“Social Entrepreneurs: Have Your Say!” , il documento finale

Secondo la “Guide to social innovation” pubblicata un anno fa dalla Commissione Europea, l’obiettivo che caratterizza le imprese sociali è quello di creare valore sociale in modo innovativo, finalizzando la produzione di beni e servizi al bene comune.

L’evento interattivo “Social Entrepreneurs: Have Your Say!”  di venerdì 16 e sabato 17 gennaio a Strasburgo, organizzato dalla Commissione europea, ha fatto il punto della situazione a tre anni dal lancio, nel 2011, dell’Iniziativa per l’imprenditoria sociale (Social Business Initiative) che individuava tre linee d’intervento per promuovere le imprese sociali: agevolazione dell’accesso ai finanziamenti, maggiore visibilità, ottimizzazione del quadro giuridico.

.strasburgoL’evento di Strasburgo ha quindi focalizzato le priorità per le azioni future volte a sostenere le imprese sociali. Imprese che dovranno giocare un ruolo maggiore perché vengano centrati quegli obiettivi economici, sociali e ambientali fissati dalla Strategia Europea 2020.

Oltre 2000 partecipanti hanno preso parte ai lavori delle 12 sessioni parallele di approfondimento su temi quali i fondi strutturali, la misurazione dell’impatto sociale, gli strumenti finanziari… Nella dichiarazione finale si sottolinea come il modello economico e sociale dell’Europa debba reinventarsi, per promuovere uno sviluppo più equo, più “verde” e ancorato alle comunità locali.

Ecco allora che l’impresa sociale viene individuata come veicolo capace di guidare il cambiamento, generando soluzioni innovative per rispondere alle nuove sfide. Un’impresa che nell’interesse generale crea lavoro (uno degli obiettivi della Strategia Europea 2020 è l’abbattimento della disoccupazione, soprattutto tra i giovani), fornisce prodotti e servizi innovativi, promuove un’economia più sostenibile.

Il documento finale individua quindi alcune caratteristiche che accomunano tutte le imprese sociali, tra cui la centralità del bene comune – da perseguire ponendosi obiettivi sociali sui quali reinvestire i profitti – e un metodo organizzativo basato sulla democrazia, sulla partecipazione e sulla giustizia sociale.

L’impresa sociale rappresenta insomma un nuovo modello di business che risponde in modo equilibrato ai diversi bisogni finanziari, sociali, culturali, ambientali; gli imprenditori sociali sono agenti di cambiamento, “appassionati” al miglioramento della vita delle persone e delle comunità. E non c’è zona in Europa che non possa beneficiarne.

Come aiutare, però, le imprese sociali a esprimere le loro potenzialità? Di tali potenzialità Governi ed enti locali si stanno rendendo conto: sono sempre più numerose le iniziative per incoraggiare la crescita di questa realtà. A livello europeo, sono state individuate 10 azioni. L’Iniziativa per l’imprenditoria sociale lanciata dall’Unione Europea è stata un buon inizio e ha dato i suoi frutti. Ma, avverte il documento finale di Strasburgo, non dobbiamo perdere tempo.

E’ necessario passare alla seconda fase del progetto, con un maggior impegno politico a livello europeo, nazionale, regionale e locale per creare una rete, un’ecosistema di supporto alla crescita dell’imprenditoria sociale. Le istituzioni europee e gli Stati membri sono quindi invitati a rafforzare il ruolo delle imprese sociali nelle riforme strutturali per uscire dalla crisi, soprattutto là dove l’economia sociale è meno sviluppata. Così come vengono auspicati il sostegno politico a una maggiore cooperazione tra le imprese sociali dei diversi Paesi, per condividere conoscenza e pratiche, e una maggiore collaborazione tra le stesse autorità pubbliche.

Tra le azioni proposte, anche la predisposizione di strumenti finanziari adeguati e il supporto alle aziende sociali nel corso della loro attività attraverso le figure di intermediari. Ancora, il potenziamento del lavoro di ricerca e di monitoraggio a livello nazionale per meglio comprendere questa realtà e darle visibilità.