Re-purposing Places. Spazi di senso | Dare senso agli spazi

Quali rapporti fra spazi e societàNelle nostre città tanti sono gli spazi che devono (ri)trovare un senso, assumere una funzione magari diversa da quella per cui sono nati, sapendosi reinventare in risposta alla domanda di innovazione e servizi da parte di comunità molteplici e diverse.

Ne abbiamo parlato mercoledì 22 giugno 2022 in Rinascimenti Sociali, la sede torinese di SocialFare che è anche luogo di convergenza per la nostra rete di partner, nel corso dell’evento Re-purposing Places. Spazi di senso | Dare senso agli spazi. 

Abbiamo affrontato il tema da prospettive differenti con un panel interdisciplinare moderato dalla nostra AD Laura Orestano. Questi gli interventi:

  • Filippo Barbera, professore di Sociologia Economica, UniTo
    Spazi di futuro: la capacità di aspirare e il noi assente
  • Elena Carmagnani, architetta e co-founder di OrtiAlti
    Spazi alti, spazi altri: esperienze di collective sense-making
  • Matteo Robiglio, architetto, founder di Homers, Presidente Fondazione Impact Housing
    Spazi abbandonati che diventano nuovo abitare
  • Elisa Saggiorato, Responsabile Missione Abitare – Obiettivo Persone, Fondazione Compagnia di San Paolo
    Spazi digitali e spazi fisici: nuove interazioni per l’abitare sociale
  • Antonella Parigi, founder di Torino Città per le Donne
    Quale spazio per le donne nella politica delle città?

Gli spazi urbani dovrebbero recuperare la funzione perduta di luoghi condivisi in cui ciascun individuo trovi possibilità di “mettere in scena”, esprimere e condividere nella sfera pubblica il proprio essere cittadino, parte di una comunità: lo ha spiegato Filippo Barbera, ricordando l’importanza di dare spazio a tutti, valorizzando l’eterogeneità, la differenza che porta valore a scapito della tendenza all’omologazione che invece impoverisce. Questa anche la funzione dell’Innovazione Sociale, che per definizione innova e si nutre di “dissonanze” dando spazio a idee e soggetti anche marginali, a beneficio della collettività.  

Restituire senso alla realtà, ricostruire il significato di qualcosa attraverso una narrazione collettiva: questo è quello che si intende per sense-making, di cui ci ha parlato Elena Carmagnani raccontando una serie di buone prassi avviate in questi anni a Torino in aree urbane che hanno trovato un significato e una funzione nuova grazie a progetti come Beeozanam, Cucine del borgo, Microbosco, Orto WOW, Prima o poi sarai mia.

Anche Matteo Robiglio – founder di Homers, accelerata nel 2019 da SocialFare – ha portato una carrellata di esperienze di successo nel recupero di spazi abbandonati. “Per noi esseri umani è istintivamente immorale lasciare che un luogo creato per fare o produrre qualcosa resti inutilizzato e perda il suo senso” – ha detto Matteo, richiamando anche fatti storici come l’occupazione delle terre incolte a Portella della Ginestra nel 1947 o il movimento dei Diggers, i gruppi che ai tempi della rivoluzione inglese si unirono per lavorare le terre comuni secondo principi comunitari. Homers nasce proprio per restituire senso a edifici cittadini abbandonati, costruendo nuovi modelli di uso degli spazi che mirano a trovare un punto di equilibrio fra la dimensione individuale e quella collettiva, fra l’esigenza di vivere in città e il desiderio di spazi aperti, ecologici e sostenibili.

Parlare di spazi urbani significa anche e necessariamente affrontare il tema del bisogno di spazio per chi non ce l’ha, e quindi delle problematiche abitative. “Dal 2010 abbiamo iniziato a ricevere un numero crescente di richieste di aiuto su questo tema – ha raccontato Elisa Saggiorato, spiegando come questo tipo di domanda abbia portato la Fondazione Compagnia di San Paolo a scegliere di attivarsi con una risposta strutturata. Nasce così la piattaforma https://ioabitosocial.it/ che ha l’obiettivo di supportare chi cerca una soluzione abitativa temporanea di housing sociale, legata a un’esigenza specifica o a un problema contingente. La piattaforma si rivolge a persone in stress abitativo, studenti, professionisti che hanno bisogno di una sistemazione temporanea, anziani, giovani coppie e nel tempo ha favorito anche la creazione di una comunità più solida fra i gestori delle strutture abitative permettendo loro di fare rete per meglio rispondere alle richieste dei cittadini che cercano una sistemazione. 

Ma lo spazio non è soltanto un luogo fisico: è anche spazio d’azione, di espressione, di attenzione e visibilità per interessi, bisogni, istanze differenti in una società. Lo sa bene Antonella Parigi, che ha raccontato come l’associazione TOxD (Torino Città per le Donne) sia nata proprio per creare spazio per parlare di parità di genere, un problema urgente – evidenziato da numeri spietati – che non riguarda solo le donne, bensì l’intera società. Come si può parlare di sviluppo in un paese in cui (almeno) il 50% delle persone non è rappresentato nelle posizioni di leadership e policy making? 400 donne e uomini hanno dato vita nel 2020 all’associazione, con l’intenzione di affrontare il problema iniziando a ragionare sulle città e sul proprio territorio.
Il Consiglio Regionale piemontese è costituito da 51 uomini e soltanto 8 donne: da qui l’idea di promuovere una raccolta firme per cambiare la legge elettorale regionale. Il Piemonte è infatti l’unica regione italiana non a statuto speciale che non prevede la doppia preferenza di genere nell’elezione del Consiglio, nonostante la normativa statale lo impogna già da molti anni. Mancano al momento circa 200 firme per raggiungere l’obiettivo di 8mila. 

L’evento del 22 giugno è stato anche occasione per inaugurare gli spazi recentemente rinnovati di Rinascimenti Sociali, luogo di rete e convergenza per l’Innovazione Sociale che dal 2015 trova casa nel centro storico di Torino, in una posizione strategica a due passi da piazza Vittorio Veneto, facilmente accessibile anche da fuori città. La location di 2.000 metri quadrati ospita uffici, luoghi di lavoro condiviso e attività come workshop ed eventi, coinvolgendo un network di oltre 50 partner locali, nazionali e internazionali, agendo da connettore, luogo del sapere e stimolo per la nascita di collaborazioni ibride orientate a generare impatto sociale positivo per la collettività.
Rinascimenti Sociali è inoltre la sede di riferimento dei programmi di accelerazione di impresa e conoscenza di SocialFare, che nel loro complesso hanno coinvolto ad oggi 86 startup, 500 team/organizzazioni e 32mila beneficiari.

 

La scuola che innova: si apre il dibattito nell’ambito di GrandUP!

Può la scuola innescare processi di cambiamento e di innovazione a beneficio della collettività? Quale ruolo per i ragazzi e per gli insegnanti, preziose antenne sul territorio e potenziali innovatori? Quali alleanze con il sistema scolastico e con gli enti pubblico-privati per supportare lo sviluppo di idee nuove in risposta alle esigenze delle comunità locali?

L’ambiente scuola dovrebbe stimolare anche a uscire dalla scuola stessa, a guardarsi intorno. Facciamo sì che la scuola sia un incubatore di idee, che permetta un apprendimento anche informale, uno scambio di idee e riflessioni.

Alberto Sanino, studente e rappresentante della
Consulta provinciale degli studenti di Cuneo

Ne abbiamo parlato lunedì 30 maggio 2022 nello Spazio Incontri della Fondazione CRC, a Cuneo, nell’ambito dell’evento La scuola che innova, verso una società sostenibile. Racconti, ispirazioni e scenari di Innovazione Sociale fra i banchi di scuola: un’occasione per tirare le fila del percorso sperimentale GrandUP! IMPACT Magister e annunciare l’avvio della terza edizione di GrandUP! IMPACT Scuole. 

Di cosa si tratta?
GrandUP! IMPACT è il progetto della Fondazione CRC in collaborazione con SocialFare che dal 2018 ci vede impegnati in molteplici azioni volte a sviluppare l’ecosistema locale e valorizzare la provincia di Cuneo come territorio di Innovazione Sociale riconosciuto e attrattivo per investimenti, progettualità e imprese a impatto sociale. Quasi 2mila persone sono state finora direttamente coinvolte in 1.700+ ore di attività laboratoriali, formative e di co-progettazione insieme ai nostri esperti attraverso le diverse iniziative di GrandUP! IMPACT rivolte a nuove imprese a impatto sociale, futuri imprenditori di montagna, organizzazioni del Terzo Settore, scuole, enti pubblici, cittadini interessati.

In particolare, con le prime due edizioni di GrandUP! IMPACT Scuole abbiamo portato la progettazione sociale in 13 istituti superiori del cuneese, lavorando con 520 studenti in percorsi da 25 o 50 ore per ogni classe. I ragazzi hanno lavorato in team dando forma a un centinaio di idee progettuali volte a rispondere a specifiche esigenze collettive – in termini di inclusione sociale, sostenibilità ambientale, opportunità culturali, (…) – rilevate nella propria scuola o comunità di appartenenza. Alcune fra queste hanno vinto anche dei premi* (vedi qui). 

GrandUP! IMPACT Magister, il primo programma di accelerazione in Italia che porta i docenti delle scuole superiori ad essere attori e co-designer di innovazione sociale, è la naturale evoluzione dei progetti GrandUP! IMPACT Scuole. Lavorando in aula, a stretto contatto con i ragazzi, abbiamo infatti incontrato docenti recettivi, interessati e motivati a prendere spunto dal nostro approccio progettuale per farsi a loro volta promotori di nuovi modelli formativi, orientati a coinvolgere i ragazzi attraverso metodi che valorizzino il loro potenziale di innovatori e offrano la possibilità di mettersi in gioco lavorando su tematiche attuali, sentite, come il cambiamento climatico, gli SDGs, l’inclusione e l’integrazione culturale. 

Grazie alla Fondazione CRC, che anche in questo caso ha dato fiducia alla nostra capacità di sperimentare, nel a.s. 2021-22 abbiamo coinvolto 14 docenti di 3 istituti (IIS Baruffi di Ceva e Ormea, IIS Denina Pellico Rivoira di Saluzzo e IIS Vallauri di Fossano) della provincia di Cuneo in un percorso di formazione che permetta loro di padroneggiare e portare in aula alcuni strumenti e approcci progettuali tipici del Social Innovation Design. Un nuovo toolkit utile agli insegnanti per stimolare nei ragazzi la capacità di co-progettazione, una skill sempre più preziosa nella vita lavorativa e relazionale di ciascuno, determinante nel valorizzare l’intelligenza collettiva, nel permettere di comprendere le sfide più attuali della società e di elaborare soluzioni e idee innovative.

“È stato un percorso impegnativo e anche difficile – ha raccontato il prof. Claudio Cavallotto dell’IISS Vallauri di Fossano – soprattuto quando si è arrivati al cuore del percorso, la prototipazione. Ci sono stati momenti in cui si è pensato di non riuscire a stare al passo, ma la sfida è valsa la pena, è stato davvero interessante, perché forse per la prima volta con questi percorsi abbiamo davvero toccato con mano i problemi della scuola, cercando di lavorare tutti insieme e di coinvolgere tutte le figure interessate. Naturalmente questo deve essere un punto di partenza e non di arrivo: cercheremo davvero di portare avanti le idee venute fuori grazie al lavoro con gli esperti di SocialFare e GrandUP!”.

 

“A scuola, trovarsi a lavorare in gruppo in realtà non è così consueto – ha aggiunto il prof. Massimo Digennaro dell’Istituto Baruffi di Ceva – perché se è vero che ci sono le riunioni collegiali, è anche vero che in quelle occasioni spesso una persona parla e tanti ascoltano. Qui invece tutti abbiamo dato il nostro contributo. Ci auguriamo che sia solo l’inizio di un lavoro ben impostato con gli strumenti e il supporto che abbiamo ricevuto. Grazie!”

Ma non sono solo i docenti ad essere intervenuti al tavolo di confronto nel corso dell’evento GrandUP! IMPACT del 30 maggio:

“Mi aspetto una scuola in cui gli adulti, i docenti, siano di stimolo per la nostra generazione – ha raccontato Chiara Congera, studentessa del Liceo De Amicis e rappresentante dei Fridays for Future di Cuneo a maggior ragione perché la nostra generazione è pessimista, molti dei miei coetanei sono demotivati. Sarebbe bello avere una scuola più consapevole delle priorità attuali, come l’emergenza ambientale. Vorremmo docenti che insistano su iniziative costruttive in questa direzione, ad esempio che ci appoggino negli scioperi sul clima, che collaborino con noi ragazzi e ci offrano la possibilità di formarci ad affrontare queste sfide.”

 

“La scuola oggi non è un luogo in cui davvero si vive – ha osservato Alberto Sanino, studente dell’IISS Vallauri e referente della Consulta provinciale degli studenti di Cuneo – soprattutto dopo il periodo covid. È un luogo di apprendimento, ma non di confronto. Questo è un punto di partenza: perché non costruire un metodo di insegnamento più esperienziale e meno frontale, che davvero coinvolga gli studenti e li supporti nel fare propri i contenuti previsti nel programma formativo, attualizzandoli, aiutando a comprendere perché sono utili. Le idee nuove sono il motore pulsante che serve alla nostra società, e gli studenti hanno bisogno di percorsi meno rigidi per poterle maturare e sviluppare. Ci serve una guida, più che un percorso prestabilito, per costruire i nostri percorsi personali e quelli della società futura”.

 

“Spesso ci concentriamo sull’educazione rivolta agli studenti, e trascuriamo quella rivolta alle famiglie o a noi stessi – ha detto Mattia Sismondi della cooperativa La fabbrica dei suonimentre dare il buon esempio è il primo atto educativo in cui dovremmo impegnarci. Io cerco di farlo come genitore, ma anche attraverso le attività della nostra cooperativa, in cui tutti siamo responsabili, ad esempio, di monitorare e contenere l’impatto ambientale del nostro lavoro. Noi siamo incentivati anche dal fatto che gli sprechi si traducono in costi carico della nostra impresa, mentre mi capita spesso di notare scarsa attenzione in questo senso nelle strutture scolastiche, e penso che i ragazzi lo percepiscano”.

 

“Una scuola che guida verso società sostenibile è prima di tutto consapevole del fatto che stiamo vivendo la più grande crisi che l’umanità abbia mai affrontato –  ha dichiarato il prof. Filippo Cavallotto del Liceo De Amicis di Cuneo – per questo non ci vorrebbe una cassa degli attrezzi da fornire ai ragazzi, gli adulti del futuro?
Nella nostra scuola ci stiamo provando. Abbiamo per la prima volta creato una commissione, costituita da docenti e studenti, dedicata a trovare soluzioni nuove sul tema della sostenibilità ambientale. Inoltre proviamo a promuovere gite scolastiche sostenibili.  Cambiamento climatico, disastro ecologico, crisi economica, guerra… tutto questo porta naturalmente a demotivazione, ma forse è anche un momento per unire le forze e cambiare le cose, e questa potrebbe essere una narrativa affascinante per i nostri giovani. Non prepariamoci al peggio, ma prepariamoci a reagire insieme, dotando i ragazzi degli strumenti necessari per costruire una società più giusta”.

 

* I premi vinti dai progetti nati nelle scuole con GrandUP IMPACT:

1) Istituto Bianchi Virginio di Cuneo, 1° premio per Storie di Alternanza 2) ITIS Del Pozzo di Cuneo, premio alla finale della NAO Challenge 2019 – 3) Istituto Baruffi di Ceva: con il progetto AVEC (fatto da tutta la classe) ha ricevuto fondi per riqualificare uno spazio interno alla scuola

 

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Il design come opportunità per ridefinire le politiche pubbliche

Il 3-4 febbraio 2022 a Milano una platea internazionale si è riunita per confrontarsi sulle attuali applicazioni del design e su come queste possano supportare le iniziative di trasformazione per rinnovare la gestione e la governance pubblica.

Organizzato dal Dipartimento di Design e dal DESIS Lab* del Politecnico di Milano, che fanno parte dell’International Research Society for Public Management Special Interest Group (IRSPM), l’incontro ha affrontato il tema di come far leva su attività sia dal basso che dall’alto per cambiare il sistema dei servizi pubblici. [agenda e programma].

locandina dell'evento "Designing for new forms of Governance" tenuto il 3 e 4 febbraio presso il Politecnico di Milano

L’esperienza di Wecare3S e ToNite

In questo contesto, SocialFare ha partecipato insieme ai suoi partner portando l’esperienza dei progetti Wecare3S e ToNite. 

 

Il design nella progettazione pubblica: Wecare3S

Da alcuni anni si inizia finalmente a cogliere il potenziale del design e delle sue applicazioni in termini di opportunità per contribuire a ridefinire le politiche pubbliche e per migliorarne i servizi esistenti. Metodologie, approcci e strumenti di progettazione del designer possono giocare un ruolo cruciale perché orientati all’efficacia del processo: dalla definizione del problema, all’identificazione della soluzione fino alla valutazione/monitoraggio.

In questo scenario, nel 2019, la strategia “WeCaRe” (Welfare Cantiere Regionale) della Regione Piemonte, attraverso il progetto Wecare3S I Sistemico Sostenibile Scalabile, ha portato il design al centro della progettazione pubblica con il ruolo di facilitatore di processo. L’obiettivo del progetto Wecare3S è stato guidare e supportare la realizzazione di 22 progetti di partenariato pubblico-privato e delle loro 80 soluzioni sperimentali di welfare territoriale applicando strumenti metodologici e approcci del design. I 22 progetti hanno coinvolto nel complesso 147 enti pubblico-privati in tutta la regione e sono stati finanziati con oltre 6 milioni di euro.

Questo approccio ha permesso agli attori coinvolti di affrontare le sfide del territorio attraverso un nuovo punto di vista sistemico e con il supporto di nuove competenze e strumenti ad hoc, tenendo conto delle esigenze emerse dalla comunità e generando nuove prospettive e soluzioni innovative per il lavoro da fare insieme. Wecare3S ha inoltre realizzato un report disponibile online, in cui sono rappresentati scenari e ispirazioni per il futuro delle politiche pubbliche del welfare.

Il report e ogni altra informazione sul percorso realizzato sono consultabili su wecare3sregionepiemonte.org

Strumenti di Service Design e Design for Social Innovation al servizio del progetto ToNite

ToNite è un progetto della Città di Torino finanziato dal programma europeo UIA – Urban Innovative Actions, nato dalla volontà di migliorare la vivibilità delle aree cittadine lungo la Dora in particolare nelle ore serali attraverso la riqualificazione di spazi pubblici e l’attivazione di percorsi di inclusione sociale, offrendo sostegno tecnico ed economico allo sviluppo di nuovi servizi di prossimità.

Approcci e strumenti di Service Design e Design for Social Innovation sono implementati nelle diverse attività di ToNite: per la ricerca etnografica sul territorio, durante la fase di coinvolgimento della comunità locale per l’emersione delle sfide da affrontare, fino al programma di accelerazione e accompagnamento che supporta alcune organizzazioni selezionate nello sviluppo di soluzioni innovative.

Il programma di accelerazione di conoscenza è attualmente in corso e vede coinvolto il team di designer ed esperti di Innovazione Sociale di SocialFare nell’accompagnamento – valutazione dell’impatto, modellizzazione dei servizi e definizione del modello di business – di progetti selezionati e finanziati dalla Città di Torino.

Le iniziative realizzate sul territorio con il progetto TONITE sono raccontate sul sito tonite.eu 

 

*POLIMI DESIS Lab è co-fondatore del network DESIS, associazione internazionale di laboratori di ricerca di eccellenza che studiano e applicano il design come supporto all’innovazione sociale e all’innovazione dei servizi pubblici.