startupper, accademici, politici, ecc., coinvolti nell’indagine. Una ricerca utile ad osservare come le proposte dal basso, l’innovazione sociale e le politiche territoriali stiano dando forma al cambiamento: scarica qui la ricerca completa.