Aviva Community Fund | Scegli i progetti che vuoi in finale!

Aviva Community Fund promuove una competizione tra proposte: l’idea selezionata otterrà un sostegno economico, a supporto di una causa importante per la comunità dell’associazione no profit candidata. I progetti, più di 500, sono raccolti sulla piattaforma dove raccontano come intendono fare davvero la differenza. Per candidarsi è necessario essere già attivi in Italia.

Le categorie per accreditarsi sono tre: sostegno alla salute, infanzia e giovani, valorizzazione della figura femminile. Dal 18 febbraio all‘8 marzo è possibile votare i progetti che si vuole raggiungano la finale, per accedere alle valutazioni della giuria che stabilirà il vincitore e aggiudicarsi una delle 18 donazioni previste.

I progetti vanno dalle storie a fumetti all’accoglienza dei bambini abbandonanti alla nascita. Per la categoria giovani e adulti segnaliamo l’iniziativadi Comunità Murialdo VenetoTi insegno un lavoro, che si propone di attivare borse lavoro per giovani tra i 18 e 21 anni in difficoltà sociale. L’innovatività del progetto è il percorso di accompagnamento con cui verranno trasferite competenze tecniche e abilità sociali ai partecipanti.

Leggi tutti i progetti e decidi quale sostenere!

 

Sull’albero del bene comune fiorisce il contributo di Danilo Magni

Dall’intervista a Danilo Magni, Giuseppini del Murialdo (Torino): “Accogliamo ogni giorno oltre 4000 ragazzi, giovani ed adulti nei vari luoghi della città e dei comuni limitrofi dove siamo presenti come Giuseppini del Murialdo: nella scuola, nei centri di formazione professionale, negli sportelli di orientamento, negli oratori, nella comunità residenziali e diurne, in parrocchia. Ragazzi e famiglie con storie difficili. Spesso sono gli ultimi scarti della nostra società, per dirla con papa Francesco.”

“La sostenibilità economica delle nostre attività sociali ed educative, fino al 2012, dipendeva sostanzialmente dal potere economico delle famiglie e dal sistema di welfare erogato dallo Stato (tramite Comuni, Asl, Provincia e Regione). Si poneva, poi, il problema di accompagnare i ragazzi nel mondo del lavoro, in un momento in cui le possibilità erano difficili da intercettare e si stavano riducendo. Aiutarli a diventare imprenditori di se stessi.”

Dove la crisi economica è anche crisi di valori, il denaro non è dis-valore.
Danilo Magni, intervista a Siamo Noi.

“E così, dal 2012, abbiamo dato vita alle nostre due imprese sociali: Gruppo Spes e Dinamo Coop. Queste due esperienze ci hanno permesso di testare un possibile modello di sviluppo imprenditoriale che parte dal basso, perché valorizza le persone e l’economia dei piccoli. Valorizzando la manualità e l’artigianato. L’utile di impresa è impiegato per la crescita di altre imprese sociali oppure viene donato ad integrazione di quel welfare pubblico che fatica sempre di più a rispondere alle numerose emergenze.”

“Da qui si è innescato anche un approccio differente ai consolidati percorsi di educazione e formazione, ad esempio nell’ibridazione crescente di scuola e lavoro. Le prime esperienze ci hanno fornito segnali incoraggianti, nonostante alcuni errori commessi. E così ci siamo avventurati l’anno seguente in una grande impresa. L’apertura del primo Centro per l’innovazione sociale in Italia: SocialFare, impresa sociale, che ha come mission quella di aggregare persone e competenze per la nascita e la buona riuscita nel mercato di imprese ad impatto sociale.”

“I buoni risultati ottenuti, e il consolidamento di questa esperienza positiva, ha consentito l’avvio di un importante progetto: la creazione, con una ampia rete di partner attivi sul territorio, dell‘Acceleratore di conoscenza e imprenditoralità a impatto sociale. Rinascimenti Sociali è un programma di accelerazione, ma anche un luogo fisico: una bellissima struttura sita in via Maria Vittoria 38, nell’edificio destinato alla missione di Rosa Govone e alla sua opera di educazione al lavoro, e attraverso il lavoro, destinata a giovani svantaggiate. Una vocazione sociale che si perpetua, quindi, dall’Ottocento.”

Don Danilo Magni, Giuseppini del Murialdo

La voce del Popolo

 

WikiSocial | [F]inanza

Eventbrite - WikiSocial | [F]inance

Dopo il grande successo riscosso al suo debutto nell’ambito del Creative Innovation Festival Supernova di TAG, SocialFare® ha inaugurato l’appuntamento coi suoi talk tematici negli spazi di Rinascimenti Sociali. Questa volta il dialogo prende le mosse dalla [f], per parlare di Finanza. Gli speaker confermati ad oggi sono:
//  Franco Becchis, Direttore Scientifico della Fondazione per l’Ambiente e della Turin School of Local Regulation
//  Marco Demarie, Responsabile Ufficio Studi, area filantropia e territorio della Compagnia di San Paolo
//  Corrado Ferretti, Presidente di PerMicro, microcredito in Italia

Stimolano gli interlocutori con domande e riflessioni:

//  Laura Orestano, CEO di SocialFare
//  Federico Maggiora, Presidente dell-Accademia di Progettazione Sociale Maurizio Maggiora.

 

“La fauna finanziaria è per lo più ignota al grande pubblico, e solo raramente è presente nell’informazione popolare, per gossip o in occasione di eventi clamorosi. Pochi conoscevano Lehman Brothers prima del fallimento e quasi nessuno sa cos’è Black Rock: eppure gestisce ricchezza finanziaria e immobiliare pari a 2 volte l’Italia. Per non parlare poi degli animali finanziari che si muovono nell’ombra, la shadow finance, appunto.

Anche gli strumenti finanziari si sono moltiplicati: a dispetto della complessità creata ad arte dai finanzieri, quasi tutti hanno basi semplici, nella antropologia delle relazioni economiche, pur avendo nomi oscuri: derivati, SWAP, CDS, CDO, MBAS.

Franco Becchis

Ispirandosi alla rivoluzione operata da Wikipedia (enciclopedia online a contenuto aperto, collaborativo, multilingue e gratuita) SocialFare® propone Wikisocial. Il primo ciclo di talk open source, che scardina l’impostazione convenzionale delle conferenze trasformando un evento in un luogo di convergenza. Alcune tra le più significative parole dell’innovazione sociale diventano lo spazio per riflettere su nuovi trend, ascoltare esperienze e riflessioni relative ai temi più attuali, fare domande dirette ai protagonisti del cambiamento.

 

WikiSocial | [F]inanza
25 febbraio 2016, dalle 18,30 alle 20,00.
Rinascimenti Sociali, via Maria Vittoria 38.

Green Jobs: opportunità in Italia, vieni a scoprirle l’11 febbraio presso Rinascimenti Sociali!

“Ci sono nuove energie da imbrigliare e nuovi lavori da creare.”

Barack Obama, 4 novembre 2008 – Chicago

In Italia il 42% delle imprese ha un indirizzo green: 27,5% Core Green e 14,5% Go Green. Il 27,5% del totale delle imprese in Italia è Core Green perché produce beni e/o servizi di elevata valenza ambientale, selezionati sulla base delle liste di standard internazionali accreditati (Ocse, Eurostat). Prevedibilmente le punte si registrano nella nostra Agricoltura, ormai di qualità e molto orientata in direzione ecologica, con ben il 40,6% di imprese Core Green. Elevate anche le presenze, notate dagli addetti ai lavori negli ultimi anni durante i quali si è fatta strada la green economy, nell’Industria con un rilevante 35,4%, come pure nell’Edilizia, dove ormai sono tante le aziende specializzate in riqualificazioni energetiche o soluzioni per la bioedilizia: raggiungono un 38,8%, percentuale impensabile fino a pochi decenni fa. E cominciamo ad avere presenze numericamente importanti anche nei servizi, con un 12,8% di imprese Core Green per Commercio, alberghi e ristorazione e un 19,5% per Trasporti, immobiliari, servizi finanziari e altri.

Ma la trasformazione verde coinvolge ormai modi di produrre, consumare e smaltire, essendo considerata una strategia fondamentale per superare la crisi economica ed ecologica che stiamo attraversando. Rinnovabili, edilizia, trasporti, agricoltura, turismo, comunicazione, finanza, gestione dei rifiuti: l’elenco è lunghissimo, e dimostra che la green economy interessa ogni comparto produttivo, generando nuovi posti di lavoro e consentendo la riqualificazione di molti di quei profili che non trovano più spazio nel mercato dell’occupazione. Per questa ragione on-line e off-line nascono moltissimi strumenti per orientare quanti a cogliere le possibilità offerte dall’ascesa della green economy.

La Guida ai green jobs è la panoramica più completa sui lavori verdi in Italia. L’analisi di ogni settore è preceduta da un’intervista a un esperto scelto tra gli imprenditori e i professionisti che hanno fatto della sostenibilità la chiave del loro successo. Le 100 schede che arricchiscono il volume indicano i percorsi formativi e le opportunità occupazionali di quella che nell’opinione di molti si prospetta come la prossima rivoluzione industriale, l’unica sostenibile. Sempre on-line segnaliamo anche il portale Green Jobs, dove trovare annunci di società o organizzazioni che operano nell’ambitio di:

 Energie rinnovabili
Ecologia e ambiente
No profit
Biologico
Altro (inerente la sostenibilità, l’ambiente o la responsabilità sociale)

Off-line iniziative virtuose come lo sportello Green Jobs  consentono di scoprire opportunità inattese attraverso consulenze personali gratuite affinché le persone interessate a orientare la propria professionalità a questo settore possano cogliere tali opportunità, e costruire un progetto professionale coerente, solido e dall’impatto sociale. Il servizio per il lavoro nella green economy è stato già attivo con successo a Milano, Trento e Ivrea. Lo sportello offre una consulenza di carriera personalizzata, sia in ambito di lavoro dipendente, sia di attività autonoma e imprenditoriale. In particolare i servizi offerti sono:

  • Supporto orientativo personalizzato
  • Indicazioni sull’andamento dei diversi settori legati alla green economy (es. efficienza energetica, energie rinnovabili, agroalimentare biologico, green building, rifiuti, turismo sostenibile, GDO, finanza sostenibile ecc…)
  • Figure professionali e mercato del lavoro
  • Riconversione di figure professionali esistenti in ambito green
  • Come ricercare lavoro nella green economy
  • Mentoring imprenditoriale nella green economy
  • Per gli studenti, supporto nella scelta del percorso di studi/universitario

Lo Sportello è gestito da Matteo Plevano, psicologo del lavoro, responsabile del portale Greenjobs.it e della rete di sportelli realizzati nelle altre città.

 

Il servizio gratuito e attivabile previa prenotazione.

 

Data e orari: 11 febbraio 2016, orari 9.30-13.30 e 14.30-17.30

Sede: Via Maria Vittoria, 38 – Torino – presso Social Fare

 

Per iscriversi inviare richiesta di appuntamento a: info@greenjobs.it

 

www.greenjobs.it

www.socialfare.org

 

Sellalab | Talenti da non buttare

Schermata 11-2457343 alle 18.03.43Essere un’impresa sostenibile oggi significa non solo rispetto dell’ambiente, rispetto della salute dei lavoratori e dei consumatori, e rispetto dei diritti umani, ma anche riduzione degli sprechi, creazione di nuovi e più trasparenti legami con le comunità di interesserisparmio delle materie prime e delle risorse economiche, razionalizzazione dei processi creativi e produttivi.

La sostenibilità è certamente uno dei più importanti veicoli di innovazione dal punto di vista tecnologico, organizzativo, commerciale e sociale. Inevitabilmente, un’azienda che si immette sulla via della sostenibilità si trova esposta a un gran numero di sollecitazioni a sviluppare prodotti innovativi. Nell’industria tessile una parte importante della ricerca e innovazione nel campo dei nuovi materiali, dei finissaggi e dei processi produttivi è stata, già negli ultimi anni, guidata dalla tensione verso una maggiore sostenibilità, divenuta quindi un elemento strategico imprescindibile.

In questo senso, il processo creativo assume una parte fondamentale: non basta comprenderlo in un nuovo paradigma sostenibile nei modelli di business, è necessario che esso diventi elemento di valore in tutta la catena di processi produttivi, di approvvigionamento, stoccaggio e di distribuzione: un vero e proprio Life Cycle Design che riesca a non produrre scarti. Ad oggi però il modello è ancora imperfetto, e la creatività deve dedicarsi a trovare soluzioni di ottimizzazione delle risorse che il modello attuale di produzione ancora non consente di impiegare in maniera ottimale.

Impegnati a sviluppare nuove soluzioni troviamo attori inediti, come Sellalab. Il polo di innovazione e accelerazione di impresa di Banca Sella ha deciso, infatti, di selezionare nove talenti dai differenti background (eco-design, ingegneria ambientale, social sciences and managment, fashion design, architettura, antropologia, matematica analitica), a cui affidare la ricerca di nuove soluzioni per i fondi di magazzino di due importanti imprese biellesi. I giovani ricercatori hanno sei mesi per immaginare una soluzione inedita, attraverso cui dare nuova vita ai tessuti campionari e allo stock di fili rimasti invenduti.

 Alessia Spadetto (26 anni, eco-designer) spiega che l’origine biellese è considerato sinonimo di qualità nel sistema moda, per quanto riguarda tessuti e filati. Settori storicamente radicati nel territorio, ora tanto più costretti dalla crisi economica ad aprirsi all’innovazione. Le due imprese coinvolte da Banca Sella nella sperimentazione presentano caratteristiche molto diverse. Da una parte piccole tirature su richiesta di tessuti finalizzati a presentare al cliente il proprio prodotto, con l’obiettivo di offrire una scelta capace di coprire i ritmi serrati delle case di moda e la loro necessità di differenziare il proprio prodotto. Dall’altra filati prodotti in quantità elevata per poter rispondere rapidamente per poter rispondere rapidamente alle numerose richieste del mercato.

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“Questo è uno dei motivi per cui i selezionati sono stati divisi in due team, ciascuno dedicato alle specificità di una delle due imprese”. Aggiunge Ilaria Ballari (27 anni, antropologa). “Il modello operativo con cui condurre la ricerca è stato indicato da Fullbrand e Sellalab, fissando degli step da seguire, ma l’organizzazione del lavoro è autonoma.” Si unisce al discorso Giulia Cuzzolin (25 anni, una laurea in disegno industriale ed eco-design): “Al momento le due squadre si stanno dedicando allo studio del settore, e in questa fase l’eterogeneità delle nostre formazioni ci consente una comprensione più estesa del materiale che stiamo collezionando: ognuno coglie qualcosa di diverso!”

Siamo nella stanza di Rinascimenti Sociali in cui da settembre i ragazzi esplorano il settore a cui si stanno dedicando, si confrontano, ridono, cercano soluzioni. Nel centro della stanza due tavoli rotondi, attorno ai quali sono raccolte le due squadre. Nelle vetrine spiccano pile di tessuti, rocchetti di dimensioni diverse.

“La richiesta”, specifica Fausto Saltetti (29 anni, laureato in architettura con un master in marketing), “è quella di trovare un nuovo impiego per questi fondi di magazzino all’esterno dei prodotti legati alla moda o all’abbigliamento”.

Gli fa eco Enrico Orlanda (22 anni, Fashion Designer) :”Anche per questo è stato scelto un team misto, con background differenti, in cui ognuno può dare un contributo diverso. Il mondo della moda ha già cercato delle soluzioni al problema con risultati non sempre soddisfacenti.” Aggiunge Alice Sanca (26 anni, eco-designer): “Probabilmente si cerca, anche, di non entrare in conflitto con quella clientela che ha scelto questi tessuti proprio per caratterizzare la propria offerta!”

Sara Lisot (27 anni, titolo conseguito all’estero in Social Sciences Managment) precisa: “In ogni caso l’unico reale vincolo posto alla nostra idea è stato quello di generare posti di lavoro nel territorio biellese per generare impatto sociale positivo, e far emergere l’importanza del rapporto tra impresa e territorio.”

“Abbiamo tempo fino al 25 marzo per ipotizzare una soluzione, con la speranza che sia efficace e scalabile.” Commenta Stefania Caglia (26 anni, ingegnere ambientale).

E l’urgenza di soluzioni innovative in questo ambito trovano conferma nei dati della Commissione Europea, l’industria del riciclo infatti è sempre più strategica per diminuire l’impiego di risorse naturali e per migliorare l’efficienza energetica. Nel Vecchio Continente il settore del riuso produce un fatturato di 24 miliardi di euro grazie a 60 mila imprese con mezzo milione di addetti. L’UE ospita circa il 50% delle industrie che nel mondo lavorano partendo dai rifiuti.  In Italia, nel 2008, secondo l’ultimo rapporto ISPRA sui rifiuti speciali, il 37,4% dei rifiuti non pericolosi del manifatturiero proviene da tessile, abbigliamento e industria conciaria.

Il sistema moda produce ogni anno tonnellate di scarti che finiscono in gran parte in discarica e che potrebbero essere nuovamente inseriti nel ciclo produttivo in modo innovativo generando nuove possibilità. Ci sono opportunità che è necessario non vengano buttate.

 

GammaDonna | Come cambia l’Italia: settimo Salone Nazionale dell’Imprenditoria femminile e giovanile

L’Italia sta cambiando il suo modo di fare impresa. L’associazione GammaDonna dimostra di esserne pienamente consapevole, esplorando l’evoluzione dell’imprenditoria italiana nella settima edizione del suo salone:“Come sta cambiando l’Italia? I modelli imprenditoriali emergenti”. Il programma degli incontri e dei workshop si propone di mettere in luce gli aspetti su cui il Paese dovrà concentrare interventi e strumenti di sostegno. La vera sfida per il nostro paese ora è, infatti, quella di attivare una “contaminazione” tra innovazione ed economia consolidata attraverso nuove modalità di fare impresa, tendenze che innovano i processi tradizionali, modelli imprenditoriali emergenti capaci di coniugare l’innovazione con la capacità di lavorare in squadra, attivare relazioni di business trasversali, attingere alle nuove frontiere del marketing e della comunicazione.

Anche in questa edizione donne e giovani sono i protagonisti del Salone Nazionale dell’Imprenditoria femminile e giovanile, che avrà luogo a Torino il 12 Novembre al Campus Einaudi con il patrocinio del Ministero dello Sviluppo Economico. Giunto al suo decimo anno di vita il Salone si è affermato a livello nazionale come manifestazione di alto livello per contenuti e format, guadagnando diverse medaglie di riconoscimento da parte del Presidente della Repubblica, e diventando un preciso punto di riferimento per quanti operano nel settore.

La giornata si apre con il conferimento del premio Giuliana Bertin Creativity Award a cinque storie di successo. Tantissimi i protagonisti dell’economia creativa presenti al Salone: decine di innovatori parteciperanno ai lavori del pomeriggio con l’obiettivo comune di formulare proposte d’intervento, concrete e condivise, da sottoporre agli enti competenti. I numeri di oggi delle imprese in rosa sono in leggero aumento. InfoCamere parla di una totalità di 1,3 milioni di realtà al femminile in Italia, con un tasso di crescita positivo. In sintesi, un’impresa su 5 è al femminile.

Ingresso gratuito, con accredito on-line.

 

 

SocialFare® e Oltre Venture insieme per generare impatto sociale

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È ufficiale: Oltre Venture, primo fondo italiano di venture capital sociale, ha siglato un accordo di partnership con SocialFare®| Centro per l’Innovazione Sociale. Oltre Venture, società di Venture Capital Sociale, opera oramai da oltre dieci anni nel supporto e nel lancio di nuove iniziative ad impatto sociale. Oltre sta attualmente lanciando il secondo fondo – Oltre II – che metterà a disposizione degli imprenditori sociali nuove risorse finanziarie e supporto manageriale per la realizzazione di nuove imprese.

Oltre Venture e SocialFare® si sono trovati concordi sulla necessità, ed opportunità, di avviare una collaborazione che si focalizzi sull’accelerazione di soluzioni innovative alle più pressanti sfide sociali, accelerazione che si declini in forma di impresa a impatto sociale: impresa capace di generare valore economico-finanziario e valore sociale per la comunità.

SocialFare®, Centro per l’Innovazione Sociale presenterà a Oltre Venture business idea, start-up e imprese a impatto sociale, come possibili soggetti nei quali investire, in linea e coerenza con la mission del fondo. La diligence sarà rigorosa e challenging. Tra i canali attraverso cui SocialFare® gestirà il processo di selezione delle startup/imprese anche l’acceleratore di conoscenza e imprenditorialità Rinascimenti Sociali (che ha recentemente lanciato la propria call FOUNDAMENTA, attiva fino al 5 dicembre 2015). La prima sinergia tra Oltre Venture e SocialFare® inizierà, infatti, proprio con FOUNDAMENTA: la call che intende reclutare, a livello nazionale, idee e soluzioni innovative a impatto sociale. Le proposte selezionate saranno ammesse ad un panel di valutazione per investimento da parte di Oltre Venture.

Lorenzo Allevi, AD di Oltre Venture, ha commentato così l’accordo: “questo nuovo modo di fare impresa – con una forte attenzione all’impatto sociale – si sta sviluppando sempre più; avere luoghi in cui professionisti del settore aiutino l’imprenditore a fare i primi passi nella concretizzazione delle proprie idee, è fondamentale sia per gli imprenditori, sia per gli investitori istituzionali. Per questo motivo noi siamo molto felici di questa collaborazione “

Laura Orestano, AD SocialFare®, ha espresso la soddisfazione di tutta la squadra SocialFare® e dei tanti partner convenuti in Rinascimenti Sociali, auspicando che questa collaborazione sia: “linea di partenza per un modello di convergenza sociale e finanziaria per costruire quelle nuove imprese di servizi e prodotti delle quali l’Italia ha tanto bisogno per creare innovazione sociale e sostenibilità economico-finanziaria”.

Digital Urbanism | semi di Eden (Energy Data ENgagement)

Internet smetterà di essere il protagonista della nostra evoluzione tecnologica. Lo ha affermato Erich Schmidt al World Economic Forum 2015. L’executive chairman di Google ritiene, infatti, che la rete sarà completamente assorbita  da tutto ciò che ci circonda e, metabolizzata dalla nostra società, arriverà a far parte di essa in modo definitivo. A innescare questo processo l’internet delle cose (Internet of Things-IoT), ovvero l’estensione per cui i nostri oggetti acquisiscono intellingenza comunicando dati su se stessi e sull’ambiente che li circonda.

//Internet of Things

L’analisi di Schmidt sull’IoT trova conferma nei dati di una recente ricerca di mercato condotta da Gartner secondo cui entro il 2020 questa rivoluzione arriverà a coprire oltre 26 miliardi di dispositivi connessi. Un numero di gran lunga superiore a quello attuale di smartphone, tablet e pc: l’Internet of Things avrà un impatto sulla società superiore a quello che ha avuto internet stessa.

Sempre Gartner, compagnia leader nella ricerca sull’informazione tecnologica e nella consulenza, dichiara in un report dedicato  che le persone stesse diventeranno “nodi” di internet, producendo sia dati statici che un sistema costante di attività capaci di generare informazioni.

In quest’ottica rispetto all’IoT le città sono leggibili come microcosmi che beneficiano della connesione tra persone, processi, dati e cose. L’evoluzione del concetto di “Smart City” negli anni è stata soggetta a numerosi rielaborazioni, ma una parte è rimasta sempre costante: la parte relativa alla dimensione “smart” è sempre stata connessa con la tecnologia delle informazioni e della comunicazione e internet per rispondere alle sfide urbane. La sfida che ora sorge per progettisti, architetti e urbanisti è ilDigital Urbanism”.

//Efficienza Energetica

Oltre alle sfide legate al passato l’IoT diventa strumento fondamentale anche per il miglioramento di ciò che esiste, come ad esempio nei processi di efficientamento energetico degli edifici pubblici. La Direttiva europea 2002/91/CE, fonte di tutta la recente legislazione in materia di rendimento energetico nell’edilizia, sottolinea che “l’energia impiegata nel settore  residenziale e terziario, composto per la maggior parte di edifici, rappresenta oltre il 40% del consumo finale di energia della Comunità; in questo contesto, gli edifici pubblici   costituiscono   un   considerevole   patrimonio   edilizio   sul   quale   poter intraprendere iniziative di miglioramento del rendimento e di efficienza energetica.

Il modello consolidato di produzione centralizzata di energia elettrica va trasformandosi in quello più articolato e avanzato, sia dal punto di vista tecnologico che gestionale, di generazione distribuita. Tale evoluzione suggerisce un nuovo paradigma per la produzione e distribuzione di energia che vede energia e informazioni veicolate su rete attiva, secondo un modello internet-like, con interazione continua tra produttori e consumatori e scambio costante di informazioni sui flussi di energia prodotta e la richiesta del momento.

Le nuove tecnologie offrono agli obbiettivi di efficenza energetica strumenti rivoluzionari. Di particolare interesse il sistema di smart metering : sistema di controllo basato su reti di sensori (wireless, Pic, RS485) per il monitoraggio in tempo reale dei consumi di luce, gas e acqua. La possibilità di monitorare i consumi con una cadenza molto più serrata che in passato (si passa dai dati della bolletta mensile alle informazioni prodotte ogni ora dagli smart meters) offre opportunità interessanti sia per i consumatori che per i produttori. Ma la massa di dati prodotti non sempre è leggibile. La sfida degli open data, infatti, è aperta.

Ma i cittadini sono pronti ad utilizzare questi strumenti?

//EDEN_Energy Data ENgagement

L’abilitazione al cambiamento trova idealmente sponda nell’educazione ma la scuola fatica ad accogliere le istanze tecnologiche sottese a questi processi. Alcuni esperimenti iniziano a prendere piede, come EDEN_Energy Data ENgagement. Progetto di IREN che nasce dall’idea di utilizzare il paradigma dell’Internet delle Cose per favorire una consapevolezza diffusa sui consumi energetici all’interno delle scuole.


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Il progetto ha coinvolto 3 scuole del quartiere Campidoglio della Città di Torino (Scuola Elementare Gambaro, Scuole Medie Nigra e De Sanctis). In alcune classi, o luogo significativi per la socialità sono stati posizionati dei sensori (in maggioranza rilevatori di parametri termici) distribuiti e connessi a internet. Questi smart meters sono stati integrati a una serie di strumenti di controllo dei dati raccolti (app, siti internet, cruscotti digitali di analisi e gestione dei dati), la cui osservazione permette di elaborare strategie di divulgazione e comunicazione che rendano gli utenti capaci di compiere scelte energetiche razionali e improntate alla riduzione dei consumi.

 

SocialFare® | Centro per l’Innovazione ha contribuito allo sviluppo di una social platform digitale studiata per l’engagement che, dando visibilità e significato a dati raccolti da sensori collocati negli istituti scolastici e in altri edifici e luoghi pubblici, potesse generare consapevolezza e stimoli comportamenti sostenibili negli studenti e, attraverso loro, nella cerchia più ampia di famiglie e cittadini. Il progetto intende sviluppare un sistema di raccolta, rappresentazione e condivisione di informazioni a soggetti diversi (Energy Manager, Studente, Stakeholder), rendendo accessibili e trasparenti i dati afferenti alle “cose” che ci circondano e stimolando l’implementazione di azioni e progetti di efficienza energetica. 

Al termine del progetto, conclusosi a luglio del 2015, è stato prodotta una valutazione dell’impatto sociale generato, rendendo evidente:

– l’importanza centrale degli insegnanti come mediatori di diffusione di consapevolezza e acquisizione di buone pratiche;

– l’importanza del gaming nell’engagement degli studenti;

– le potenzialità di diffusione connesse al ruolo degli studenti all’interno dell’ecosistema scuola-famiglie-quartiere.

La valutazione d’impatto ha coperto tutta la durata del progetto, prevedendo:

//in fase preliminare i rilievi olistici di contesto per evidenziare le specificità delle tre scuole e per studiare le condizioni “ambientali” in cui il progetto veniva realizzato.  

//In fase di implementazione alcuni nostri progettisti hanno proposto laboratori living-lab sia ai docenti che agli studenti con la finalità di co-progettazione la social-platform. L’indagine a chiusura del progetto ha previsto, accanto ad alcune interviste semi-strutturate, la somministrazione di sondaggi on-line ai docenti, e questionari in versione cartacea per  raggiungere studenti e famiglie.

//A chiusura del progetto gli esiti delle nostre ricerche sono stati formalizzati attraverso una data visualization, che ha rappresentato l’impatto sociale generato come una goccia capace di propagarsi attraverso le diverse cerchie coinvolte a seconda dell’estensione degli stakeholder raggiunti.

Il progetto ha vinto il premio SMAU per le Smart Communities.

 

FOUNDAMENTA#1 | Call4Startups

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FOUNDAMENTA#1 è prima call lanciata da Rinascimenti Sociali, acceleratore di conoscenza e imprenditorialità sociali: un ecosistema aperto che aggrega partner nazionali e internazionali con l’obiettivo di co-sviluppare soluzioni innovative alle più pressanti sfide sociali.

La call FOUNDAMENTA#1 ha come obiettivo selezionare fino a un massimo di 12 tra le migliori business idea/ start-up che rispondano a importanti sfide sociali del nostro paese presentando una soluzione innovativa nelle seguenti aree a impatto sociale generando nuova economia:

// Istruzione e Apprendimento
// Cibo e Alimentazione
// Salute e Benessere
// Housing
// Patrimonio culturale e artistico 
// Cittadinanza attiva 
// Migrazione

Le business idea/start-up selezionate saranno ammesse gratuitamente al programma di accelerazione Rinascimenti Sociali.

C’È TEMPO FINO AL 5 DICEMBRE!

// La partecipazione alla call è gratuita e APERTA a tutti gli italiani o stranieri che studiano o lavorano in Italia. Il referente del team deve essere maggiorenne.

// Sono ammesse imprese/soggetti costituiti in qualsiasi forma, purché costituiti da meno di 24 mesi (snc, srl, associazioni, cooperative, imprese sociali, ecc.), che team di progetti (eventualmente anche spin-off universitari o di altre organizzazioni/enti).

// La value proposition dei proponenti deve costituire una potenziale risposta a una sfida sociale o la generazione di valore economico condiviso e comunitario.

Le proposte selezionate accederanno a un programma unico in Italia, della durata di sei mesi (da gennaio a giugno 2016), capace di mettere a sistema per la prima volta diverse professionalità ed expertise, partner e mentor di eccellenza a livello nazionale e internazionale!

La call aperta ufficialmente il 14 ottobre 2015 alle ore 12:00, terminerà il 5 dicembre. Comunicazione delle business idea e start-up selezionate entro il 14 dicembre.

www.rinascimentisociali.org

Per maggiori informazioni in merito alla call FOUNDAMENTA#1 è possibile:

visitare il sito

http://rinascimentisociali.org/foundamenta/

scaricare il bando completo al seguente link

http://rinascimentisociali.org/wp-content/uploads/2015/10/foundamenta-bando.pdf

scrivere a

info@rinascimentisociali.org

La call FOUNDAMENTA#1 è promossa e gestita da

SocialFare® | Centro per l’Innovazione Sociale in collaborazione con il Consorzio TOP-IX

Il programma di accelerazione è erogato e gestito da SocialFare® in collaborazione con il Consorzio TOP-IX e la rete dei partner Rinascimenti Sociali.

 

 

 

 

I vincitori dell’European Social Innovation Competition

Già al centro di un’intervista rilasciata a SocialFare un mese fa, il progetto italiano “Quid” è tra i 3 vincitori della seconda edizione dell’European Social Innovation Competition, dedicata al lavoro. Ieri la proclamazione a Bruxelles, con l’assegnazione ad ognuno di 30 mila euro.

Selezionate su 1254 provenienti da tutta Europa, le idee premiate – insieme con le altre 27 semifinaliste – fino alla fine del 2014 saranno sostenute nella loro realizzazione dalla Social Innovation Accademy, che le ospiterà a Londra il 23 e 24 giugno prossimi per un secondo momento formativo (il primo si è tenuto a Bilbao nel marzo scorso).

logoquid“Quid” è un nuovo marchio di moda nato a Verona. Il progetto è finalizzato al reinserimento di donne svantaggiate attraverso la trasformazione di tessuti di qualità made in Italy o capi di abbigliamento invenduti in nuovi prodotti unici e originali. Riproponiamo l’intervista  pubblicata su questo stesso blog.

Le altre 2 idee premiate sono “Urban Farm Lease” (Belgio)  e ”Voidstarter” (Irlanda): il primo mira a incoraggiare la diffusione dell’agricoltura urbana a Bruxelles, creando 6 mila posti di lavoro diretti più altri 1500 indiretti; il secondo permetterà a persone disoccupate di rimettere a nuovo le numerose abitazioni di social housing che oggi sono vuote a Dublino, trasformandole in luoghi di formazione e imprenditorialità.

foto di gruppo dei 10 finalisti

foto di gruppo dei 10 finalisti

Si chiude così la seconda edizione di una competition che ha registrato una partecipazione più che raddoppiata rispetto allo scorso anno, segnale di un crescente interesse verso l’innovazione sociale. Un interesse che vede l’Italia protagonista: oltre un quarto delle idee presentate provenivano dal nostro Paese, complice il particolarmente fosco quadro occupazionale e la conseguente ricerca di soluzioni alternative per creare lavoro. Di qui la necessità di convogliare risorse e creatività entro canali che conducano a progetti che siano realmente innovativi e di forte impatto sociale.