FOUNDAMENTA: un’opportunità per le startup! Intervista a EthicJobs

Intervistiamo Luca Carrai, CEO e Responsabile Commerciale di EthicJobs, startup che ha recentemente portato a termine il percorso di accelerazione FOUNDAMENTA#4 con SocialFare.

Vuoi partecipare a FOUNDAMENTA?
La call è aperta! Applica qui

Ethicjobs (www.ethicjobs.com) valuta e certifica la qualità del lavoro percepita dai collaboratori all’interno delle imprese. L’obiettivo è dare forte visibilità a tutte le aziende che già offrono una qualità del lavoro eccellente, aiutando nel contempo le altre ad efficientarsi a livello sociale e, di conseguenza, a livello economico.

 

Quale valore aggiunto ha portato a EthicJobs la partecipazione al programma di accelerazione FOUNDAMENTA?

Dopo aver tentato diverse strade e percorsi, il programma di accelerazione #FOUNDAMENTA ha finalmente portato EthicJobs su un gradino più alto, trasformandola in una realtà imprenditoriale ben più solida e in qualche modo più corporate. Grazie al team di SocialFare, alla loro professionalità e al network di esperti con cui ci hanno messi in contatto, abbiamo rivisto le dinamiche interne all’azienda, assegnato i ruoli giusti alle persone giuste, ci siamo dotati di un sito web migliore e di strumenti all’altezza dei nostri obiettivi.

Consiglieresti a una startup di candidarsi alla call FOUNDAMENTA#6?

Assolutamente sì, FOUNDAMENTA è davvero l’occasione per far crescere la tua startup, per maturare una buona consapevolezza del qui ed ora, per capire dove si vuole andare e che strada intraprendere per arrivarci. Il valore aggiunto è senz’altro la professionalità del team che SocialFare mette a completa disposizione delle startup accelerate, offrendo supporto in tutti gli ambiti più importanti per un progetto imprenditoriale emergente, dal marketing alla gestione economico-finanziaria, passando per l’opportunità di conoscere investitori interessati e imparare a presentarsi nella maniera giusta al loro cospetto.

Quali i prossimi traguardi per EthicJobs?

Dopo aver portato a termine il programma ed esserci presentati ad un buon panel di investitori nel corso del Social Impact Investor Day dello scorso 15 marzo, oggi possiamo dire di avere i numeri, il servizio e le validazioni da parte del mercato per scalare a livello nazionale, tenendo a mente l’obiettivo ambizioso di portare in qualche forma un cambiamento positivo ed etico nel mondo del lavoro in Italia.

 

Al via la sperimentazione piemontese di DesAlps: il Design Thinking a vantaggio delle PMI

 

SocialFare è lieta di partecipare in qualità di observer alla sperimentazione italiana del progetto DesAlps – Design Thinking for a Smart Innovation Eco-System in Alpine Space” promossa dalla Città Metropolitana di Torino con il supporto tecnico di Experientia.

Al via la sperimentazione piemontese
di Des Alps:
il Design Thinking a vantaggio delle PMI

Venerdì 18 maggio a Torino il 1° workshop
per preparare le piccole e medie imprese alle sfide dell’innovazione

 

Torino, 30 aprile 2018 – Arriva a Torino la sperimentazione del progetto europeo DesAlps – Design Thinking for a Smart Innovation Eco-System in Alpine Space”, progetto europeo che mira ad intervenire sulla frammentarietà dell’offerta di servizi a supporto delle imprese nei processi di innovazione. Enti di ricerca, istituzioni e agenzie per l’innovazione in 5 nazioni, dislocate lungo l’arco alpino, hanno lavorato alla creazione di una piattaforma per incentivare l’approccio Design Thinking e favorire lo sviluppo delle piccole e medie imprese attraverso la mutua cooperazione tra imprenditori, esperti di innovazione e policy maker.

La Città Metropolitana di Torino, partner del progetto, propone con il supporto tecnico di Experientia, tre appuntamenti gratuiti riservati a quanti lavorano in una piccola o media impresa del territorio. La richiesta di iscrizione al 1° workshop, che si terrà venerdì 18 maggio dalle 9.00 alle 17.30 presso Rinascimenti Sociali in via Maria Vittoria 38 a Torino.

La partecipazione al workshop è gratuita, i posti sono limitati e riservati agli addetti ai lavori in ambito PMI. Chi effettua la pre-registrazione su Eventbrite ricerverà il form da compilare per completare l’iscrizione:

Vuoi partecipare? Compila qui la richiesta

L’organizzazione si riserva la possibilità di selezionare i partecipanti.

 

Il Progetto “DesAlps” è iniziato nel 2016 e terminerà nel 2019. Finanziato dal programma Interreg Alpine Space, il progetto mira a sviluppare un ecosistema favorevole all’applicazione di strategie di innovazione per le PMI basate sul Design Thinking: metodologia di problem solving creativo che consente di progettare cambiamenti nella strategia di business delle imprese, rendendola più flessibile ai cambiamenti del mercato e attenta bisogni dell’utente.

Il Design Thinking si adatta a tutti i tipi di aziende e di settori produttivi ed è applicabile a diversi tipi di problemi, che siano di strategia, di organizzazione, di sviluppo nuovi prodotti o servizi.

Due le strategie che il progetto sta attivando per costruire un ecosistema favorevole all’utilizzo del Design Thinking:

  • migliorare le politiche a supporto dell’innovazione delle PMI favorendo l’inclusione del Design Thinking, in dialogo con un consiglio di Osservatori regionali nelle attività di progetto.
  • attivare dei Design Thinking Lab, centri di diffusione e di formazione sul Design Thinking nelle regioni partner, migliorando le sinergie con gli strumenti di innovazione già esistenti e favorendo la diffusione dei risultati di progetto attraverso una piattaforma permanente che fungerà da network per imprese e formatori.

Des Alps si sviluppa in 4 fasi fondamentali:

  1. Ricerca sullo stato dell’arte dell’innovazione nelle varie aree coinvolte dal progetto;
  2. Creazione di un metodo condiviso sul tema del Design Thinking;
  3. Test sulle aziende del modello operativo e dei suoi strumenti;
  4. Capitalizzazione e diffusione dei risultati.

Il progetto ha come capofila t2i, società consortile italiana per il trasferimento tecnologico e innovazione, e coinvolge prestigiosi enti di ricerca, istituzioni e agenzie di diverse nazioni: Francia (Toulon Var Technologies  e Agence Régionale pour l’Innovation et l’Intenationalisation des Entreprises de Provence-Alpes-Côte d’Azur), Germania (BWCon – Baden-Württemberg Connected), Austria (BizUp- Business Upper Austria e Innovations und Technologietransfer Salzburg), Slovenia (Camera di commercio e dell’industria di Lubiana e Maribor Development Agency) e Italia (Città Metropolitana di Torino e Camera di Commercio di Padova).

Il progetto ha inoltre visto il coinvolgimento di esperti di Design Thinking come observer, che hanno seguito le diverse fasi di ricerca e costruzione metodologica: per Torino SocialFare | Centro per l’Innovazione Sociale ha seguito gli incontri internazionali di preparazione e il lavoro sul territorio.

Dopo aver mappato attraverso questionari ed interviste le esigenze delle PMI attive lungo l’arco alpino, sono stati realizzati dei workshop per condividere gli strumenti elaborati dai diversi partner al fine di coprogettare un format capace di diffondere il Design Thinking come supporto all’innovazione. Con questi 3 workshop gratuiti Experentia porta ora la sperimentazione sul territorio piemontese.

Compila qui la richiesta di partecipazione
al workshop del 18 maggio 2018

Innovare con impatto sociale: BTREES intervista Laura Orestano

Ringraziamo BTREES per l’intervista a Laura Orestano, CEO di SocialFare, pubblicata sul blog www.btrees.social sul tema “Innovare con impatto sociale”.

Buongiorno Laura! Grazie per essere qua con noi. Cominciamo subito dalla prima domanda: cos’è Social Fare in una frase? E qual è la vostra missione?

SocialFare è il primo Centro per l’Innovazione Sociale in Italia con focus verticale sullo sviluppo di modelli, servizi e prodotti che rispondano in modo innovativo alle sfide sociali contemporanee. La nostra missione è quella di generare innovazione a impatto sociale, cioè rilevante per la qualità della vita delle persone e delle comunità. SocialFare esplica la sua azione in due modi: accelerando conoscenza e accelerando imprese a impatto sociale.

 

Perché Torino? E perché Rinascimenti Sociali? Ci spiegate com’è nato lo spazio?

Torino ha un mix unico in Italia in termini di azione sociale, cultura di impresa e sviluppo tecnologico: questi sono tre elementi chiave per costruire nuove soluzioni e nuove imprese ibride, cioè, che intendano risolvere dei bisogni/sfide sociali, che siano strutturate managerialmente, che includano la tecnologia ed il digitale come parte della loro offerta.
Rinascimenti Sociali è il luogo e la rete di convergenza tra attori, pubblici e privati, profit e no profit che si sono riconosciuti come uniti da un obiettivo comune: generare impatto sociale positivo per generare nuovo sviluppo economico ma anche culturale, in termini di nuovi modelli di riferimento e non solo di nuove prassi.

Lo spazio è nato dal basso: era vuoto e disponibile, un piccolo gruppo di attori lo ha visto come sede della sperimentazione di convergenza e ha iniziato a trasferire le proprie attività, man mano altri attori sono arrivati, sempre in coerenza con la visione iniziale, e si sono trasferiti ma anche aggiunti alla rete non solo fisica. Ognuno ha portato qualcosa, ha configurato il pensiero, il modello, le relazioni, le opportunità che si sono moltiplicate, la comunicazione che è divenuta coesa, ognuno ha portato anche i propri mobili ed allestimenti: non era una casa costruita da altri, omologata anche nel suo apparire ma una casa comune costruita da tutti coloro che si identificano con la visione e per questo ricca di diversità ed anche di opportunità vere. Oggi Rinascimenti Sociali conta più di 40 partner di diversa natura e costituisce un punto vibrante, innovativo ed in continua evoluzione non solo in Italia ma in tutta Europa.

 

Foundamenta#4 è stato il vostro ultimo bando. Come scegliete le startup? Sulla base di quali criteri principali?

Il 15 di marzo si è concluso il programma di accelerazione FOUNDAMENTA#4, nel frattempo abbiamo selezionato i nuovi progetti che entreranno nel quinto programma di accelerazione e, il 26 di marzo, abbiamo lanciato la nuova call FOUNDAMENTA#6 il cui programma inizierà il 24 settembre per poi concludersi il 24 gennaio 2019.

Questi ritmi richiedono un processo e criteri di selezione rodati e ben condivisi. I criteri con i quali selezioniamo i progetti sono tendenzialmente i seguenti: il team, fondamentale, quello che cerchiamo è un team di founder con un forte commitment nel progetto e che lavora full time (almeno dal momento dell’ingresso al programma); l’idea, che deve risolvere un bisogno chiaro e in modo nuovo rispetto ai competitor diretti/ indiretti, mostrando una value proposition distintiva; il mercato, un mercato in crescita, anche di nicchia, ma con forte potenziale.

Questi aspetti vengono sempre tenuti a mente durante l’intero iter di selezione che è caratterizzato da tre macro attività:

1) Lancio della call su F6S. Piattaforma di riferimento a livello globale al quale si appoggiano molti acceleratori e incubatori.

2) Screening e diligence, tramite call e meeting, del team di accelerazione.

3) Presentazione dei migliori 10 progetti a SocialFare Seed, il veicolo che investe nelle startup accelerate.

 

Quali case histories di maggiore valore vi rendono più felici di quanto fatto sino ad ora, in questi anni?

Abbiamo due livelli di osservazione di quello che è stato fatto in questi anni: l’osservazione del modello e l’osservazione delle attività specifiche. In termini di modello quello che ci rende felici è che SocialFare è un organismo vivo, dinamico, aperto, auto-regolato e che attrae intelligenza internazionale, giovani che vogliono cambiare il mondo con professionalità e una precisa scala di valori e di scelte.

In termini di attività specifiche, siamo felici ogni volta che una startup fa un passo avanti e incontra investitori che ci credono, ogni qual volta le nostre attività di accelerazione di conoscenza, nelle scuole, nelle cooperative così come nel privato, sviluppano maggiore consapevolezza e saper fare, con strumenti nuovi, internazionali, riconoscibili e di reputazione.

 

Come si comporta l’Italia rispetto al mondo dell’innovazione sociale? Stanno aumentando gli investimenti?

L’Italia sta prendendo coscienza che l’innovazione sociale, così come l’imprenditorialità sociale, possono costituire una vera leva di sviluppo per il Paese. Gli investimenti sono disponibili, almeno sulla carta, ma c’è bisogno di maggiore capacity: sia in termini di qualificazione della domanda (imprese pronte ad essere investite) sia in termini di propensione al rischio (da parte degli investitori); e poi c’è il grande punto politico: serve “evolutionary policy-making“, cioè politiche che siano dinamiche e che accompagnino in modo dinamico e sistemico l’innovazione sociale.

 

Quali sono le prossime iniziative in arrivo?

SocialFare sta progettando in modo sistemico ed agendo in modo imprenditoriale: significa che costruisce parti mancanti della catena del valore dell’innovazione sociale e le attiva come sperimentazioni imprenditoriali “in-house”. In questo approccio ha lanciato recentemente SocialFare SEED, primo veicolo/fondo impact seed che investe seed money nelle startup a impatto sociale accelerate da SocialFare attraverso la call Foundamenta e a breve lancerà un’altra iniziativa sistemica nell’area di accelerazione della conoscenza a impatto sociale, laddove già stiamo raccogliendo grandissimi risultati con il nostro programma Design Your Impact, programma di accelerazione di conoscenza pratica sugli strumenti dell’innovazione sociale. Recentemente, SocialFare è stato anche promotore della nuova piattaforma Torino Social Impact, ulteriore tentativo di raccordo metropolitano per posizionare Torino tra le leading cities europee per l’innovazione sociale.

 

 

Imprese sociali e terzo settore: realtà e prospettive in provincia di Torino

1900 realtà tra cooperative sociali, imprese sociali, realtà ibride e l’ampio mondo del volontariato e delle associazioni di promozione sociale. Le sole cooperative, cresciute dal 2001 dell’88%, danno lavoro a 22mila addetti, con un valore della produzione pari a 830 milioni di euro.

Torino, 20 marzo 2018 – presentati a Palazzo Birago i dati relativi ad un esteso lavoro realizzato dal Comitato imprenditorialità sociale della Camera di commercio di Torino sull’ampio e articolato universo del sociale torinese: cooperative, terzo settore, start up di innovazione sociale, associazioni di volontariato.

Il nostro è un territorio estremamente ricco nel terzo settore: parliamo di 400 cooperative sociali, 87 imprese sociali, una cinquantina di realtà ibride, solo in ambito imprenditoriale, senza contare le più di 1.100 associazioni di volontariato e le 244 associazioni di promozione socialeha commentato Vincenzo Ilotte, Presidente della Camera di commercio di Torino.

Il Comitato Imprenditorialità Sociale ha l’obiettivo di analizzare le forme di attività imprenditoriale caratteristiche del terzo settore e promuovere un ecosistema che favorisca il consolidamento, la crescita e lo sviluppo dell’imprenditorialità sociale, in collaborazione con i Comitati costituiti nelle altre province piemontesi per assicurare una prospettiva di intervento su scala regionale.

Il Comitato è tra i promotori della piattaforma partecipativa Torino Social Impact, un accordo che sancisce l’alleanza fra istituzioni pubbliche e private per sperimentare una strategia di sviluppo dell’imprenditorialità ad elevato impatto sociale ed intensità tecnologica nell’area metropolitana. Fra i firmatari del Memorandum Torino Social Impact, oltre alla Città di Torino e al Comitato per l’Imprenditorialità Sociale della Camera di Commercio, la Compagnia di San Paolo, SocialFare, il Comitato Torino Finanza della Camera di commercio di Torino, Impact Hub Torino, Nesta Italia, Open Incet, Torino Wireless e gli incubatori universitari I3P e 2i3T.

Come dichiara Mario Calderini, Presidente del Comitato imprenditorialità sociale della Camera di commercio di Torino: “È in atto una trasformazione globale e profonda, nei modelli imprenditoriali, nel terzo settore come nel profit, e sui mercati finanziari. Il segno di questa trasformazione è la ricerca, intenzionale, di un impatto sociale misurabile da affiancare agli obiettivi di creazione di valore economico. La fotografia che presentiamo oggi dimostra che nell’area metropolitana di Torino esistono molti degli ingredienti necessari a intercettare questa trasformazione e trasformarla in una credibile ipotesi di sviluppo locale.

Si tratta di includere nel perimetro delle politiche di sviluppo locale una nuova generazione di innovatori, imprese ed investitori finanziari – prosegue Calderini – che, con modelli inclusivi e partecipativi sappiano sfruttare le nuove opportunità tecnologiche, coniugando la capacità di produrre intenzionalmente impatti sociali positivi con la sostenibilità e la redditività economica e finanziaria delle loro iniziative. In una parola, mettendo la contaminazione tra impresa sociale, tecnologia e scienza al centro di un progetto che renda Torino uno dei migliori posti al mondo nei quali fare impresa e investire per l’impatto sociale”.

L’ecosistema a impatto sociale annovera sul territorio della città metropolitana torinese oltre 1.900 realtà organizzative, il 47% di quelle regionali. La quasi totalità è rappresentata da forme imprenditoriali (399 cooperative e 87 imprese sociali) e non imprenditoriali (244 associazioni di promozione sociale e 1.130 di volontariato), cui si aggiungono realtà profit, che non appartengono al “Terzo Settore” come comunemente definito, ma che presentano forme di responsabilità sociale d’impresa, da poter essere considerate a tutti gli effetti imprese ad impatto sociale. Esistono poi anche altre forme di imprenditorialità ibride, come le 38 Startup Innovative a Vocazione Sociale.

 

[Il comunicato con i dati dell’Osservatorio sull’Imprenditorialità Sociale]

 

Social Impact Investor Day: impact investing, risultati raggiunti e prospettive di crescita per le startup accelerate

Un panel selezionato di impact investor si è riunito venerdì 7 luglio 2017 a Torino nella sede del programma di accelerazione per startup a impatto sociale by SocialFare, in occasione del Social Impact Investor Day: EpiCura, Shike, reBOX, Synapta sono le startup uscenti dalla terza edizione del Programma di Accelerazione. Le startup hanno dialogato con più di 40 tra enti privati, business angel, private investor e family office, tutti presenti nella platea accanto a mentor, advisor, startupper di successo, giornalisti di settore e partner della rete Rinascimenti Sociali.

 

L’attenta platea è stata accolta da Laura Orestano, CEO di SocialFare, che ha presentato le attività, il programma di accelerazione e i risultati ottenuti. Nel 2015 SocialFare lancia FOUNDAMENTA, prima call per startup a impatto sociale italiana. Nelle sue 3 edizioni la call ha raccolto oltre 300 candidature, che hanno portato alla selezione delle 32 startup ad oggi accelerate. Il totale dei capitali raccolti dalle aziende è di circa €2M. Ora è online FOUNDAMENTA#4.

 

I dati presentati sono stati messi in dialogo con il quadro che emerge dal report 2017 T100: – Insights from Impact Advisors and Consultants 2017” elaborato da TONIIC, prima comunità globale di impact investor. L’indagine condotta conferma come sia possibile creare un portafoglio 100% Impact profittevole combinando investimenti in tematiche differenti, ottenendo liquidità diverse con diversificate esposizioni al rischio.

 

Sempre dal report emerge come la misurazione di impatto ad oggi manchi di un sistema qualitativo-quantitativo universalmente accettato. I trend tracciati dal report TONIIC 2017 dei prossimi 5 anni per l’impact investing prospettano:

  • Crescita del numero di attori
  • Aumento dell’offerta di prodotti e servizi
  • Aumento dell’interesse soprattutto da parte delle nuove generazioni
  • Entrata di grandi player nel settore
  • Crescita del ruolo delle donne

 

Sul palco si sono alternate quindi le social impact startup con il loro pitch verso gli impact investor. Ogni team ha avuto a disposizione dai 6 minuti per presentare il proprio prodotto/servizio/modello innovativo e i risultati raggiunti durante il programma di accelerazione. Ad ogni pitch è seguita una intensa sessione di domande dal pubblico.

 

SHIKE (by Mug Studio)

Shike è il primo sistema europeo di bike sharing privato senza stazioni di parcheggio. Il servizio elaborato da MugStudio si compone di 3 elementi fondamentali: l’app mobile (iOS, Android), il lucchetto smart e la bicicletta. Tramite l’app è possibile individuare la bici più vicina, sbloccare il lucchetto ed iniziare la propria ride. Giunti a destinazione è sufficiente chiudere manualmente il lucchetto, terminando così la corsa. Una forma di mobilità sostenibile che replica nell’ambito bike il modello elaborato per il car sharing, favorendo green behaviour e sostenibilità ambientale. Il servizio in una città medio-piccola potrebbe consentire ogni anno di ridurre l’emissione di anidride carbonica di 207 tonnellate, l’equivalente di 1033 alberi piantati. A seguito di un’attenta analisi di mercato il team ha identificato la città su cui lanciare la prima sperimentazione, che inizierà a breve

 

Il mercato identificato offre a livello internazionale conferme importanti, come gli oltre 600 milioni investiti da Sequoia Capital (uno dei principali investitori mondiali) in 2 competitor cinesi che hanno sviluppato un servizio simile. A livello nazionale invece interessante osservare come due delle principali città, Milano e Firenze, abbiano recentemente lanciato un bando per la creazione di un bike sharing free float. Grande attenzione è stata dedicata all’impresa dagli investitori presenti in sala.

 

EPICURA

EpiCura è la piattaforma B2C che permette ai pazienti di prenotare direttamente dal sito (attraverso un numero verde) una visita specialistica di osteopatia e fisioterapia, e ricevere anche a meno di 24 ore dalla prenotazione le cure nel luogo e orario preferito: un servizio comodo, tempestivo e soprattutto flessibile per i pazienti; una nuova opportunità per i professionisti, che migliora la qualità del loro lavoro (oggi spesso part-time e con costi elevati di affiliazione a studi privati). Il servizio ha ottenuto numerose adesioni su Torino (22 professionisti hanno scelto di utilizzare EpiCura, ricevendo richieste attraverso la piattaforma per 170 trattamenti), e ha iniziato già ad intercettare i primi clienti su Milano. Un primo round ha portato la startup a raccogliere a meno di 2 mesi dall’inizio del servizio un primo seed capital di +€100K, e presto sono previste nuove possibilità di investimento. Il servizio consente di ricevere il trattamento risparmiando in media 48h, e allo specialista offre una revenue media mensile superiore del 18%. Inoltre favorisce la riduzione del lavoro in nero, offrendo una soluzione trasparente e vantaggiosa.

 

CONTRATTIPUBBLICI.ORG (by Synapta)

ContrattiPubblici.org è un motore di ricerca semantico sui contratti della Pubblica Amministrazione italiana ed uno strumento di monitoraggio dei nuovi bandi. Mira a rispondere alla mancanza di trasparenza nel mercato dei contratti pubblici mitigando il rischio corruzione e rendendo più efficiente la PA: si stima che con un’efficienza del servizio del solo 0,1% impatterebbe sulla pubblica spesa per circa €100M. Reperire le informazioni relative a questo mercato è molto difficile: sono disaggregate e riportate da 20.000 siti web differenti. I fornitori e le PA stesse non hanno dati a sufficienza e i cittadini e le autorità competenti non possono monitorarli. ContrattiPubblici.org offre, ad oggi, dati su 9 Milioni di contratti e 1 Milione di fornitori. La piattaforma è attiva con un primo prototipo e nei prossimi mesi saranno lanciati i primi servizi.

 

reFOOD (by reBOX)

reFOOD è il contenitore smart ed elegante sviluppato da reBOX per combattere lo spreco di cibo nella ristorazione (solo in Italia si stima che ammonti ad oltre 185mila tonnellate con costi associati di circa 12,6 miliardi) e dare nuova dignità al cibo trasformando «l’avanzo» in opportunità. La “reFOOD” è la risposta al 70% degli italiani* che richiede, per superare il senso di “vergogna” nel portare a casa il cibo avanzato: un prodotto bello, pratico, etico e riciclato/riciclabile. (*Waste Watcher 2017). Si tratta di una vaschetta in propilene che consente di conservare al meglio gli alimenti in frigo e di scaldarli introducendo direttamente il box nel micro-onde. Inoltre la confezione, elaborata insieme ad artisti e grafici, permette la personalizzazione del contenitore da parte del ristorante. Sono 188 i ristoranti presenti in 16 regioni italiane che hanno già acquistato oltre 43.700 reFOOD, consentendo di non sprecare 6.567 kg di cibo. Dato che si prevede possa arrivare per il 2018 a 41.230 kg.

 

Il Social Impact Investor Day si è concluso con un networking lunch, durante il quale è stato possibile approfondire relazioni, riflessioni e attivazioni future per le startup ma anche tra i diversi attori intervenuti. Gli investitori hanno mostrato grande interesse rispetto alle diverse proposte, aprendo un dialogo partecipato e approfondito sui diversi prodotti/servizi/modelli. La partecipazione è stata attiva e interessata, rivelando un network italiano in crescita, pronto a convergere per generare nuova economia a impatto sociale.

L’importanza dei corpi intermedi nei processi di Innovazione Sociale

Rendere le città e le comunità sicure, inclusive, resistenti e sostenibili.

SocialFare® | Centro per l’Innovazione Sociale è tra i corpi intermedi presentati dalla ricerca “L’Innovazione Sociale e i Comuni: istruzioni per l’uso”, enti capaci di generare convergenza e favorire lo sviluppo di servizi e soluzioni innovative alle più pressanti sfide sociali che si propongono nelle città.

 

Nuovi concetti e nuove parole chiave hanno iniziato ad animare il lessico delle politiche pubbliche e del governo: smart city, social innovation, sharing economy, co-design, civic hacking, crowdfunding. Un vasto insieme di valori e pratiche analizzate dall’indagine “L’Innovazione Sociale e i Comuni: istruzioni per l’uso“, condotta nell’ambito della collaborazione tra ANG, ANCI e Fondazione IFEL.

L’accezione di Innovazione Sociale che i ricercatori ANCI Massimo Allulli, Annalisa Gramigna, Valentina Piersanti – coordinati da Paolo Testa- hanno scelto è ripresa dall’OCSE (2011), che definisce l’Innovazione Sociale come il processo che soddisfa i “nuovi bisogni che non hanno ancora trovato risposta nel mercato” e di creazione di “nuovi, più soddisfacenti modi di integrazione dell’offerta esistente tramite il coinvolgimento delle persone nella produzione”. Motivo di interesse per questi processi è in primo luogo il cambiamento nelle relazioni sociali e la maggiore inclusione generata nei processi di governance (come osservato da Moulaert, 2013).

La ricerca, che ha coinvolto 40 testimoni privilegiati, oltre 200 tra assessori, esperti ed innovatori, e mappato più di 1000 progetti su tutto il territorio nazionale, restituisce un quadro dinamico e complesso nel quale l’innovazione sociale calata in questo ambito cessa di essere un concetto astratto o una mera pratica di sopravvivenza urbana, per iniziare a modificare processi decisionali locali e politiche urbane. Ma attraverso quali vie i comuni possono avvicinarsi a questo ecosistema?

In accordo con la definizione OCSE, le innovazioni sociali analizzate vengono lette in funzione dei bisogni che le hanno generate, partendo da quelli primari: mangiare, abitare, lavorare, muoversi e partecipare. Ciò che ne emerge è un articolato puzzle del cambiamento fatto di nuove forme organizzative, progetti e soluzioni già attive in diversi comuni italiani. Proposte eterogenee sia per struttura che per modelli di sostenibilità, che vanno dal volontariato alla creazione di start-up a impatto sociale. A fronte dello scenario così delineato il ruolo dei Comuni è costretto a superare l’approccio delle politiche verticali, accogliendo una nuova logica di co-creazione orientata alla messa a valore delle esperienze.

L’Unione Europea è il livello istituzionale che per primo e con maggiore continuità ha prodotto iniziative e politiche per favorire l’innovazione sociale. L’ingresso della Social Innovation nell’agenda politico-istituzionale italiana è avvenuto nel passato periodo di programmazione, con un lieve ritardo rispetto alle riflessioni europee, ma con un significativo slancio iniziale. A dare gambe alla social innovation made in Italy nella fase iniziale sono state, infatti, iniziative del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, del Ministero dello Sviluppo Economico, dell’Agenzia per della Coesione Territoriale.

Una dimensione economica che ha cercato in startupper e terzo settore un potenziale rilancio delle economie locali. Con la nuova stagione delle politiche nazionali, la traiettoria sembra cambiare: il tema dell’innovazione sociale e i suoi protagonisti rientrano ora in una cornice più ampia, che include anche le politiche del lavoro, le politiche sociali e le politiche urbane e che riporta al centro del nuovo schema d’azione gli enti con le proprie specifiche competenze istituzionali. Torino e Milano sono le città di riferimento per queste prime sperimentazioni.

Tra i driver che stanno spingendo l’innovazione sociale un ruolo di primo piano è rivestito dai soggetti intermedi e dalla finanza sociale.

“Hanno nomi poco evocativi (SocialFare®, ItaliaCamp, Rena, Rural Hub, Talent Garden, LabGov, Ashoka, Toolbox, Avanzi, TopIX, ecc.) e sfuggono alla possibilità di essere identificati sulla base di una particolare forma giuridica. Ciò che le caratterizza è, invece, l’appartenenza ad uno stesso sistema culturale riconoscibili da alcuni elementi peculiari: la scelta del modello della rete come riferimento organizzativo e relazionale; i metodi che stanno alla base della loro azione (il co-design per la progettazione delle politiche ma anche dei servizi, la condivisione, la co-produzione, ecc.); la loro informale appartenenza a club internazionali; il linguaggio utilizzato; la loro attitudine hacker.”

Dall’analisi effettuata nei focus territoriali appare chiaro che la loro presenza tra gli attori dell’ecosistema locale può fare la differenza in termini di velocità, modalità e occasioni, del cambiamento. Ma chi sono? Si tratta di soggetti che sono, di fatto, nuovi “corpi intermedi” e “soggetti aggregatori”. Sono organizzazioni che hanno funzioni ibride all’interno dell’ecosistema dell’innovazione sociale, contribuiscono all’ecosistema, lo determinano nelle sue caratteristiche specifiche, si relazionano – tra loro, con le amministrazioni, con altre organizzazioni – generando vari effetti: nuovo lavoro, innovazioni tecnologiche, soluzioni di servizio innovative, ecc.

SocialFare® ha la funzione di corpo intermedio anche nel far incontrare domanda e offerta nell’ambito della finanza a impatto, come nel caso del Social Impact Investor Day. Questa nuova branca della finanza, di cui avevamo già parlato con il professor Alessandro Lanteri, nasce sullo stimolo del crescente gap tra bisogni sociali e spesa pubblica (come evidenziato dal Rapporto della Social Impact Investment Task Force che stimava il gap tra bisogni sociali e spesa pubblica attorno ai 50 miliardi di euro nelle proiezioni per il periodo 2014-2020) . Per questa ragione entrano in gioco nuovi soggetti finanziari e nuovi strumenti di finanza a impatto sociale, caratterizzati dalla capacità di considerare l’investimento rispetto a una logica che mette sullo stesso livello la natura economica e quella sociale dell’iniziativa, in modo da favorire interventi economicamente sostenibili nel tempo in grado anche di creare vantaggi per il territorio e per le comunità. Un mercato ibrido tra filantropia e finanza che coinvolge intermediari finanziari ed enti locali, Pmi e grandi imprese, organizzazioni non profit e società civile.

Il rapporto di ricerca si chiude con alcune raccomandazioni avanzate ai comuni da esperti, innovatori, coworker, dirigenti, startupper, accademici, politici, ecc., coinvolti nell’indagine. Una ricerca utile ad osservare come le proposte dal basso, l’innovazione sociale e le politiche territoriali stiano dando forma al cambiamento: scarica qui la ricerca completa.

SOCIAL IMPACT INVESTOR DAY: +15 social impact investor per 7 social impact start-up

Incentivare una crescita economica duratura, inclusiva e sostenibile, un’occupazione piena e produttiva ed un lavoro dignitoso per tutti.

SocialFare® | Centro per l’Innovazione Sociale con un’ampia rete di partner nazionali ed internazionali accelera impresa a impatto sociale attraverso il design sistemico e il design thinking, le tecnologie abilitanti, social finance, mentoring e networking per la scalabilità.

 

20 gennaio 2017

Il 27 gennaio 2017 si svolgerà il Social Impact Investor Day, evento conclusivo del programma di accelerazione per social impact start-up by SocialFare® iniziato in ottobre 2016.

L’evento sarà ospitato presso Rinascimenti Sociali in via Maria Vittoria 38 a Torino, luogo e rete di convergenza dedicato all’accelerazione di conoscenza e imprenditorialità a impatto sociale.

Le sette start-up accelerate da SocialFare® si presenteranno ad un panel ristretto di social impact investor: ad oggi più di quindici hanno già confermato la propria partecipazione all’evento. Oltre ai venture partner di SocialFare® – Oltre Venture e Club degli Investitori –  hanno aderito enti privati, business angel, private investor e family office interessati a sostenere la nascita, lo sviluppo e la scalabilità di imprese innovative in grado di generare valore economico dal valore sociale.

Sono passati ormai sette mesi dal lancio di FOUNDAMENTA#2, la call nazionale per social impact start-up che, reduce dal successo della sua prima edizione, ha permesso di individuare le otto imprese di eccellenza e ad alto impatto sociale per ammetterle al programma di accelerazione di SocialFare® della durata di 4 mesi.

4 mesi per preparare le start-up a ricevere investimenti

Un periodo di lavoro ad alta intensità, con scadenze serrate e specifiche co-progettate con e per ogni start-up, che il 27 gennaio 2017 raggiunge il suo apice con il Social Impact Investor Day.

Le imprese hanno avuto occasione di accrescere le proprie competenze e professionalità grazie al supporto di un team dedicato esperto in investment readiness, business delevolpment & strategy, systemic design e sono state accompagnate, durante tutto il percorso, da mentor e advisor di altissimo livello. Nuove reti, occasioni di confronto e opportunità di sperimentare il proprio business model, hanno permesso alle start-up di approcciarsi in maniera consapevole, matura e pronta al proprio mercato di riferimento.

Le sette start-up che presenteranno venerdì prossimo operano in diverse aree: salute e benessere, innovazione didattico-formativa, welfare e cultura.

Scopriamole in breve:

  • Bed&Care, start-up innovativa a vocazione sociale che opera nel settore del turismo accessibile;
  • GetWYS-Apical, progetto che parte dal presupposto che “ogni momento di felicità possa generare un impatto sociale positivo”; l’industria del divertimento e della cultura può divenire happiness industry;
  • Merkur.io, progetto che propone un sistema innovativo basato su criptovaluta per facilitare i programmi di cash transfer a favore di rifugiati o vittime di catastrofi naturali nei paesi in via di sviluppo in occasione di fiere umanitarie;
  • Open Terzo Settore, start-up innovativa a vocazione sociale che lancia  “Italia non profit”, piattaforma gratuita che rende più efficiente il marketplace filantropico attraverso la presenza di un sistema unico e standardizzato, dedicato alla raccolta dei dati sul Terzo Settore;
  • PharmaTruck, start-up innovativa che permette, tramite la propria piattaforma, di confrontare i prezzi e acquistare online i prodotti offerti dalle farmacie della propria città e riceverli comodamente a casa entro massimo 60 minuti dall’ordine;
  • Xnoova, impresa che ha sviluppato “Chimpa”: la suite di app per la didattica che va incontro alle esigenze di coordinamento, gestione e monitoraggio dei device nelle scuole 2.0.;
  • Yeerida, start-up innovativa che è il primo e unico content provider che consente la lettura online, gratuita e senza limiti, di un ampio catalogo di testi di autori, professionisti ed editori tradizionali.

Il Social Impact Investor Day è un evento chiuso al pubblico e ristretto ai social impact investor: ogni team avrà 5 minuti di tempo per fare il proprio pitch e raccontare il proprio business e convincere l’audience di investitori ed esperti dell’innovatività, sostenibilità, e scalabilità anche sociale della propria proposta.

La giornata si concluderà con un networking lunch per favorire il confronto e la reciproca conoscenza tra start-up, investitori ed esperti di settore.

Vi invitiamo il 27 gennaio 2017 a seguire i flash sull’evento sulla nostra pagina Facebook e su Twitter. Scopri com’è andata la giornata grazie al racconto del Social Impact Investor Day.

 

www.facebook.com/socialfaretorino

@SocialFareCSI  #SocialInvestorDay

www.socialfare.org

 

CONTATTI: Monica Paolizzi, Accelerator Programme Coordinator: monica.paolizzi@socialfare.org

 

SocialFare®

Scopri come SocialFare® contribuisce al Sustainable Development Goal 4: Quality Education

Assicurare a tutti un’educazione di qualità, equa e inclusiva, e promuovere opportunità di apprendimento permanente.

SocialFare® | Centro per l’Innovazione Sociale co-progetta con le scuole percorsi teorico-pratici di alternanza scuola-lavoro dedicati a classi intere, incentrati sullo sviluppo partecipato di progettualità ad impatto sociale partendo dai bisogni e le opportunità proprie del contesto scolastico di appartenenza.

 

12 gennaio 2017

Dopo il successo riscosso dalle prime sperimentazioni condotte nell’ambito dell’alternanza scuola – lavoro (come il progetto sperimentale condotto con il liceo Mazzarello e la progettazione dell’aula 3.0 realizzata con il liceo Volta), SocialFare® riconferma il proprio impegno per il 2017 nello sviluppare percorsi dedicati alle classi di studenti che frequentano l’ultimo triennio delle scuole superiori. SocialFare®, infatti, è tra le prime imprese sociali iscritte al Registro Nazionale dell’Alternanza Scuola-Lavoro (qui trovi la nostra scheda): un nuovo strumento sviluppato da Unioncamere, collegato al Registro delle Imprese, che permette di individuare posizioni disponibili di alternanza e contattare le strutture ospitanti. Inoltre i percorsi di co-progettazione avviati l’anno scorso continuano, e trovano nuovi sviluppi, in questo 2017.

L’alternanza scuola – lavoro corrisponde alla

realizzazione di percorsi progettati, attuati, verificati e valutati, sotto la responsabilità dell’istituzione scolastica o formativa, sulla base di apposite convenzioni con le imprese, o con le rispettive associazioni di rappresentanza, o con le camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura, o con gli enti pubblici e privati, ivi inclusi quelli del terzo settore, disponibili ad accogliere gli studenti per periodi di apprendimento in situazione lavorativa, che non costituiscono rapporto individuale di lavoro” [art.4 D.Lgs. 15 aprile 2005, n. 77]

Introdotta nel 2003, l’alternanza scuola-lavoro è stata rimaneggiata numerose volte, sempre limitandosi però ad interessare i soli istituti tecnici. La riforma “Buona Scuola” nel 2015 la generalizza, estendendola anche ai licei, e la rende obbligatoria per l’ultimo triennio delle scuole superiori per un monte ore variabile dalle 400 ore per gli istituti tecnico-professionali alle 200 ore dei licei. L’innovativo format didattico proposto grazie alla riforma si apre, inoltre, a numerose declinazioni, ampliate dalla possibilità di essere svolto anche durante la sospensione delle attività didattiche e/o all’estero. Nell’anno scolastico 2015 – 2016 sono 652.641 gli studenti che hanno partecipato a un percorso di alternanza, di cui 455.062 appartenenti alle classi terze. Le strutture ospitanti sono state invece 151.200, così articolate: 36% nelle imprese, 12% nelle scuole, 8% nella PA e 7% nel settore No Profit. [Indagine condotta dal MIUR sul primo anno della nuova alternanza, leggi tutti i dati]

SocialFare® | Centro per l’Innovazione Sociale è tra le strutture ospitanti piemontesi e con le scuole co-progetta percorsi teorico-pratici di alternanza scuola-lavoro. I percorsi sono dedicati a classi intere, e possono avere una durata annuale o triennale. Sono incentrati sullo sviluppo partecipato di progettualità ad impatto sociale, e attraverso l’approccio dell’experiential learning accompagnano gli studenti nell’acquisizione di nozioni e pratiche utili a leggere ed interpretare un contesto, nell’individuazione e indagine delle criticità/opportunità manifeste o latenti e nella co-progettazione di soluzioni innovative (prodotti, servizi, modello d’impresa, o nuovi approcci comportamentali) ad impatto sociale, affrontando anche aspetti di sostenibilità sociale, ambientale ed economica. Lì dove la maturità dell’esito progettuale lo consenta, può prevedere anche l’avvio di una campagna di crowdfunding. Come nel caso del percorso “Progettare una campagna di crowdfunding per l’aula 3.0“, con cui il gruppo di lavoro, che vede SocialFare® al fianco di OrtiAlti, vuole sviluppare quanto costruito nel percorso “Co-progettiamo l’aula 3.0”.

L’iniziativa è nata dall’esigenza del liceo “Alessandro Volta” di recuperare il basso fabbricato (attualmente in disuso) presente nel cortile della scuola, per “restituirlo” all’intera comunità scolastica trasformandolo in un’aula aperta a tutte le classi, dove sperimentare pratiche di didattica avanzata, interattiva e collaborativa. Il percorso di A.S.L. progettato da OrtiAlti e SocialFare®, iniziato a Maggio 2016, mira a sviluppare un’esperienza di progettazione interattiva, dove gli studenti al centro del processo, vengono stimolati a pensare la scuola come bene comune, da curare, rigenerare e co-progettare. Obiettivo di questa seconda fase di lavoro è dunque proseguire l’esperienza, co-progettando con gli alunni dell’attuale 4^A un progetto “corale” e identitario di riqualificazione dell’Aula 3.0, e arrivare alla messa online della campagna di crowdfunding che gli studenti stanno costruendo in questi giorni coi progettisti. Per scoprire la costruzione della campagna, le sfide che si porrà e come poter contribuire con il tuo sostegno continua a seguire il blog People Innovation e la pagina facebook di SocialFare®.

Le competenze del team SocialFare®  che possono essere messe al servizio dei percorsi di alternanza vanno dal Social & Systemic design all’architettura, dal business planning alla ricerca antropologica, arrivando fino alla strategia d’impresa e allo storytelling. Queste competenze si traducono nella possibilità di strutturare percorsi dedicati ad ambiti specifici, come nel caso del percorso “Social InnovActors“, dedicato agli studenti della classe III^ indirizzo socio-economico del liceo paritario “Madre Mazzarello” di Torino. In questo caso, ad esempio, il percorso si focalizza sul tema della cultura del cibo e dell’alimentazione (dalla produzione al consumo, fino allo smaltimento), e sarà condotto avvalendosi di una metodologia ibrida che combina strumenti ed aspetti del Design Thinking e Systemic Design che permetterà agli studenti di sviluppare riflessioni e progetti a partire da questo ambito e capaci di rispondere a bisogni e opportunità offerte dal loro contesto scolastico. L’esperienza porterà alla compilazione di un social business canvas e alla presentazione attraverso un pitch.

Nel 2017 SocialFare® si attiva per i Sustainable Development Goals (SDGs)

11 gennaio 2017

La società sta affrontando sfide sociali, ambientali, economiche e culturali senza precedenti. In tutto il mondo nuovi comportamenti, tendenze e bisogni si incontrano in uno spazio dinamico e complesso in cui gli individui, le comunità e i soggetti – pubblici e privati – sono alla ricerca di nuove modalità di interazione per affrontare le sfide sociali più pressanti.

La facilità degli spostamenti, la globalizzazione e le nuove tecnologie hanno reso sempre più forte la consapevolezza delle relazioni che legano su scala globale popoli e territori. Il concetto di sviluppo ha abbandonato la sua connotazione puramente economica, per ampliare la propria estensione a nuove sfere. Una nuova consapevolezza si è generata, ponendo come obiettivo, condiviso e imprescindibile, uno sviluppo che sia sostenibile in termini ambientali, economici e culturali.

In questa ottica 193 paesi membri dell’ONU hanno sottoscritto l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile: “un programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità sottoscritto che ingloba i 17 Sustainable Development Goals (SDGs) in un grande programma d’azione per un totale di 169 target, o traguardi”. [Da “Trasforming our world: the 2030 agenda for sustainable development“]

Sustainable Development Goals (2015 – 2030)

SocialFare® per tutto il 2017 ha deciso di sostenere e promuovere i 17 Sustainable Development Goals (SDGs) tramite le proprie azioni e le attività sviluppate con la rete Rinascimenti Sociali.

Gli SDGs nascono nel settembre 2015, anno in cui trova conclusione l’azione degli 8 Millennium Development Goals (MDG)

Millennium Development Goals (2000 – 2015)

Nei 15 anni seguiti alla loro adozione molti, e significativi, sono i risultati ottenuti, come l’abbassamento del tasso di mortalità infantile al di sotto del quinto anno di età. Tuttavia in molti paesi gli obiettivi posti dagli MDGs non sono stati raggiunti, in particolar modo rispetto alla sostenibilità ambientale o al numero di persone sotto la soglia di povertà (che secondo la Banca Mondiale nel 2013 erano 700 milioni di persone).

Allo scadere del termine fissato per gli MDGs nasce la necessità di impostare una nuova Agenda, con una tempistica di più ampio respiro e obiettivi meno ristretti che possano permettere a tutti i paesi (già sviluppati o in via di sviluppo) di convergere sulle più pressanti sfide sociali verso uno sviluppo sostenibile. [Per maggiori informazioni qui trovi il report Getting Started with Sustainable Development Goals]

La differenza risulta evidente già a partire dal modo in cui i nuovi obiettivi sono stati individuati. Gli SDGs, infatti, hanno previsto un processo di consultazione il più inclusivo possibile: 5 milioni le persone coinvolte tra rappresentanti di governo, settore privato e società civile di 88 paesi in tutto il mondo. Il segretario delle Nazioni Unite Ban Ki-moon, il 3 agosto 2015, nel presentare l’Agenda post-2015 lo ha definito “il più trasparente e inclusivo processo nella storia delle Nazioni Unite”. Un meccanismo molto diverso da quello che aveva orientato la costruzione dei Millenium Development Goals nel 2000, che Charles Kenny (senior fellow al Center for Global Development) definì come “un creazione burocratica interna alle Nazioni Unite”. [Leggi l’articolo]

Per SocialFare® l’Innovazione Sociale rappresenta un processo centrale nell’elaborazione di politiche e imprenditorialità volte a un’economia sostenibile e collaborativa. I 17 Sustainable Development Goals rappresentano, quindi, un traguardo importante che SocialFare®, in accordo con quanto deciso dai 193 Paesi dell’ONU, si è impegna a raggiungere mettendo in gioco le proprie competenze, network e know-how, consapevole che nuove convergenze siano necessarie per generare sviluppo sostenibile a livello locale e globale.

Lavorare per gli SDGs significa per SocialFare® :

  • promuovere e disseminare gli SDGs a livello italiano per raccordarli a livello internazionale con altri grandi attori che hanno già dichiarato la propria visione a sostegno degli stessi (ad es. FAO, ILO, OECD, UNDP, WHO – World Health Organization);
  • contribuire in modo pragmatico al cambiamento, accelerando conoscenza e, al contempo, promuovendo, progettando e implementando soluzioni efficaci per uno sviluppo sostenibile;
  • generare una nuova “economia a impatto sociale” che sostenga e faccia nascere nuove risposte imprenditoriali e di sviluppo in linea con gli SDGs;
  • sviluppare progettualità che riconoscano gli SDGs come visione di indirizzo e declinazione delle innovazioni proposte;
  • attivare una rete di hub sui gli SDGs per condividere esperienze, pratiche, ricerca, network e lobbying.

Racconteremo nel blog People Innovation l’impegno di SocialFare® per contribuire al raggiungimento di questi obiettivi, che esploreremo insieme a voi, scoprendo buone pratiche e novità a riguardo.

Stay tuned!