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SocialFare lancia FOUNDAMENTA#6 | La call italiana per startup a impatto sociale

Application entro il 20 maggio 2018: www.socialfare.org/foundamenta

 

Al via la 6° edizione della call italiana per business idea e startup a impatto sociale:

  • 4 mesi di accelerazione full-time
  • Seed fund fino a 50K€ in cash per ogni startup selezionata
  • 6 Aree Impact: Welfare, Healthcare, Education, Cultural Heritage, Circular Economy, Food & Agriculture
  • Team dedicato di accelerazione
  • Approccio Social Impact Acceleration by SocialFare
  • Networking con +50 investitori e mentor
  • Desk gratuito nell’area co-working e sale riunioni nel cuore di Torino

 

Torna FOUNDAMENTA, la call italiana per business idea e startup a impatto sociale lanciata da SocialFare: una nuova edizione – la sesta – che, forte della solida esperienza maturata, aggiunge valore e rinnovata professionalità, facendo leva sulla sua unicità di primo programma italiano completamente dedicato all’accelerazione di impresa a impatto sociale. Oltre 2 milioni di euro il funding raccolto e 37 le startup accelerate nelle 5 precedenti edizioni di FOUNDAMENTA, selezionate fra le oltre 500 candidature ricevute da tutto il mondo.

La call è rivolta alle migliori business idea, team di progetto, startup e imprese che promuovano soluzioni innovative, generando impatto sociale ed economico nelle seguenti aree: Food & Agriculture (novità rispetto alle call precedenti), Welfare, Education, Healthcare, Cultural Heritage e Circular Economy.

 

4 mesi full-time (dal 24 settembre 2018 al 24 gennaio 2019) ad alta intensità, con scadenze serrate e specifiche progettate con e per ogni startup e l’accesso ad un seed fund fino a 50k per ogni realtà: queste le opportunità riservate alle realtà selezionate al termine della call, aperta fino alle 23:59 del 20 maggio 2018 (info e candidature su www.socialfare.org/foundamenta).

Nel corso dei 4 mesi di accelerazione i team selezionati saranno ospitati a Torino, la città più innovativa d’Italia e la seconda a livello europeo, dove potranno godere delle opportunità di networking offerte da Rinascimenti Sociali, la nostra location nel cuore di Torino, hub di riferimento nazionale e internazionale nell’ambito della Social Innovation.

Il team multidisciplinare dedicato alla Startup Acceleration SocialFare, affiancato da partner nazionali e internazionali, mentor e advisor di assoluta eccellenza, seguirà le startup con un programma che ibrida l’approccio lean startup, design thinking e design sistemico per accelerare le migliori business idea e imprese ad impatto sociale, accompagnandole nel processo di crescita nelle diverse fasi: product/service co-design, business strategy, definizione degli indicatori e valutazione dell’impatto sociale, scalability e investment readiness, ovvero la capacità di attrarre e gestire potenziali investimenti.

Il programma si concluderà con il Social Impact Investor Day nel corso del quale le startup accelerate avranno l’opportunità di presentarsi davanti ad un prestigioso e ampio panel di enti privati, business angelprivate investor e family office fra cui gli impact investor del veicolo SocialFare SeedCompagnia di San Paolo, Fondazione CRC, Finde S.p.A. e Fondazione Magnetto.

 

Le aree di impatto di FOUNDAMENTA#6

Soluzioni che rispondano alle sfide sociali contemporanee:

 

Welfare:

nuovi servizi/prodotti per la persona e la comunità; nuovi modelli di ingaggio, inclusione, cura e condivisione, riciclo e sostenibilità. Soluzioni che possano includere anche l’utilizzo intelligente e abilitante delle tecnologie, wearables, IOT, etc.

Healthcare:

soluzioni socio-sanitarie innovative, a sostegno e per la promozione e il mantenimento della salute e del benessere della persona e/o della comunità. I modelli innovativi presentati non dovranno basarsi esclusivamente su soluzioni tecnologiche.

Education:

modelli che sviluppino percorsi, contenuti e servizi educativi e professionali innovativi; che realizzino nuove proposte educative, anche ibride, a favore dello sviluppo di conoscenza, per accrescere l’inserimento lavorativo e sviluppare imprenditorialità; “educational technology” – soluzioni digitali inclusive al servizio dell’educazione e della formazione di soggetti e comunità fragili.

Cultural Heritage:

soluzioni e modelli che promuovano la cultura, valorizzino il paesaggio naturale e il patrimonio artistico, le aree urbane e rurali, generando valore economico, sociale ed ambientale potenzialmente scalabile/replicabile in altri territori.

Circular Economy:

soluzioni sistemiche nel settore energia, ambiente, food e agricoltura dove qualsiasi prodotto viene consumato e/o smaltito o diviene input per una nuova filiera produttiva o di servizio.

Food & Agriculture:

prodotti e servizi innovativi in ambiti food, soluzioni che valorizzino il patrimonio culturale legato al mondo del cibo, le eccellenze gastronomiche, le risorse e competenze del territorio in ambito rurale e agricolo, sviluppando imprenditorialità che generino valore economico, sociale ed ambientale, con modelli potenzialmente scalabili/replicabili su altri territori.

 

Social Impact Investor Day: le startup di SocialFare incontrano gli investitori

 

Si è concluso per Wher, EthicJobs, Paratissima e Progetto Quid il programma di accelerazione Foundamenta#4.

Presto saranno note le startup selezionate fra le oltre 150 candidate a Foundamenta#5, che accederanno al seed fund e al programma in partenza ad aprile. A fine marzo parte la nuova call Foundamenta#6.

 

Torino, 15 marzo 2018 – Si è tenuto presso la sede di Rinascimenti Sociali in via Maria Vittoria 38 a Torino, il Social Impact Investor Day, ovvero la giornata di chiusura del programma di accelerazione per social impact startup by SocialFare®| Centro per l’Innovazione Sociale.

L’evento ha visto coinvolte le 4 startup accelerate da SocialFare nel periodo novembre 2017 /marzo 2018 e un panel di enti privati, business angelprivate investor e family office. Presenti gli impact investor del veicolo SocialFare Seed  – Compagnia di San Paolo, Fondazione CRC, Finde S.p.A. e Fondazione Magnetto – e altri interessati a sostenere la nascita, lo sviluppo e la scalabilità di imprese innovative in grado di generare valore economico dall’impatto sociale fra cui Oltre Venture, Club degli Investitori, Cariplo Factory, Innogest Capital, Fondazione Pittini, Fondazione Cottino, LITA.co (ex 1001PACT) e Fondazione Housing Sociale.

A 8 mesi dal lancio di Foundamenta#4 – la call nazionale per social impact start-up che ha permesso di individuare le imprese e business idea di eccellenza e ad alto impatto sociale da inserire nel programma di accelerazione di SocialFare della durata di 4 mesi – le 4 startup accelerate sono pronte a presentarsi ad enti e imprenditori per cercare di conquistare il loro interesse e ricevere investimenti.

 Quattro mesi di lavoro ad alta intensità in cui le imprese selezionate hanno avuto la possibilità di accrescere le proprie competenze e professionalità grazie al supporto di team di esperti in investment readinessbusiness delevolpment & strategysystemic design, con mentor e advisor di altissimo livello e di accedere a nuove reti, occasioni di confronto e opportunità di sperimentare il proprio business model, hanno permesso alle 4 startup di approcciarsi in maniera consapevole, matura e pronta al proprio mercato di riferimento e di suscitare l’interesse della platea, che ha partecipato attivamente rivolgendo numerose e puntuali domande al termine dei pitch di presentazione di ciascun progetto.

Diverse le aree in cui operano le startup accelerate e le relative sfide sociali: mobilità sostenibile e sicurezza femminile, qualità ed etica del lavoro nelle aziende, valorizzazione della cultura e degli artisti emergenti e indipendenti, creazione di opportunità lavorative al femminile per persone in situazioni di disagio ed esclusione sociale.

Si sono presentate agli investitori:

La giornata si è conclusa con un pranzo di networking finalizzato a favorire il confronto e la conoscenza fra startupper, investitori ed esperti del settore presenti. Gli investitori hanno comunicato a SocialFare i progetti che hanno suscitato in modo specifico il loro interesse e con i quali intendono essere messi in contatto per approfondire le possibilità di collaborazione e partecipazione attraverso investimenti nell’attività.

 

Green Pride premia l’Alveare che dice Sì!, ReBox e Shike come best practice di Green Economy

Il Green Pride è una campagna promossa dalla Fondazione UniVerde, a livello nazionale e regionale, con l’intento di valorizzare e conferire un riconoscimento alle best practice di Green Economy: Istituzioni e Enti locali virtuosi, imprese, associazioni, ma anche ai singoli individui, impegnati nella riconversione ecologica della società e dell’economia. L’ottava edizione vede il riconoscimento assegnato ad alcune delle startup accelerate da SocialFare.

Mercoledì 18 ottobre 2017 alle ore 10 presso la Sala Einaudi del Centro Congressi “Torino Incontra” – Via Nino Costa, 8 Torino, si svolge il Green Pride Piemonte della Sostenibilità, avente come tema ”efficienza energetica, tecnologie e startup innovative al servizio della sostenibilità”.

Intervengono:

Alfonso Pecoraro Scanio, Presidente Fondazione UniVerde
Alberto Unia, Assessore Politiche per l’Ambiente della Città di Torino
Michele Mellano, Direttore Coldiretti Torino
Angelo Marino, Presidente Associazione SOS Terra.

Moderatore: Andrea Gandiglio, Direttore Editoriale greenews.info e fondatore del progetto Gretteria.

La presentazione delle best practice è stata affidata a Monica Paolizzi (Accelerator Program Coordinator SocialFare | Centro per l’Innovazione Sociale), che introduce le startup premiate, scelte tra le realtà a impatto sociale accelerate da SocialFare.

Le startup alle quali è stato assegnato il Green Pride Piemonte 2017 dell’innovazione sostenibile sono:

l’Alveare che dice SI!: L’Alveare che dice sì! è il progetto che, unendo produttori locali e consumatori consapevoli, promuove un nuovo modo per fare la spesa in modo sano, sostenibile e a km0. I produttori locali si iscrivono al portale e si uniscono in un “Alveare”, mettendo in vendita online i loro prodotti: frutta, verdura, latticini, formaggi. I consumatori che si registrano sul sito posso acquistare ciò che desiderano presso l’Alveare più vicino casa, scegliendo direttamente sulla piattaforma. Il ritiro dei prodotti avviene settimanalmente nel giorno della distribuzione organizzata dal gestore dell’Alveare.

ReBox: Il progetto reBOX nasce per combattere lo spreco di cibo nella ristorazione e dare nuova dignità al cibo trasformando «l’avanzo» in opportunità. ReFOOD è la foodybag che trasforma il cibo avanzato in buona abitudine ed è la risposta al 70% degli italiani che richiede, per superare la vergogna di portare a casa il cibo avanzato, un prodotto bello, comodo, pratico, etico e riciclato/riciclabile.

Shike: Il progetto “Shike” lanciato da Mug Studio s.r.l., intende promuovere nuove forme di mobilità sostenibile e facilitare allo stesso tempo l’accesso ai servizi di bike sharing all’interno delle città di medio-grandi dimensioni. Grazie ad un innovativo lucchetto “smart”, con gps e sensori ambientali integrati, Shike elimina le stazioni di parcheggio permettendo nuovi modelli di condivisione del proprio veicolo e gettando le premesse per la creazione del più esteso servizio di bike sharing sul mercato. Infine i sensori integrati nel sistema permettono di raccogliere dati ambientali e valutare la CO2 risparmiata, incentivando così comportamenti virtuosi.

La Coldiretti Torino, da anni attiva con tutti gli attori del territorio con reti collaborative, in particolare tramite un progetto strategico di innovazione sociale nelle aree rurali, anche per la promozione di un welfare ecologico, ha promosso la partecipazione all’evento come best practice la Cooperativa Agricoopecetto, cooperativa agricola multifunzionale da anni impegnata in percorsi di AGRICOLTURA SOCIALE, in rappresentanza della quale è interviene la sig.ra Elena Comollo.

I vincitori della Finale Network Incubatori e Parchi Scientifici e Tecnologici del Premio Gaetano Marzotto

21 luglio 2017, Milano – Nella suggestiva sede dell’UniCredit Pavilion di Milano si è tenuta ieri la Finale del Network Incubatori e Parchi Scientifici e Tecnologici del Premio Gaetano Marzotto, primo atto dei tre eventi in cui il più ricco premio per startup in Italia ha declinato la formula per assegnare i propri premi. Tre eventi per assegnare altrettanti premi: un primo evento dedicato ai premi assegnati dagli incubatori, poi  a settembre quello per i premi corporate e a novembre la finale per l’assegnazione dei due premi principali: quello da 50mila euro per le idee che desiderano diventare imprese e quello da 300mila euro per le imprese innovative che desiderano crescere. Giunto alla sua settima edizione, il Premio Marzotto ha saputo negli anni essere aggregatore di tutti i principali attori dell’ecosistema delle startup italiano come attestato dal successo da questo primo atto.

Tra le oltre 500 candidature al Premio sono state identificate le 35 startup italiane a cui sono stati assegnati altrettanti percorsi di tutoring e mentorship messi in palio dai partner del Premio, per un montepremi dal valore complessivo di oltre un milione di euro. Vincitrice del percorso di affiancamento per potenziare le proprie capacità erogato da SocialFare è stato il progetto Quid: cooperativa sociale impegnata dal 2012 nella produzione di moda etica, con un focus sul riutilizzo dei materiali di rimanenza e sull’offrire occupazione a persone in situazioni di fragilità.

Vincitori della Finale del Network Incubatori e Parchi Scientifici e Tecnologici

Oltre alla cooperativa sociale veronese, i vincitori di questa primo step del Premio dall’idea all’impresa sono: 3Bee/Como, 3Dprinting continuous composites/Milano, AquaX/Verona, Argo Aerospace/Prato, Beltmap/Genova, Biomass Micro-CHP/Savignano sul Rubiconde (Forlì Cesena), BioSpremi/Nicosia (Enna), BluImpression/Milano, Bolt/Messina, CarboREM/Trento, Clover Therapeutics/Giovinazzo (Bari), Coderblock/Palermo, Cubbit/Bologna, Daze Technology/Bergamo, Domec/Milano, EthicJobs/Rimini, Garden Sharing/Camerano (Ancona), Histos/Napoli, Indigo Al/Milano, InSymbio/Salerno, Ludwig/Palermo, Muoviti in libertà/Frosinone, Nustox/Milano, Pharmap/Milano, PROROB/Padova, SpineSolution by H-Opera/Fisciano (Salerno), The Circle/Roma, uKNEEversal/Milano, Wallet Globe/Genova, WeFit/Verona, Yape/Milano, YourDesk/Milano, Youtelling/Barletta, Zetapunto/Milano.  I vincitori del percorso andranno a concorrere per il grant da 50.000 mila euro offerto da Progetto Marzotto, con annuncio il prossimo 23 novembre a Roma.

Regioni

La regione più premiata, con 12 startup vincitrici, risulta essere la Lombardia. Seguono Sicilia e Veneto, con 4 vincitori; Campania ed Emilia Romagna, con 3 vincitori; Lazio, Liguria e Puglia, con 2 vincitori e infine Marche, Toscana e Trentino Alto Adige con 1 vincitore. Un dato che trova riscontro anche su grande scala, quando a chiusura bando, il 12 giugno scorso, tra le circa 500 application al Premio, la Lombardia svettava per il maggior numero di startup iscritte.

Ambiti

«Non esiste settore o ambito che non subisca l’invenzione e l’innovazione delle nuove startup italiane – ha dichiarato Cristiano Seganfreddo, direttore generale di Progetto Marzotto -. Abbiamo premiato 35 nuove aziende che dimostrano una vivacità cross settoriale del sistema dell’innovazione italiana sempre più maturo.».

ICT/ IOT Tech è il settore di riferimento con più partecipazioni, 6; a seguire, Bio/ Med/ Life Science/ Health Care e Agro/ Food Tech, entrambi con 5 adesioni; 4 le startup afferenti a Social Innovation; 3 quelle pertinenti a Industry 4.0 e Media/ Publishing Tech; 2 quelle che rientrano in Auto/Moto Tech, Clean/ Energy Tech e Fashion/ Forniture/ Design Tech e infine Fin/Reg Tech, Entertainment/ Education e Sport Tech con un’adesione. Anche qui, si confermano i dati rilevati a chiusura bando, che hanno visto Health Care e ICT/IOT Tech in testa tra gli ambiti di competenza.

I partecipanti

«Con circa 500 application tra Premio per l’impresa e Premio dall’idea all’impresa – ha poi aggiunto il direttore – anche quest’anno Premio Gaetano Marzotto si conferma la startup competition di riferimento per il sistema dell’innovazione in Italia».

L’età media dei team partecipanti riscontrata per questa categoria di concorso, Premio dall’idea all’impresa, è di 30 anni, in linea con il prerequisito richiesto, ossia adesioni under 35, con un netto stacco rispetto all’altro bando Premio per l’impresa che ha visto crescere a 35 anni l’età media degli startupper.

Acceleratori, incubatori e parchi scientifici

Da quest’anno SocialFare è tra le realtà che hanno contribuito a realizzare l’evento a cui hanno preso parte Federico Barilli, Segretario Generale di Italia Startup e Gianluca Carenzo, Presidente APSTI. Hanno fatto ingresso tra i partner di questa edizione del premio anche Fashion Technology Accelerator/Milano, Friuli Innovazione/Udine, Kilometro Rosso/Bergamo, Talent Garden/Milano, Toscana Life Sciences/Siena e Wylab/Chiavari; a cui si aggiungono: AlmaCube/Bologna, Bioindustry Park/Colleretto Giacosa (TO), BP Cube/Pesaro, Campania NewSteel/Napoli, Centuria/Cesena, CesenaLab/Cesena, ComoNExT/Lomazzo (CO), Consorzio Arca/Palermo, Digital Borgo/Pescara, Digital Magics/Milano, FabriQ/Milano, Fondazione Filarete/Milano, Future Food/Bologna, H-FARM/Roncade (TV), I3P/Torino, Impact Hub/Milano, Industrio Ventures/Rovereto (TN), JCube/Jesi (AN), LUISS ENLABS – LVenture Group/Roma, Make a Cube3/Milano, M31/Padova, Parco Tecnologico Padano/Lodi, PoliHub/Milano, Polo Meccatronica/Rovereto (TN), Progetto Manifattura/Rovereto (TN), SELLALAB/Biella, TIM #WCap/Roma e VEGA PARK/Università Ca’ Foscari di Venezia/Marghera (VE).

Prossime tappe

Il 27 ottobre 2017 nella sede di SANTEX RIMAR GROUP a Trissino per la finale del Premio Speciale Corporate Fast Track dedicato ai percorsi di open innovation e il 23 novembre 2017 a Roma per la finale di questa edizione del Premio.

Scopri di più:

//Le 35 startup scelte dal Network Incubatori e Parchi Scientifici e Tecnologici per la settima edizione del Premio Gaetano Marzotto, Startupitalia! (21/07/2017)
// La moda etica di Quid vince il Premio Marzotto, L’Arena Economia (23/07/2017)

Le startup a impatto sociale crescono qui

Il grande fermento di idee e soluzioni innovative che colorano il grigio scenario della crisi occupazionale infoltisce la schiera di aspiranti imprenditori desiderosi di sfidare il mercato con nuovi prodotti e servizi. La fase iniziale di una nuova impresa – startup – è delicatissima, il rischio di fallimento è molto elevato: sostenibilità, replicabilità e scalabilità sono gli obiettivi di un impegnativo percorso da costruire e sostenere con strumenti e competenze di qualità, evitando l’improvvisazione.

Boom delle startup

Il “Decreto Crescita 2.0“, convertito in legge nel 2012, con il quale lo Stato ha adottato una normativa per lo sviluppo e la crescita del Paese, ha spinto nuove realtà imprenditoriali ad affacciarsi sul mercato. Vengono individuate come strategiche le startup innovative: società di capitali, costituite anche in forma cooperativa, che hanno come oggetto sociale esclusivo o prevalente lo sviluppo, la produzione e la commercializzazione di prodotti o servizi innovativi ad alto valore tecnologico.

innovazione-terzo-settore-crisi-300x169Strategiche perché ritenute in grado di “favorire la crescita sostenibile, lo sviluppo tecnologico e l’occupazione, in particolare giovanile” e di “contribuire allo sviluppo di nuova cultura imprenditoriale e alla creazione di un contesto maggiormente favorevole all’innovazione”. Di qui tutta una serie di agevolazioni fiscali e burocratiche e di facilitazione nell’accesso al credito.

Secondo il Rapporto Infocamere relativo al primo trimestre 2015,  a fine marzo il numero di startup innovative iscritte alla sezione speciale del Registro delle imprese era di 3711, in aumento di 532 unità rispetto alla fine di dicembre (+16,7%), con un capitale sociale complessivo di 192 milioni di euro (in media 52 mila euro circa a impresa). Il 73% fornisce servizi alle imprese, il 18,2% opera nei settori dell’industria in senso stretto (fabbricazione di computer e prodotti elettronici e ottici, macchinari e apparecchiature elettriche), il 4,1% nel commercio. Si tratta di realtà piccole, con meno di 3 dipendenti, diffuse prevalentemente in Lombardia, in Emilia Romagna, in Lazio, in Veneto e in Piemonte.startup-banner

Le startup innovative “a vocazione sociale”

Rientrano tra le startup innovative anche quelle “a vocazione sociale” (SIAVS), quelle cioè ad alto contenuto tecnologico che operano in settori specifici cui la legge riconosce particolare valore sociale: assistenza sociale e sanitaria; educazione, istruzione e formazione; tutela dell’ambiente e dell’ecosistema; valorizzazione del patrimonio culturale; turismo sociale; formazione universitaria e post universitaria; ricerca ed erogazione di servizi culturali; formazione extrascolastica per contrastare la dispersione; servizi strumentali alle imprese sociali.

Consapevole che le SIAV (alle quali è richiesta la compilazione del “Documento di descrizione dell’impatto sociale”) possano risultare meno “attraenti” sul mercato, il decreto legge del 2012 assegna agli investitori di queste startup benefici fiscali maggiorati.

Chi sono gli investitori?

Il dossier The Italian Startup Ecosystem: Who’s Who” realizzato da Italia Startup e dagli Osservatori del Politecnico di Milano c0n il supporto istituzionale del Ministero dello Sviluppo Economico, rileva come nel 2014 le startup innovative siano più che raddoppiate rispetto al 2013. Nello stesso periodo è diminuito il ruolo degli investimenti istituzionali e aumentato quello dei business angel(investitori informali), family office (società che gestiscono il patrimonio di una o più famiglie molto facoltose, secondo un modello importato dagli Stati Uniti), acceleratori e incubatori, con un peso del 50% degli investimenti complessivi.

La ricerca sottolinea però come tali investimenti (che nel 2013 ammontavano a circa 130 milioni di euro) siano poca cosa se confrontati con quelli di altri Paesi europei: in Italia si investe in startup hi-tech un ottavo rispetto a Francia e Germania, un quinto rispetto al Regno Unito e poco meno della metà rispetto alla Spagna.

“Rinascimenti Sociali”

impatto-33Nell’ecosistema delle startup italiane e degli incubatori e acceleratori nati per sostenerle (circa un centinaio in totale) “Rinascimenti Sociali” si posiziona come la prima grande realtà nata in Italia per accompagnare nel loro percorso di crescita realtà capaci di generare impatto sociale, capaci cioè di promuovere il cambiamento ideando e progettando soluzioni innovative che rispondano alle sfide sociali di lavoro, salute, coesione, condivisione, conoscenza, sostenibilità e partecipazione.

Promosso dal Centro per l’ Innovazione Sociale SocialFare®, l’acceleratore inaugurato due mesi fa nel centro di Torino segue attualmente una decina di startup, il 50% delle quali sono innovative. Le ha scelte perché potrebbero promuovere un cambiamento positivo per le persone e la società. Tutte sono infatti accomunate dall’alta potenzialità di creare impatto sociale: è questo infatti l’aspetto centrale, la condizione necessaria per poter usufruire del percorso di accelerazione di “Rinascimenti Sociali”. Un percorso che attraverso gli strumenti della tecnologia, della finanza e dell’internazionalizzazione punta a rendere autonome realtà che richiedono interventi competenti su bisogni specifici.

Il percorso di accelerazione

Nell’accompagnamento verso la prototipazione, sperimentazione, validazione e scalabilità confluiscono tutte le risorse e competenze messe in campo da una estesa rete di partner locali e internazionali (oltre 20) che insieme, nell’ampia sede di via Maria Vittoria 38, stanno costruendo un nuovo modo di generare valore economico mettendo al centro le persone e le comunità.loghi

Un team multidisciplinare apporta dunque competenze specifiche curando la qualità di un percorso che già nella prima fase si propone di essere rigoroso, con un’analisi approfondita di ciò di cui le startup hanno bisogno per consolidare  e sviluppare l’idea riducendo così i margini di fallimento.

Organizzazione lavorativa, reclutamento occupazionale, organizzazione di social housing, gestione della filiera del cibo, consumi, servizi per la comunità…: sono molteplici i settori in cui muovono i primi passi le realtà imprenditoriali accolte attualmente in via Maria Vittoria 38. I tempi di accelerazione variano dai 6 ai 12 mesi; è previsto solo il pagamento di alcuni servizi puntuali, gli altri sono inclusi nel “pacchetto” offerto gratuitamente.

Le startup interessate possono per adesso rivolgersi direttamente a “Rinascimenti Sociali” (info@rinascimentisociali.org;  tel. 393 1718264) per sottoporre la loro idea, mentre in futuro verranno organizzati appositi bandi per il reclutamento.

“Rinascimenti Sociali” allo studio dei Comuni

Giovedì 9 aprile 2015 una delegazione dell’Anci, Associazione Nazionale Comuni Italiani, è stata accolta nella sede di Rinascimenti Sociali per un incontro conoscitivo di SocialFare® e del primo acceleratore di conoscenza e imprenditorialità sociali inaugurato lo scorso 10 marzo in via Maria Vittoria 38 a Torino.

L’incontro si colloca nell’ambito di una ricerca che l’Anci sta conducendo per l’Agenzia nazionale giovani (organismo pubblico vigilato dal Governo italiano e dalla Commissione europea) con l’obiettivo di esplorare in Italia il mondo della social innovation in relazione al coinvolgimento e alla partecipazione dei giovani.

La conoscenza delle realtà che stanno nascendo in Italia e la comprensione dei meccanismi di funzionamento che ne sostengono lo sviluppo consentiranno l’elaborazione di proposte e suggerimenti da sottoporre alle amministrazioni comunali per la definizione di politiche a supporto dell’innovazione sociale.

Lo scopo è insomma quello di offrire ai Comuni nuovi modelli per costruire strategie di intervento sul territorio legate ai processi di innovazione. In proposito, la direttrice di SocialFare® Laura Orestano ha sottolineato l’importanza di spazi, cogestiti,  che generino opportunità e facilitino i processi di inclusione. Corpi intermedi che rispondano a un piano strategico di priorità, capaci di veicolare know how specialistico e nuovi linguaggi a cui i giovani sono molto interessati e dei quali possono diventare generatori.

L’interesse delle ricercatrici, rivolto soprattutto alla costruzione della rete di partner, all’organizzazione interna, ai flussi di finanziamento, agli scambi a livello nazionale e internazionale e ai rapporti con gli enti pubblici, si è tradotto in una lunga intervista a SocialFare®. Cogliamo l’occasione per ripercorrere le tappe del primo centro italiano per l’innovazione sociale, dalla sua nascita nel 2013 all’inaugurazione di Rinascimenti Sociali,  un mese fa.

LOGO-SF_150x150Quando e perché nasce SocialFare®

Il 23 maggio 2013 la Congregazione di San Giuseppe – fondata a Torino presso il Collegio Artigianelli nel 1873 da Leonardo Murialdo, santo sociale, con lo scopo di accompagnare i ragazzi e i giovani in difficoltà nel loro percorso di crescita e autonomia – costituisce SocialFare®, primo centro di innovazione sociale in Italia.

Dopo quasi 150 anni dalla nascita della Congregazione, i nuovi scenari disegnati dalla trasformazione sociale impongono l’attualizzazione del carisma murialdino rispetto alle sfide del welfare, del lavoro e dell’educazione. Un’attualizzazione che i Giuseppini del Murialdo hanno scelto di compiere non da soli ma con altri, non dentro le mura della Chiesa ma nella società. SocialFare®,  srl impresa sociale, nasce quindi come strumento di innovazione sociale partecipata e laica.

Cosa fa SocialFare®

SocialFare® genera impresa sostenibile, incubando start up ad impatto sociale e accelerando soluzioni che sappiano cogliere nuovi bisogni e sviluppino imprenditoria sociale, sostenibilità e reti. Sviluppa inoltre progettualità all’esterno: tra queste, la collaborazione avviata lo scorso anno con Slow Food per quanto riguarda la valutazione dell’impatto sociale del Salone del Gusto e Terra Madre. SocialFare® integra diverse competenze: dalla ricerca etnografica al design, dalla tecnologia sociale al modelling di nuove soluzioni di impresa, con un focus preciso: generare soluzioni innovative alle più pressanti sfide sociali.

imm_accelerazione_SR26 giugno 2014: conferenza “Social Renaissance

L’attenzione e l’impegno di SocialFare® per connettersi alla rete di esperienze nazionali e internazionali si sono concretizzati il 26 giugno 2014, a poco più di un anno dalla nascita del centro,  nella conferenza “Social Renaissance” che si è svolta a Torino presso il Teatro Juvarra, nel complesso dell’Artigianelli.

Organizzata insieme con TOP-IX e Torino Social Innovation, la conferenza ha rappresentato la prima occasione in Italia di un confronto internazionale sulla social innovation. E’ emersa una realtà in fermento di attori pubblici e privati che a livello globale promuovono lo sviluppo di modelli di economia sostenibile e inclusiva.

10 marzo 2015: inaugurazione di “Rinascimenti Sociali”20150310_1

La rete di SocialFare® si è  in seguito ulteriormente ampliata e consolidata fino a rendere possibile la nascita dell’acceleratore “Rinascimenti Sociali” nel centro di Torino. Quasi 30 le realtà locali, nazionali e internazionali coinvolte, tra cui il secondo partner promotore TOP-IX e il partner strategico The Young Foundation: ognuna collaborerà per diffondere nuovi modelli culturali capaci di affrontare le sfide sociali contemporanee valorizzando dal basso idee, persone e comunità.

Cos’è “Rinascimenti Sociali”

Con il sostegno della Compagnia di San Paolo, l’acceleratore di conoscenza, innovazione e imprenditorialità a impatto sociale “Rinascimenti Sociali”, con sede in via Maria Vittoria 38 a Torino, mette insieme le competenze di attori profit e non profit, pubblici e privati, per generare soluzioni ad impatto sociale che creino una nuova economia. Capofila del progetto è SocialFare®.

rinascimenti sociali 2Coinvolgere, educare e accelerare

Sono le tre aree di azione di “Rinascimenti Sociali”. L’animazione territoriale e percorsi formativi capaci di costruire professionalità uniche che padroneggino nuove conoscenze e linguaggi  si intrecceranno quindi con le attività di generazione di startup  e di riposizionamento di imprese già esistenti che vogliano introdurre al proprio interno elementi distintivi della nuova imprenditorialità sociale.  Il tutto attraverso tre strumenti trasversali: finanza ad impatto sociale, tecnologia e internazionalizzazione.

Prossimamente renderemo noto il palinsesto delle molteplici attività dell’acceleratore per i prossimi mesi.

“Rinascimenti Sociali”, l’acceleratore del nuovo welfare

E’ partito a Torino “Rinascimenti Sociali”, il primo acceleratore italiano di conoscenza, innovazione e imprenditorialità a impatto sociale. Nell’ampia sede di via Maria Vittoria 38, inaugurata martedì 10 marzo 2015 alla presenza delle istituzioni e di un folto e variegato pubblico, un’estesa rete di partner nazionali e internazionali proverà a ridisegnare il concetto di “sociale” creando, anche attraverso l’uso della tecnologia, nuovi modelli di welfare. Tutti i partner sono consapevoli della sfida che si apprestano ad affrontare per coinvolgere anche una società civile sempre più interessata e curiosa di sapere quali idee e realizzazioni concrete saranno prodotte nell’acceleratore, dove si sperimenteranno nuove soluzioni per il bene comune.

loghiCapofila del progetto è SocialFare®, primo centro di innovazione sociale in Italia, la cui nascita è stata promossa nel 2013 dall’Opera Torinese del Murialdo presso il Collegio Artigianelli di Torino, casa madre della congregazione. Insieme con il partner promotore TOP-IX – che sostiene progetti di innovazione tecnologica -, il partner strategico The Young Foundation e oltre una ventina di altri partner, SocialFare® ha avviato un processo “volto a diffondere la consapevolezza e la potenzialità delle cosiddette ‘periferie sociali’, riportandole al centro delledecisioni politiche attraverso modelli imprenditoriali innovativi” che sappiano armonizzare tecnologia, arti liberali e passione civile.

Un processo indicato col nome di “Rinascimenti Sociali”, a sottolineare quel passaggio da un’esperienza all’altra e quella condivisione a livelli diversi che possono generare non uno ma più “rinascimenti”, dove la persona e le comunità sono poste al centro dell’azione e dei processi decisionali.

L’esplorazione di nuove strade per rispondere alle attuali sfide sociali non può prescindere, infatti, da un processo di convergenza tra grandi reti e dall’attenzione a nuovi modelli di finanza a impatto sociale. Come ha sottolineato nel corso dell’inaugurazione Mario Calderini della task force G8 Social Impact Investment, gli investimenti ad impatto sociale (erogati cioè a imprese che abbiano lo scopo specifico di creare un impatto sociale misurabile) rappresentano una nuova e coraggiosa risposta, una grande opzione di sviluppo del territorio di cui le istituzioni devono essere consapevoli. Un’opportunità da indirizzare verso modelli virtuosi, a patto però, ha detto Calderini, che la prima preoccupazione sia quella “di far crescere imprese in grado di essere recipienti di strumenti finanziari”. Imprese supportate nella scalabilità in “luoghi in cui devono avvenire cose concrete”.

E l’acceleratore si propone come uno di questi luoghi, uno spazio aperto a tutti, soprattutto ai giovani, dove sarà possibile sviluppare nuove conoscenze e linguaggi che caratterizzano il social design, la tecnologia sociale, l’impresa sociale, la finanza sociale, la prototipazione e innovazione delle politiche… Coinvolgere, formare, accelerare sono le tre aree di azione. La struttura sarà pertanto centro di generazione di startup ma anche di riposizionamento di imprese già esistenti che vogliano introdurre al proprio interno elementi distintivi della nuova imprenditorialità sociale. 20150310_1

Un luogo “in cui si fanno cose” che piace anche alla Chiesa torinese. Intervenuto all’inaugurazione, l’arcivescovo di Torino mons. Cesare Nosiglia ha sottolineato infatti la necessità di“passare dai discorsi alla concretezza. Non è più tempo di discorsi, è tempo di agire. Questa iniziativa rappresenta un impegno forte per uscire da inerzia, scoraggiamento, passività e rassegnazione di questo momento storico. Occorre corresponsabilità per affrontare la crisi attuale del sistema educativo, del welfare e del lavoro. Occorre lavorare insieme con l’obiettivo della piena realizzazione della persona, di ogni persona, per renderla più attiva e protagonista. E i giovani dovrebbero essere in prima fila, anche se spesso non ci sono forse perché non hanno la spinta a mettersi in gioco”.

A Torino, la ricerca di soluzioni innovative per rispondere ai bisogni emergenti ha una lunga tradizione e la costruzione di “reti” è il suo punto di forza. Quelle reti che nella nuova grande struttura di “Rinascimenti sociali”, nell’ex Istituto delle Rosine in via Maria Vittoria 38, saranno protagoniste con una ricchezza di relazioni, capacità professionali, energie e risorse per generare impatto positivo.

“L’innovazione sociale nasce dall’osservazione dei cambiamenti e rappresenta un’opportunità per sperimentare soluzioni ai bisogni che cambiano – ha detto il vicesindaco di Torino Elide Tisi – Se la tecnologia può aiutare molto, ancora più importanti sono le nuove capacità di relazione. Trasformare l’attuale gestione di emergenze in opportunità di crescita richiede luoghi come questo, in cui sia possibile sperimentare e trovare nuove strade che potrebbero essere corrette durante il percorso. L’impresa sociale deve però saper uscire dal suo perimetro e contaminare altri contesti, compreso il mondo della finanza”.

Sulla capacità di costruire nuove relazioni tra i diversi soggetti ha insistito anche l’assessore alle Attività Produttive della Regione Piemonte Giuseppina De Santis: “Innovare significa sperimentare e accettare margini di fallimento, e intorno agli esperimenti occorre creare consenso e rendere visibile ciò che accade. Questo acceleratore è una delle buone pratiche da cui partire”.

20150310Il progetto è sostenuto dalla Compagnia di San Paolo, che riconosce nell’acceleratore una infrastruttura di mediazione di cui oggi c’è bisogno per indirizzare le risorse disponibili a quelle realtà che sappiano creare imprenditorialità sociale forte. “SocialFare® ci ha sottoposto una cosa nuova e rischiosa – ha detto Marco Demarie della Compagnia di San Paolo – I rischi sono che l’acceleratore rimanga un’infrastruttura senza capacità generative o che si costruisca una burocrazia autoreferenziale che si occupi solo di mantenere se stessa. Se l’acceleratore smettesse di essere consapevole di essere uno strumento, glielo diremo, ma ci sono buone prospettive che ciò non accada”.

Prossimamente, sul blog di SocialFare® “People Innovation” presenteremo i diversi partner di “Rinascimenti Sociali”, illustrandone attività e progetti nell’ambito dell’acceleratore.