Il cambio di paradigma dell’impresa sociale: intervista a Laura Orestano per il XV Workshop sull’Impresa Sociale di Iris Network

Ringraziamo Federico Zappini per l’intervista a Laura Orestano, CEO di SocialFare, realizzata in occasione del XV Workshop sull’Impresa Sociale “Innovazione e Riforma all’ultimo miglio” promosso e organizzato da Iris Network a Riva del Garda il 14 e il 15 settembre 2017.

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Partiamo dall’esperienza di SocialFare e dal suo sguardo sul mondo. Cosa avete intercettato di curioso negli ultimi anni? Che idea vi siete fatti del mondo del terzo settore e dell’impresa sociale in transizione e che ruolo vi siete dati all’interno di questo passaggio di fase, nell’ultimo miglio che suggerisce il titolo del Workshop?

L’esperienza di SocialFare nasce da un’intuizione e da una visione. I fondatori della Congregazione dei Giuseppini del Murialdo hanno da sempre posto al centro del loro impegno i temi dei giovani e del lavoro. Su quella base si è elaborato un particolare approccio all’innovazione sociale, creando un centro ad essa dedicato. Fino al 2013 – anno di nascita di SocialFare – in Italia non esisteva nulla di simile.

Questa è la parte di visione, in termini di reinterpretazione dei valori che erano già parte della storia dei soci fondatori, una visione che ha incrociato l’intuizione che l’innovazione sociale avrebbe generato un nuovo campo di potenziale sviluppo per l’Italia in generale, oltre che per l’impresa sociale. Era da cogliere quindi la sfida da di costruire qualcosa che aiutasse almeno a definire il fenomeno, per poi riuscire ad aggregare i soggetti interessati.

Quello che abbiamo notato immediatamente era il bisogno di sinergie e innovazione fra gli attori del terzo settore. Ci siamo posti come riferimento per tutti coloro che si dimostravano più sensibili a istanze di innovazione. Non era quindi solo una nostra intuizione ma era un bisogno di molti, che poco per volta – a Torino e poi scalando velocemente a livello europeo – abbiamo modellizzato, facendo crescere le nostre attività. Abbiamo percepito da subito la presenza di fermento, di un sentire diffuso che aveva necessità di collegamenti, di fare insieme.

L’ultimo miglio, da questo punto di vista, è fatto di strumenti e metodologia.

Mancavano degli strumenti così come mancava un approccio metodologico, un riordino – esigenze anche recepite all’interno della recente riforma del terzo settore – per attuare e sostenere lo sviluppo del terzo settore in chiave contemporanea. Si apre ora una prateria di possibilità per le imprese sociali. Dati gli strumenti, ora c’è l’esigenza di costruire, di prototipare, di rendere scalabili i modelli. Un territorio affascinante, sia per l’innovazione possibile che per l’ibridazione dei linguaggi e degli attori coinvolgibili.

Rigenerazione di beni comuni, cultura, agricoltura, servizi di prossimità, lavoro, tecnologia, condivisione, sviluppo di comunità sono solo alcuni dei macro-settori dentro i quali l’innovazione sociale tende a incrociare la strada con il welfare più tradizionale. Come fate parlare tra loro questi mondi? Passato e futuro dialogano o si scontrano? Chi sono i facilitatori che possono creare relazioni di valore?

Non deve esserci una rottura tra passato e futuro. Ci deve essere un continuum perché il passato ha fortissime esperienze, che non possono essere disperse. Il know-how delle relazioni e il valore della fiducia creata sono punti fondamentali per costruire un ecosistema e stimolare un passaggio culturale.

Il tema dell’ibridazione è per me cruciale. C’è sicuramente chi si oppone, chi guarda con sospetto il nuovo. Per favorire questo nuovo percorso serve condividere degli obiettivi, lavorare per far convergere su priorità delle comunità di riferimento e su di esse sviluppare linguaggi riconosciuti. Il tema del riconoscimento reciproco è il punto di partenza.

Riconoscersi è creare fiducia.

Al tempo stesso si devono anche scegliere strumenti e metodologie, questione che riguarda il campo della conoscenza e delle competenze. Queste si trasferiscono essenzialmente facendo insieme. Non sono una sostenitrice di accompagnamenti frontali e troppo strutturati/disciplinati, ma preferisco meccanismi che si basino sul learning by doing, sul capacitare l’intelligenza collettiva.

Gli attori di questa nuovo approccio strategico, capaci di costruire ponti, possono essere di tipo tradizionale (penso alle cooperative classiche), ma la parte più interessante è quella rappresentata dai nuovi protagonisti, quelli che portano competenze altre e con esse linguaggi diversi: giovani e comunità di pratica, nuovi soggetti finanziari quali social investor, social impact funds, designer di servizi, startupper, esperti di tecnologia, territorio, modelli, etc. Servono loro in primis.

Sono tutti quelli che potranno essere coinvolti in maniera significativa per azioni di comunità agili e significative, modellizzabili e scalabili, quindi sostenibili anche economicamente. Li voglio definire ancora in modo macro, perché i soggetti che ho menzionato concorreranno in modo diverso alle comunità, alle azioni, ai casi che sapremo cogliere per sviluppare nuovi prodotti, servizi e modelli.

Quale sarà il ruolo, dentro questa necessità di essere osservatori e interpreti delle comunità, di tutti quei luoghi – coworking, community hub, spazi culturali di nuova generazione, ecc. – che riconosciamo come innovativi?

Siamo di fronte a un’ampia varietà di tipologie. Esiste un fermento “a nebulosa” – pur con delle polarizzazioni – che non ha ancora espresso delle specializzazioni definite. Una cosa interessante dell’innovazione sociale, rispetto ai nuovi luoghi che la possono favorire, è che essi sono attraversati anche da un fenomeno di innovazione organizzativa. Lì dove si trovano spunti di innovazione sociale si incontrano anche interessanti riferimenti per nuovi modelli organizzativi orizzontali, aperti, flessibili, dinamici e integenerazionali.

La capacità di intercettare questa mutazione dipende da come si costruiscono le relazioni, così come dagli obiettivi che si vogliono perseguire.

Quando i coworking diventano luoghi dove poter stabilire la propria residenza lavorativa ma non si specializzano, non convergono su obiettivi, rilevanza e posizionamento senza andare quindi oltre l’organizzazione di eventi di networking più o meno coerenti, il loro potenziale come hub di intelligenza e competenze collettive non viene mantenuto o sfruttato a pieno. Dove invece essi sono in grado di tracciare una propria unicità e vanno incontro al genius loci delle realtà nelle quali si situano, possono diventare generatori di innovazione sociale per l’intera comunità di riferimento.

Penso a specializzazioni e convergenze che si stanno realizzando su temi quali il digitale, smart city, healthcare, patrimonio artistico, ambiente e territorio, servizi di comunità, sharing, etc. È know-how diversificato che converge non solo in uno spazio ma evolve il proprio posizionamento collettivo in luoghi di intelligenza e saper fare contestuali e sempre aperti al mondo, a esperienze internazionali, a collaborazioni e reti di eccellenza…Questo non vale solo per i coworking ma per una miriade di diverse realtà che si relazionano con i contesti sociali, economici e culturali contemporanei.

La riforma oltre ad agire un necessario riordino delle variegate anime del terzo settore si propone di indicare una serie di strumenti – detrazione d’imposta sugli investimenti, accesso più strutturato a volontariato e Servizio Civile, agevolazioni per aumento di capitalizzazione – per aiutare quello che il Sottosegretario Bobba definisce “un ecosistema adatto per lo sviluppo delle imprese sociali”. Vi siete già fatti un’idea di quali tra le opportunità che la legge propone potranno avere maggior importanza nel prossimo futuro?

Dal mio punto di vista trovo interessante la possibilità di avere maggiore o più facile capitalizzazione dell’impresa sociale e del ruolo che attori finanziari possono avere. Guardo con curiosità anche alla decontribuzione scale sulla partecipazione agli investimenti. In generale l’aspetto finanziario mi sembra rilevante, fondamentale perché l’impresa sociale ha bisogno sia di maggiori capitali che di finanza ibrida. La riforma si muove in questa direzione. Tutto il resto è sicuramente utile – proprio nell’ottica del riordino dell’intero settore – ma il tema finanziario potrebbe essere quello decisivo e centrale.

Per un certo periodo alcune parti del terzo settore sono diventate dei prestatori di servizi a favore delle amministrazioni pubbliche. Un compito importante ma che con il tempo ha prodotto forme degenerate d’intervento e un rapporto di eccessiva dipendenza dal Pubblico, che oggi – a causa di una generale restrizione delle risorse a disposizione e di un parallelo cambio di approccio al welfare – richiede al terzo settore un salto di qualità in termini di comprensione del contesto sociale, capacità di progettazione e definizione dei tratti generativi dell’intervento svolto. Due argomenti diventano fondamentali e meritano attenzione particolare: innovazione e valutazione degli impatti. Dove sta l’innovazione che tutti cercano? Come potrebbe/dovrebbe avvenire la valutazione degli impatti che la riforma rende obbligatoria?

La dipendenza dal Pubblico va re-interpretata in chiave di ibridazione: non più un rapporto a due ma una relazione multi-stakeholder basata su competenze reali ed evidenza di risultati generati e misurabili. Innovazione e valutazione dell’impatto generato sono elementi dinamici ed evolutivi. Cerchiamo di trovare dei punti di riferimento ma non facciamoci intrappolare dai punti di riferimento stessi. Questi non devono essere confini rigidi ma un faro grazie al quale orientarsi. Dobbiamo capire che mentre facciamo innovazione e misuriamo l’impatto siamo di fronte a qualcosa che cambia, che si muove in maniera costante.

Dove si trova l’innovazione? Per me sta nelle comunità, dentro chi agisce pratiche e persino nei policy maker che sanno co-interpretare in modo aperto e dinamico le nuove sfide sociali.

L’innovazione sociale non è efficientamento e dobbiamo fuggire dalla logica del fare meglio e in modo più veloce quello che facevamo prima. Quella non è – da sola – innovazione. Innovazione sociale è ciò che sviluppa nuove soluzioni alle sfide sociali contemporanee, generando nuova economia e migliorando la vita individuale e della società.

L’impresa sociale è al centro di questa sfida e ha di fronte enormi opportunità; ecco perché deve possedere strumenti di misurazione dell’impatto atteso e/o generato anche al proprio interno; tuttavia, ai fini di un’obiettiva rappresentazione e comparazione tra gli attori in campo, è bene che siano enti terzi a effettuarne la valutazione. Ci sono una serie di aree per la misurazione – governance, comunità, accessibilità, innovazione, partecipazione, ruolo della tecnologia, inclusività – che rappresentano solo alcuni degli indicatori possibili.

Altri certamente seguiranno nel momento in cui saremo in grado di sperimentare e modellizzare l’innovazione da un lato, ma anche comprendere ciò che all’interno di essa non ha funzionato e va quindi modificato. Ci attendono anni di grande generatività che auspico aperta e partecipata affinché i nuovi modelli che emergeranno possano essere considerati “bene comune”, parte dello sforzo collettivo di progresso sostenibile del quale siamo tutti responsabili.

Scarica qui l’intero programma della XV edizione del Workshop sull’Impresa Sociale di Iris Network e le interviste agli speaker che sono intervenuti.

I vincitori della Finale Network Incubatori e Parchi Scientifici e Tecnologici del Premio Gaetano Marzotto

21 luglio 2017, Milano – Nella suggestiva sede dell’UniCredit Pavilion di Milano si è tenuta ieri la Finale del Network Incubatori e Parchi Scientifici e Tecnologici del Premio Gaetano Marzotto, primo atto dei tre eventi in cui il più ricco premio per startup in Italia ha declinato la formula per assegnare i propri premi. Tre eventi per assegnare altrettanti premi: un primo evento dedicato ai premi assegnati dagli incubatori, poi  a settembre quello per i premi corporate e a novembre la finale per l’assegnazione dei due premi principali: quello da 50mila euro per le idee che desiderano diventare imprese e quello da 300mila euro per le imprese innovative che desiderano crescere. Giunto alla sua settima edizione, il Premio Marzotto ha saputo negli anni essere aggregatore di tutti i principali attori dell’ecosistema delle startup italiano come attestato dal successo da questo primo atto.

Tra le oltre 500 candidature al Premio sono state identificate le 35 startup italiane a cui sono stati assegnati altrettanti percorsi di tutoring e mentorship messi in palio dai partner del Premio, per un montepremi dal valore complessivo di oltre un milione di euro. Vincitrice del percorso di affiancamento per potenziare le proprie capacità erogato da SocialFare è stato il progetto Quid: cooperativa sociale impegnata dal 2012 nella produzione di moda etica, con un focus sul riutilizzo dei materiali di rimanenza e sull’offrire occupazione a persone in situazioni di fragilità.

Vincitori della Finale del Network Incubatori e Parchi Scientifici e Tecnologici

Oltre alla cooperativa sociale veronese, i vincitori di questa primo step del Premio dall’idea all’impresa sono: 3Bee/Como, 3Dprinting continuous composites/Milano, AquaX/Verona, Argo Aerospace/Prato, Beltmap/Genova, Biomass Micro-CHP/Savignano sul Rubiconde (Forlì Cesena), BioSpremi/Nicosia (Enna), BluImpression/Milano, Bolt/Messina, CarboREM/Trento, Clover Therapeutics/Giovinazzo (Bari), Coderblock/Palermo, Cubbit/Bologna, Daze Technology/Bergamo, Domec/Milano, EthicJobs/Rimini, Garden Sharing/Camerano (Ancona), Histos/Napoli, Indigo Al/Milano, InSymbio/Salerno, Ludwig/Palermo, Muoviti in libertà/Frosinone, Nustox/Milano, Pharmap/Milano, PROROB/Padova, SpineSolution by H-Opera/Fisciano (Salerno), The Circle/Roma, uKNEEversal/Milano, Wallet Globe/Genova, WeFit/Verona, Yape/Milano, YourDesk/Milano, Youtelling/Barletta, Zetapunto/Milano.  I vincitori del percorso andranno a concorrere per il grant da 50.000 mila euro offerto da Progetto Marzotto, con annuncio il prossimo 23 novembre a Roma.

Regioni

La regione più premiata, con 12 startup vincitrici, risulta essere la Lombardia. Seguono Sicilia e Veneto, con 4 vincitori; Campania ed Emilia Romagna, con 3 vincitori; Lazio, Liguria e Puglia, con 2 vincitori e infine Marche, Toscana e Trentino Alto Adige con 1 vincitore. Un dato che trova riscontro anche su grande scala, quando a chiusura bando, il 12 giugno scorso, tra le circa 500 application al Premio, la Lombardia svettava per il maggior numero di startup iscritte.

Ambiti

«Non esiste settore o ambito che non subisca l’invenzione e l’innovazione delle nuove startup italiane – ha dichiarato Cristiano Seganfreddo, direttore generale di Progetto Marzotto -. Abbiamo premiato 35 nuove aziende che dimostrano una vivacità cross settoriale del sistema dell’innovazione italiana sempre più maturo.».

ICT/ IOT Tech è il settore di riferimento con più partecipazioni, 6; a seguire, Bio/ Med/ Life Science/ Health Care e Agro/ Food Tech, entrambi con 5 adesioni; 4 le startup afferenti a Social Innovation; 3 quelle pertinenti a Industry 4.0 e Media/ Publishing Tech; 2 quelle che rientrano in Auto/Moto Tech, Clean/ Energy Tech e Fashion/ Forniture/ Design Tech e infine Fin/Reg Tech, Entertainment/ Education e Sport Tech con un’adesione. Anche qui, si confermano i dati rilevati a chiusura bando, che hanno visto Health Care e ICT/IOT Tech in testa tra gli ambiti di competenza.

I partecipanti

«Con circa 500 application tra Premio per l’impresa e Premio dall’idea all’impresa – ha poi aggiunto il direttore – anche quest’anno Premio Gaetano Marzotto si conferma la startup competition di riferimento per il sistema dell’innovazione in Italia».

L’età media dei team partecipanti riscontrata per questa categoria di concorso, Premio dall’idea all’impresa, è di 30 anni, in linea con il prerequisito richiesto, ossia adesioni under 35, con un netto stacco rispetto all’altro bando Premio per l’impresa che ha visto crescere a 35 anni l’età media degli startupper.

Acceleratori, incubatori e parchi scientifici

Da quest’anno SocialFare è tra le realtà che hanno contribuito a realizzare l’evento a cui hanno preso parte Federico Barilli, Segretario Generale di Italia Startup e Gianluca Carenzo, Presidente APSTI. Hanno fatto ingresso tra i partner di questa edizione del premio anche Fashion Technology Accelerator/Milano, Friuli Innovazione/Udine, Kilometro Rosso/Bergamo, Talent Garden/Milano, Toscana Life Sciences/Siena e Wylab/Chiavari; a cui si aggiungono: AlmaCube/Bologna, Bioindustry Park/Colleretto Giacosa (TO), BP Cube/Pesaro, Campania NewSteel/Napoli, Centuria/Cesena, CesenaLab/Cesena, ComoNExT/Lomazzo (CO), Consorzio Arca/Palermo, Digital Borgo/Pescara, Digital Magics/Milano, FabriQ/Milano, Fondazione Filarete/Milano, Future Food/Bologna, H-FARM/Roncade (TV), I3P/Torino, Impact Hub/Milano, Industrio Ventures/Rovereto (TN), JCube/Jesi (AN), LUISS ENLABS – LVenture Group/Roma, Make a Cube3/Milano, M31/Padova, Parco Tecnologico Padano/Lodi, PoliHub/Milano, Polo Meccatronica/Rovereto (TN), Progetto Manifattura/Rovereto (TN), SELLALAB/Biella, TIM #WCap/Roma e VEGA PARK/Università Ca’ Foscari di Venezia/Marghera (VE).

Prossime tappe

Il 27 ottobre 2017 nella sede di SANTEX RIMAR GROUP a Trissino per la finale del Premio Speciale Corporate Fast Track dedicato ai percorsi di open innovation e il 23 novembre 2017 a Roma per la finale di questa edizione del Premio.

Scopri di più:

//Le 35 startup scelte dal Network Incubatori e Parchi Scientifici e Tecnologici per la settima edizione del Premio Gaetano Marzotto, Startupitalia! (21/07/2017)
// La moda etica di Quid vince il Premio Marzotto, L’Arena Economia (23/07/2017)

Il futuro del lavoro e come generare impatto sociale attraverso nuove competenze: SocialFare lancia Design Your Impact

Nel 2017 SocialFare si attiva per i Sustainable Development Goals

Incentivare una crescita economica duratura, inclusiva e sostenibile, un’occupazione piena e produttiva ed un lavoro dignitoso per tutti.
Per l’ SDG 8, SocialFare | Centro per l’Innovazione Sociale, in collaborazione con Challenge Network lancia Design Your Impact”, il primo programma di accelerazione di conoscenza pratica che permetterà ai candidati selezionati in tutta Italia, di diventare “Social InnovActor”. Il bando sarà aperto fino al 28 marzo 2017.

Il 65% dei bambini che frequentano oggi le elementari svolgeranno lavori che non esistono ancora.

A sostenerlo è il World Economic Forum nel report “Future of Jobs” (gennaio 2016), sulla base delle indicazioni raccolte tra i responsabili delle Risorse Umane di 350 tra le maggiori aziende mondiali, tra cui 150 incluse tra le 500 di Fortune. L’analisi si riferisce a 15 Paesi nel mondo, tra cui Cina, India, Francia, Germania, Italia, Giappone, UK e USA.

Lo scenario attuale mostra già i germi di questo processo esponenziale di trasformazione, grazie ai progressi costanti negli ambiti di machine learning, robotica, nanotecnologia, stampa 3D, genetica e biotecnologie. Tuttavia l’evoluzione offerta dai nuovi strumenti che stanno emergendo lascia presagire, oltre la creazione di nuovi posti di lavoro, anche la progressiva scomparsa di alcune professioni. Sempre il World Economic Forum, infatti, prevede entro il 2020 un saldo netto dell’occupazione globale negativo di oltre 5,1 milioni di posti di lavoro.

Le precedenti rivoluzioni industriali hanno richiesto decenni per la costruzione di un sistema di formazione, e di istituzioni, che collaborassero a garantire la qualità delle figure professionali presenti sul mercato del lavoro. La Quarta Rivoluzione Industriale, com’è stato definito il processo in atto, presenta però un portato trasformativo tale da imporre ben altre tempistiche. Necessità recepita dalle istituzioni, che stanno iniziando a tradurre questo urgenza nei primi provvedimenti, come nel caso dell’Unione Europa che nel giugno del 2016 ha elaborato una “New Skills Agenda”.

Un processo che richiede una trasformazione non solo a livello governativo, aziendale e sociale, ma anche individuale. Cambia, infatti, il modo in cui si svolge il lavoro e il luogo in cui viene realizzato: lavoro in remoto, flessibile e su richiesta. Esempio estremo di queste nuove modalità, il crowd-work: i committenti postano su una bacheca virtuale i lavori disponibili e si rivolgono a una platea molto vasta, anche globale. Il sociologo britannico Guy Standing lo ha definito il lavoro a chiamata di nuova generazione: disponibilità in rete a tutte le ore, tutti i giorni.

Secondo i dati raccolti dal report “Future of Jobs” le competenze che diventeranno fondamentali nel 2020 sono ad oggi sottovalutate. Tra gli ambiti che subiranno maggiori trasformazioni sotto questo profilo, il settore finanziario e quello degli investimenti. Cresce l’importanza di saper interpretare i dati, e di saperli visualizzare in maniera efficace. Anche nel dialogo con i consumatori diventa fondamentale la capacità di porre al centro dei propri processi le persone, e di incentivare il loro coinvolgimento.

Flessibilità cognitiva, negoziazione, service orientation, capacità di giudizio e prendere decisioni, intelligenza emotiva, capacità di coordinarsi con gli altri, gestione delle persone, creatività, pensiero critico, complex problem solving. Questa la lista, ripercorsa dall’ultima alla prima, come nell’articolo che Monica D’Ascenza ha scritto sul Sole24Ore per descriverle.

SocialFare | Centro per l’innovazione Sociale, in collaborazione con Challenge Network, si è impegnata nell’elaborare un programma per accelerare conoscenze, abilità e competenze nell’ambito dell’Innovazione Sociale che risponda a questo scenario. Il programma consentirà a giovani tra i 19 e i 35 anni, che abbiano conseguito una laurea triennale o specialistica, o che abbiano maturato esperienze nella Cooperazione allo Sviluppo, nella Progettazione Sociale o nel Volontariato, di sperimentare, insieme a professionisti del settore, l’applicazione a casi concreti dei fondamentali dell’Innovazione Sociale. Nasce “Design Your Impact, il primo programma di accelerazione di conoscenza pratica che permetterà ai candidati selezionati in tutta Italia, di diventare “Social InnovActor”.

Il “Social InnovActor” è una figura professionale ibrida con competenze miste e trasversali, dotato di conoscenza, metodologie e strumenti per affrontare le sfide sociali contemporanee, generando impatto sociale su più livelli: comunità, imprese, pubblica amministrazione e società civile.

Questo innovativo programma di accelerazione di 30 giorni full time, si articolerà in esperienze teorico/pratiche multidisciplinari e sarà condotto da professionisti dell’Innovazione Sociale, della finanza ad impatto e del community engagement. Il programma, completamente gratuito, intende supportare la nascita di nuove professionalità con competenze trasversali proprie del processo dell’Innovazione Sociale, formando i partecipanti su contenuti teorici, metodologie e strumenti altamente innovativi. Per stimolare l’experential learning – apprendimento informale – saranno alternate sessioni teoriche con workshop pratici e momenti di confronto tra i partecipanti, generando così empowerment e capacità progettuale.

Il programma prevede testimonianze di professionisti, startupper e aziende e visite a realtà locali (quali associazioni, cooperative, imprese e altri spazi pubblici e privati) rilevanti a supporto della crescita professionale dei Social InnovActor.

Design Your Impact, be-come a Social InnovActor.

È possibile candidarsi sul sito www.designyourimpact.it nell’apposita sezione “candidati”, inviando il Curriculum Vitae in formato PDF e compilando un breve modulo motivazionale.

Il termine per l’invio è la mezzanotte del 28 Marzo 2017.

Contatti e info

 

 

SOCIAL IMPACT INVESTOR DAY: da Torino l’economia che innova

Incentivare una crescita economica duratura, inclusiva e sostenibile, un’occupazione piena e produttiva ed un lavoro dignitoso per tutti.

SocialFare® | Centro per l’Innovazione Sociale con un’ampia rete di partner nazionali ed internazionali accelera impresa a impatto sociale attraverso il design sistemico e il design thinking, le tecnologie abilitanti, social finance, mentoring e networking per la scalabilità.

27 gennaio 2017

Si è appena chiuso, presso gli spazi di Rinascimenti Sociali, il Social Impact Investor Day. Oggi la sfida per le start-up che hanno partecipato al programma di accelerazione gestito da SocialFare® è stata conquistare  gli investitori, e convincerli a finanziare il loro business a impatto sociale. I team delle 7 start-up accelerate hanno avuto la possibilità di verificare i progressi compiuti in questi 4 mesi, e di avviare il dialogo con importanti investitori del panorama nazionale.

Ad ottobre 2016, quando sono state selezionate attraverso la call FOUNDAMENTA#2 tra più di 100 proposte arrivate da tutta Italia,  le start-up presentavano livelli diversi di sviluppo ed hanno lavorato per 4 mesi con dedizione e passione al proprio miglioramento per divenire attrattive per gli investitori e per la società.

Negli ultimi giorni precedenti il Social Impact Investor Day, gli startupper hanno lavorato in dialogo serrato con il team di accelerazione di SocialFare® per perfezionare il proprio business model, strutturare i financials e costruire una narrazione efficace nei 5 minuti del pitch.

Chi di loro sarà riuscito a stimolare la curiosità degli investitori? Molto difficile dirlo ora, al termine di questa intensa giornata.”. Commenta Monica Paolizzi, coordinatrice del team di accelerazione di SocialFare®.

Il dialogo con gli investitori è la costruzione di un rapporto di fiducia, e in quanto tale richiede tempo. L’obiettivo per noi era che le start-up riuscissero a raccontare il proprio prodotto, la propria soluzione innovativa a impatto sociale, rendendo credibile la solidità dei loro business model agli occhi degli investitori, che per assumersi i rischi connessi all’innovazione, soprattutto applicate alle sfide sociali, devono anche innamorarsi dell’idea.” Monica Paolizzi, coordinatrice del team di accelerazione di SocialFare®

Osservare il modo in cui startupper e investitori hanno portato avanti il dialogo durante e al termine dell’evento induce ad essere ottimisti..

A introdurre il Social Impact Investor Day è stata Laura Orestano, CEO di SocialFare®, che ha presentato il contesto dell’impact investing e raccontato come Torino sempre più possa posizionarsi come città ideale per lo sviluppo di questo nuovo ramo finanziario.

Il primo team a salire sul palco è quello di Merkur.io, che si è presentato portando con sé una valigetta dotata di un piccolo pannello solare: una tecnologia semplice che è parte del sistema innovativo sviluppato per facilitare, grazie a nuove tecnologie legate a cripto-valute e hardware a basso consumo, i programmi di Cash Transfer in occasione delle fiere umanitarie, a favore di rifugiati o vittime di catastrofi naturali nei paesi in via di sviluppo. La presentazione ha stimolato immediatamente molte domande da parte della platea. Gli investitori hanno chiesto delle esperienze sul campo maturate dal team, della loro visione di lungo periodo, e soprattutto degli eventuali rischi a cui il sistema potrebbe esporre le transazioni. Il team ha avuto così l’occasione di raccontare del pilot che partirà quest’anno in Congo, del modo in cui mira a costruire per il 2018 la connessione tra dimensione online e offline, e di come l’altissimo livello di sicurezza garantito da Merkur.io sia reso evidente dall’impossibilità per gli sviluppatori stessi di intervenire sulle transazioni.

È seguito Yeerida, il primo content provider che permette un’esperienza di lettura gratuita in streaming dei testi letterari liberi o protetti da diritti d’autore.  Le prime domande, rivolte al team, hanno riguardato il quadro legislativo, ma soprattutto il rapporto con la SIAE. La risposta è stata pronta: la piattaforma non distribuisce contenuti, ma li condivide. Al momento non si crea conflitto né concorrenza. I contenuti, infatti, ad oggi non possono essere scaricati dagli utenti, ma solo consultati online. Altra novità, la possibilità di proporre formati innovativi e monitorarne il successo. La piattaforma offre, inoltre, strumenti di audience engagement capaci di aprire il dialogo tra domanda e offerta e connettere la dimensione web all’editoria tradizionale, come nel caso della campagna social dove gli utenti di Yeerida sono stati invitati a mostrare la preferenza tra titoli ormai fuori catalogo, perché il più votato fosse ristampato.

Il team di Open Terzo Settore ha presentato con un video, che ha catturato immediatamente l’attenzione del pubblico, la sua piattaforma: “Italia non profit, database lanciato all’inizio di gennaio. Un sistema unico, standardizzato, dedicato alla raccolta di dati sul Terzo Settore. “Italia non profit” mira a sopperire alla scarsità di informazioni, qualificate e organizzate, che ad oggi limita la crescita di questo ambito. L’obiettivo è rendere più facile ed efficace l’incontro tra domanda e offerta di servizi di utilità sociale, offrire efficaci analisi e confronti sulle performance degli enti non profit, generare ricerche e studi di settore, e realizzare sistemi di analisi ed elaborazioni personalizzate di dati. Proprio sulla raccolta di questi ultimi si sono concentrate le domande degli investitori. Il processo di raccolta ne garantisce l’affidabilità: l’utente compie una prima registrazione in autonomia, e i dati così inseriti vengono poi validati, ed arricchiti, grazie al confronto incrociato tra diversi database. Ad oggi più di 200 enti si sono già registrati, e molti lo stanno facendo in questi giorni.

Più complesso è stato presentare Apical, progetto innovativo che propone un sistema alternativo di raccolta fondi per ONG, grazie alla connessione con il sistema di promozione e ticketing per eventi culturali e sportivi. Il modello,  in questi giorni, ha validato il proprio minimum viable product  di social impact ticketing. L’obiettivo è costruire un servizio dedicato, che non si limiti a dialogare con il ticketing, ma che favorisca il networking tra organizzazioni e l’audience engagement. L’idea è che sia il “valore” a connettere stili di vita, supporto ad attività benefiche, e consumo culturale. Un primo test è stato condotto nell’ambito del festival Re:Found:Jazz a Torino e oltre 10 collaborazioni, italiane ed europee, sono già in programma per il 2017.

Una breve pausa per tornare subito a confrontarsi su un’altra proposta innovativa: Pharmatruck, piattaforma che permette di acquistare online i prodotti offerti dalle farmacie della propria città, e riceverli comodamente a domicilio entro 60 minuti dall’ordine. Il mercato in cui la start-up si propone è nuovo, e l’urgenza è creare una barriera rispetto a possibili competitor. Ad oggi copre già il 20% delle farmacie a livello nazionale, e sono in corso accordi con i principali fornitori di gestionali per farmacie. Giganti come Amazon al momento non possono inserirsi in questo mercato, e rispetto ad aziende affini Pharmatruck si differenzia per i prodotti interessati dal suo servizio.

Molto esteso, e ancora poco esplorato, è invece il mercato a cui mira Bed&Care. Un progetto di rete che permette alle aziende turistiche di integrare la propria offerta con servizi mirati, consentendo di soddisfare le esigenze di una nicchia rimasta fino ad ora scoperta: i viaggiatori con disabilità ed esigenze specifiche di assistenza. Nel rispondere alle domande degli investitori il team chiarisce l’estensione del target, che va dagli anziani ai disabili. Al momento molte persone con esigenze di assistenza non vanno in vacanza, specialmente in Italia. L’idea è quella di non fermarsi ad eliminare le barriere architettoniche di hotel e luoghi turistici, ma di rivoluzionare la concezione dell’accessibilità, attraverso strumenti che la rendano più veloce da ottenere e servizi personalizzati rispetto alle diverse necessità. La strategia elaborata è il frutto di un anno intero di studio del settore e delle esigenze degli utenti.

A chiudere le presentazioni è Xnoova, l’azienda che propone di innovare il sistema di apprendimento nella scuola italiana grazie a nuove soluzioni tecnologiche. In particolare, attraverso il prodotto  Chimpa, suite di app per la didattica su tablet (iOS e Android) che va incontro alle esigenze di coordinamento, profilazione, gestione e monitoraggio dei device nelle scuole primarie e secondarie. Recentemente il prodotto è stato implementato con un servizio cloud, che permette di abbattere i costi e aumentare l’accessibilità per le scuole.

Al termine dei pitch un buffet ha accolto i partecipanti per continuare il networking e portare avanti in maniera informale il dialogo con gli investitori maggiormente interessati.

Nelle prossime settimane, SocialFare® avvierà il follow up con gli investitori e le start-up per sostenerne il dialogo verso l’investimento.

Qui trovi lo storify del Social Impact Investor Day.

Continua a seguire il blog “People Innovation” per leggere le interviste agli startupper e agli investitori, e non perdere gli aggiornamenti relativi a tutti i successi delle start-up sulla pagina facebook e twitter di SocialFare®.

 

SOCIAL IMPACT INVESTOR DAY: +15 social impact investor per 7 social impact start-up

Incentivare una crescita economica duratura, inclusiva e sostenibile, un’occupazione piena e produttiva ed un lavoro dignitoso per tutti.

SocialFare® | Centro per l’Innovazione Sociale con un’ampia rete di partner nazionali ed internazionali accelera impresa a impatto sociale attraverso il design sistemico e il design thinking, le tecnologie abilitanti, social finance, mentoring e networking per la scalabilità.

 

20 gennaio 2017

Il 27 gennaio 2017 si svolgerà il Social Impact Investor Day, evento conclusivo del programma di accelerazione per social impact start-up by SocialFare® iniziato in ottobre 2016.

L’evento sarà ospitato presso Rinascimenti Sociali in via Maria Vittoria 38 a Torino, luogo e rete di convergenza dedicato all’accelerazione di conoscenza e imprenditorialità a impatto sociale.

Le sette start-up accelerate da SocialFare® si presenteranno ad un panel ristretto di social impact investor: ad oggi più di quindici hanno già confermato la propria partecipazione all’evento. Oltre ai venture partner di SocialFare® – Oltre Venture e Club degli Investitori –  hanno aderito enti privati, business angel, private investor e family office interessati a sostenere la nascita, lo sviluppo e la scalabilità di imprese innovative in grado di generare valore economico dal valore sociale.

Sono passati ormai sette mesi dal lancio di FOUNDAMENTA#2, la call nazionale per social impact start-up che, reduce dal successo della sua prima edizione, ha permesso di individuare le otto imprese di eccellenza e ad alto impatto sociale per ammetterle al programma di accelerazione di SocialFare® della durata di 4 mesi.

4 mesi per preparare le start-up a ricevere investimenti

Un periodo di lavoro ad alta intensità, con scadenze serrate e specifiche co-progettate con e per ogni start-up, che il 27 gennaio 2017 raggiunge il suo apice con il Social Impact Investor Day.

Le imprese hanno avuto occasione di accrescere le proprie competenze e professionalità grazie al supporto di un team dedicato esperto in investment readiness, business delevolpment & strategy, systemic design e sono state accompagnate, durante tutto il percorso, da mentor e advisor di altissimo livello. Nuove reti, occasioni di confronto e opportunità di sperimentare il proprio business model, hanno permesso alle start-up di approcciarsi in maniera consapevole, matura e pronta al proprio mercato di riferimento.

Le sette start-up che presenteranno venerdì prossimo operano in diverse aree: salute e benessere, innovazione didattico-formativa, welfare e cultura.

Scopriamole in breve:

  • Bed&Care, start-up innovativa a vocazione sociale che opera nel settore del turismo accessibile;
  • GetWYS-Apical, progetto che parte dal presupposto che “ogni momento di felicità possa generare un impatto sociale positivo”; l’industria del divertimento e della cultura può divenire happiness industry;
  • Merkur.io, progetto che propone un sistema innovativo basato su criptovaluta per facilitare i programmi di cash transfer a favore di rifugiati o vittime di catastrofi naturali nei paesi in via di sviluppo in occasione di fiere umanitarie;
  • Open Terzo Settore, start-up innovativa a vocazione sociale che lancia  “Italia non profit”, piattaforma gratuita che rende più efficiente il marketplace filantropico attraverso la presenza di un sistema unico e standardizzato, dedicato alla raccolta dei dati sul Terzo Settore;
  • PharmaTruck, start-up innovativa che permette, tramite la propria piattaforma, di confrontare i prezzi e acquistare online i prodotti offerti dalle farmacie della propria città e riceverli comodamente a casa entro massimo 60 minuti dall’ordine;
  • Xnoova, impresa che ha sviluppato “Chimpa”: la suite di app per la didattica che va incontro alle esigenze di coordinamento, gestione e monitoraggio dei device nelle scuole 2.0.;
  • Yeerida, start-up innovativa che è il primo e unico content provider che consente la lettura online, gratuita e senza limiti, di un ampio catalogo di testi di autori, professionisti ed editori tradizionali.

Il Social Impact Investor Day è un evento chiuso al pubblico e ristretto ai social impact investor: ogni team avrà 5 minuti di tempo per fare il proprio pitch e raccontare il proprio business e convincere l’audience di investitori ed esperti dell’innovatività, sostenibilità, e scalabilità anche sociale della propria proposta.

La giornata si concluderà con un networking lunch per favorire il confronto e la reciproca conoscenza tra start-up, investitori ed esperti di settore.

Vi invitiamo il 27 gennaio 2017 a seguire i flash sull’evento sulla nostra pagina Facebook e su Twitter. Scopri com’è andata la giornata grazie al racconto del Social Impact Investor Day.

 

www.facebook.com/socialfaretorino

@SocialFareCSI  #SocialInvestorDay

www.socialfare.org

 

CONTATTI: Monica Paolizzi, Accelerator Programme Coordinator: monica.paolizzi@socialfare.org

 

SocialFare®

Seconda Giornata della Generatività sociale

Venerdì 16 dicembre

Cosa significa per un’organizzazione essere generativa?
Su quali dimensioni deve concentrarsi per diventarlo? È possibile misurare questa propensione alla generatività sociale?

Per rispondere a queste domande, il centro di ricerca ARC (Anthropology of Religion and Cultural Change) dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e l’Archivio della Generatività Sociale hanno predisposto un set di indicatori di generatività sociale per le organizzazioni italiane. La Seconda Giornata della Generatività Sociale, promossa dall’Archivio della Generatività e da VITA  in partnership con il Gruppo Unipol e con il sostegno di Intesa Sanpaolo, presenterà i risultati di questa ricerca. L’evento, soprattutto, sarà l’occasione per dare voce alle realtà generative scelte, che il 16 dicembre a partire dalle ore 17:00 si alterneranno sul palco del bellissimo teatro Litta di Milano, per raccontare la propria attività. SocialFare® | Centro per l’Innovazione Sociale è onorato di essere tra le dieci esperienze scelte.

Le storie che verranno raccontate sono storie di persone che hanno intrapreso azioni condivise dando luogo a organizzazioni, famiglie, imprese e comunità. Persone il cui agire è orientato da innovazione e rigenerazione, nuove alleanze di governance e modelli di business, passione per i prodotti, cura dei legami e ricerca di direzione e senso. Si va dall’altissima tecnologia di una società di Como che ha aperto una nuova frontiera della sostenibilità occupandosi del recupero dei satelliti che hanno esaurito la loro vita, all’allegria esplosiva di una banda dei 70 giovani, abili e diversamente abili insieme, che suonano gli strumenti che hanno creato da soli utilizzando oggetti di recupero.

Le dieci esperienze generative saliranno sul palco e si racconteranno, presentando ciascuno un oggetto simbolo della loro attività. Le esperienze generative scelte sono:

1. Penny Wirton, Milano
Una scuola informale ma accogliente e rigorosa: nata quattro anni fa dall’impegno di Eraldo Affinati (insegnante e scrittore) e di sua moglie Anna Luce Lenzi. I professori sono docenti, pensionati, ragazzi italiani e non; gli allievi sono minori spesso non accompagnati e migranti anche meno giovani che apprendendo la lingua italiana cercano di porre le basi per un futuro meno difficile.

2. SocialFare® | Centro per l’Innovazione Sociale,  Torino
Centro per l’Innovazione Sociale, è il primo centro italiano interamente dedicato all’innovazione sociale: attraverso la ricerca, l’engagement e il co-design sviluppa soluzioni innovative alle pressanti sfide sociali contemporanee, generando nuova economia. Danilo Magni, presidente di SocialFare® racconterà come il valore sociale possa generare valore economico e convergenza per innovare prodotti, servizi e modelli. Inoltre sarà presentata l’intervista a Vita in cui abbiamo raccontato come, con un’ampia rete di partner nazionali ed internazionali, acceleriamo conoscenza ed imprenditorialità a impatto sociale attraverso il design sistemico, il design thinking, le tecnologie abilitanti, social finance, mentoring e networking per la scalabilità.

3. D-Orbit, Como
D-Orbit è oggi considerata una tra le 100 aziende più innovative al mondo. Una start-up dal nome evocativo che suona come una missione: rispondere al problema della rimozione dei satelliti obsoleti o non più utilizzati dallo spazio. D-Orbit apre dunque una nuova frontiera della sostenibilità – lo spazio – dopo terra, aria e acqua. I suoi prodotti sono portatori di nuove logiche: lo spazio, non più considerato risorsa da sfruttare o ambiente in cui scaricare i rifiuti terrestri, diventa un nuovo valore da custodire poiché strettamente legato al destino del pianeta Terra.

4. Officine Culturali, Catania
Divertire, emozionare ed educare allo scopo di rendere vitali i beni culturali anche come luoghi di occupazione e professionalizzazione. Attraverso lo studio, la ricerca e la comunicazione Officine Cuturali creano nuove grammatiche che siano a servizio della società e del suo sviluppo. Si propone quale agente della valorizzazione dei beni culturali, ambientali e paesaggistici, attivando processi virtuosi finalizzati alla più ampia e migliore conoscenza del patrimonio culturale per il grande pubblico, primo passaggio indispensabile nella tutela e valorizzazione del patrimonio stesso. Nel quadro di tali obiettivi ne sussiste uno “sociale”, ovvero la prospettiva che dalla valorizzazione del patrimonio possa scaturire occupazione e professionalizzazione giovanile.

5. Neuron Guard, Modena
Neuron Guard è una start-up innovativa che sviluppa un sistema integrato di protezione cerebrale per pazienti con ictus, trauma cranico grave e arresto cardiaco. La soluzione si compone di un collare refrigerante ed un innovativo sistema di somministrazione per un farmaco ad azione neuro-protettiva. Frutto dell’esperienza professionale e personale di Enrico Giuliani nell’ambito della Medicina d’Emergenza con una forte componente di ricerca, l’azienda nasce alla fine di maggio 2013 nell’ambito del programma di incubazione intensiva SeedLab che si conclude con la vittoria di Neuron Guard, coronata da un’esperienza in Silicon Valley per studiare le più moderne tendenze in ambito di imprenditorialità innovativa.

6. Brandina The Original, Pesaro
Brandina The Original è la linea di borse e accessori made in Italy realizzata con il tessuto dei lettini da mare. Il fascino di Brandina risiede nel suo immenso potere evocativo: un’esperienza tattile e visiva che conduce al mare, ai suoi colori e profumi, alla spensieratezza ed al brio che hanno caratterizzato nel tempo – ed ancora oggi – le spiagge del Bel Paese. Il nome del brand coincide con la sua essenza materiale, ciò crea una forte associazione mentale. Per questo, prima di essere un prodotto, Brandina è un concept che comunica con decisione la propria personalità.

7. San Benedetto Po
San Benedetto Po è un paese di circa 7.000 abitanti, a cavallo tra il Po e il Mincio. Terra di contadini e di allevatori, nel passato il piccolo centro mantovano ha fatto da scenario ad eventi che hanno segnato la storia dell’Europa. La svolta giunge con le elezioni amministrative del 2006, quando un gruppo di cittadini accomunati dall’idea di abbandonare progetti di crescita che non si percepiscono coerenti con la propria vocazione storica, territoriale, economica decide di dare vita ad una lista civica.

8. Cauto, Brescia
La Cooperativa Sociale CAUTO nasce con lo scopo di arginare situazioni di marginalità ed esclusione sociale attraverso percorsi lavorativi. Fin dall’inizio battono all’unisono tre cuori: la centralità della persona; il rispetto per l’ambiente; l’interesse per il benessere della Comunità, attraverso lo svolgimento di attività ambientali.

9. Valemour, Verona
VALEMOUR è un marchio sociale la cui missione è favorire l’inserimento di persone con sindrome di Down e disabilità intellettiva nel mondo del lavoro. Acquistando i prodotti e gli accessori VALEMOUR sostieni percorsi di formazione ed inserimento personalizzati. Dei veri e propri Hub Formativi dove le persone con disabilità imparano abilità, mansioni, diritti e doveri dei lavoratori.

10. Banda Rulli Frulli, Mirandola
Banda Rulli Frulli è un progetto sperimentale di musica, integrazione e riutilizzo creativo dei materiali di recupero nato da un’idea di Federico Alberghini all’interno della Fondazione Scuola di musica C. e G. Andreoli di Mirandola (MO) che comprende i nove comuni dell’area nord. Rulli Frulli è un percorso di crescita nei confronti dell’altro, nel rispetto delle diverse capacità. “La banda è la banda.” Non ci sono solisti, non ci sono elementi che spiccano rispetto ad altri ma si è tutti uguali e ognuno dà il proprio contributo col massimo del proprio impegno.

Per saperne di più leggi l’articolo di Vita dedicato agli Spiriti Creatori.

Il programma della Giornata prevede anche un intervento del presidente di Unipol Pierluigi Stefanini (che ha sostenuto la Giornata) e un riconoscimento speciale di Vita alla Fondazione Rava, per le attività svolte nel salvataggio dei migranti nel Mediterraneo. In chiusura un’esibizione straordinaria della Banda Rulli Frulli.

Spiriti Creatori

Seconda Giornata della Generatività Sociale

Teatro Litta, Corso Magenta 24 – Milano
16 dicembre (17:00 – 23:00)
Per maggiori informazioni e iscrizioni: evento Spiriti Creatori su facebook!


L’Archivio della Generatività Sociale è un progetto nazionale promosso dall’ARC (Centre for the Anthropology of Religion and Cultural Change) dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e diretto da Mauro Magatti. L’Archivio raccoglie le video story di oltre 100 esperienze di generatività sociale nei settori dell’impresa, della società civile e delle policy istituzionali. È dedicato ai policy maker e amministratori pubblici, studenti e accademici, imprenditori, artigiani, creativi, professionisti del welfare, volontari e cittadini attivi. L’Archivio si pone scopi multipli: comunicativi, formativi, culturali e scientifici.

Informazione e stampa 2.0 | Quale racconto per i diritti umani?

Giovedì 15 dicembre 2016

SocialFare® sarà una delle voci che contribuirà alla riflessione su Informazione e stampa 2.0: quale racconto per i diritti umani?, evento promosso dal gruppo regionale piemontese del Comitato Giovani della Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO in collaborazione con il Consiglio Regionale del Piemonte.

L’incontro si inscrive nell’ambito dei diversi eventi che il Comitato Giovani UNESCO ha organizzato, in modo capillare e coordinato in tutta Italia, per celebrare la Giornata Mondiale dei Diritti UmaniL’obiettivo è mettere in relazione le esperienze e le competenze degli esperti nella gestione di tematiche inerenti la promozione e lo sviluppo dei diritti umani e di coloro che, per professione, hanno il compito di raccontare lo svolgersi di queste dinamiche, determinando una presa di coscienza e l’acquisizione di rinnovata consapevolezza.

Nel presentare l’evento Paolo Petrocelli, Presidente del Comitato Giovani, ha commentato: “Crediamo che i valori e gli ideali alla base di questa importante iniziativa internazionale, debbano essere promossi anche e soprattutto tra i giovani. Quest’anno abbiamo deciso di affrontare, all’interno della Giornata, il tema particolarmente attuale della libertà di stampa e di espressione.

“Siamo convinti che attraverso l’educazione al confronto e l’accesso diretto alla cultura e all’informazione, si possano formare giovani responsabili più consapevoli dei propri diritti e di quelli degli altri. In questo senso, la Giornata Mondiale rappresenta un’importante occasione per favorire questo dibattito in tutto il Paese.” 

Paolo Petrocelli, Presidente del Comitato Giovani

UNESCO Giovani promuove l’evento anche sui canali social ufficiali (pagina Facebook, Twitter e Instagram) tramite gli hashtag #UNESCOgiovani, #HumanRightsDay, #Standup4HumanRights, creati appositamente per la giornata. Previsto anche un contest fotografico su Instagram: per partecipare basta postare un’immagine che esprima il concetto di libertà di stampa e di espressione seguito dagli hashtag della giornata internazionale e @unescogiovani.

Informazione e stampa 2.0: quale racconto per i diritti umani?

Giovedì 15 dicembre 2016, ore 15:00 – 17:30

Consiglio Regionale del Piemonte, Palazzo Lascaris (Sala dei Presidenti)

via Alfieri, 15 – Torino

PROGRAMMA COMPLETO

Saluti iniziali

Mauro Laus,

Presidente del Consiglio Regionale del Piemonte,
Presiedente del Comitato Regionale per i Diritti Umani

Introduzione a cura del Comitato Giovani della Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO

Contributi alla discussione

Daniele Albanese

Coordinatore dei gruppi di lavoro sull’immigrazione internazionale di Caritas Italiana

Laura Secci

Giornalista – La Stampa

Laura Orestano

CEO di SocialFare | Centro per l’Innovazione Sociale

Adriana Riccomagno

giornalista free-lance e socia del Comitato Giovani della CNI UNESCO

Conclusioni


UNESCO GIOVANI – Oltre trecento giovani tra i 20 e i 35 anni, fra cui studenti, ricercatori, artisti, professionisti, manager e imprenditori: sono loro l’anima del Comitato giovani della Commissione Nazionale italiana per l’UNESCO.  Costituitosi nel 2015, il Comitato Giovani ha l’obiettivo di supportare le attività della Commissione nel campo dell’educazione, della scienza, della cultura e della comunicazione.

 

 

SocialFare® ha realizzato il primo Social Hackathon di Torino!

Venerdì 2 e sabato 3 dicembre 2016

SocialFare® ha realizzato presso gli spazi del Collegio Artigianelli il primo Social Hackathon di Torino: un evento open, rivolto all’intera cittadinanza, che mira a stimolare, tramite la co-progettazione di uno storytelling condiviso, un confronto pratico sull’identità sociale della città di Torino. Sharing economy, nuove forme di inclusione (sociale, educativa ed economica), mobilità sostenibile, innovazione sociale e biodiversità sono stati alcuni dei temi affrontati da partecipanti e moderatori durante i due giorni di lavori.

Hackathon è un termine che inizia a diffondersi anche tra i non addetti ai lavori.  Deriva dalla crasi di “hack” e “marathon”, e ha origine dal virtuosismo informatico promosso dagli hacker. L’hacking è una forma di creative problem solving, spesso non connessa alla tecnologia. Per questa ragione gli hackathon, sempre più, diventano eventi di community engagement destinati a condividere strumenti ed esperienze per riflettere insieme su un problema specifico.

Il Social Hackathon è stato un’azione collettiva di hacking sullo status della Torino Sociale. L’evento ha saputo ibridare creatività, esperienze e competenze -anche digitali- dei partecipanti traducendosi in tavole di scenario e visione, e un documento di storytelling della Torino Sociale, presto disponibili sul sito di SocialFare® e su quello dell’Agorà delle identità.

La visione da cui Roberta Destefanis e Francesco Majno, ideatori e coordinatori del Social Hackathon, sono partiti è che una città sociale prende forma da  una comunità attiva e consapevole, che genera occasioni di ingaggio, condivisione e sviluppo, ponendo al centro valori condivisi. Loro l’hanno descritta così:

“La città sociale è una comunità che co-progetta soluzioni e iniziative per migliorare il benessere collettivo. In una città sociale ogni abitante è cittadino di pari grado e dignità, vive e alimenta le potenzialità della vita di comunità, nel rispetto dei propri valori e talenti.”

Da qui la scelta di articolare il lavoro in 4 tavoli di co-progettazione, corrispondenti ai capitoli fondamentali che strutturano il documento di restituzione del Social Hackathon. Scopriamo i temi e le caratteristiche che hanno orientato il lavoro dei tavoli:

    1. La Torino Sociale è ACCESSIBILE, perché accoglie, rispetta, valorizza le identità culturali, e garantisce a tutti inclusione sociale, educativa e lavorativa.
    2. La Torino Sociale è DEMOCRATICA, perché i propri cittadini sono decisori attivi e partecipi nelle politiche locali.
    3. La Torino Sociale è ADATTIVA, perché sa leggere, interpretare e adattarsi alla costante trasformazione sociale, economica e ambientale dei nostri tempi.
    4. La Torino Sociale è GENERATIVA, perché è propositiva; produce stimoli, opportunità, nuovi strumenti e modelli per i city maker.
    5. La Torino Sociale è SOSTENIBILE, perché cresce e si trasforma nel rispetto dello sviluppo sostenibile e della biodiversità.
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Roberta Destefanis introduce il Social Hackathon

Il Social Hackathon, oltre a essere stato occasione di confronto su tematiche fondamentali per la città, è stato anche campo di sperimentazione per una delle start-up a vocazione sociale accelerate nel programma di SocialFare®. Merkur.io sta progettando un sistema innovativo per fornire alle Fiere Umanitarie un circuito di pagamento veloce, tracciabile e sicuro. Il team di Merkur.io ha elaborato un sistema basato sui bitcoin veicolato attraverso QR code che i partecipanti hanno testato, consentendo di identificare criticità e punti di forza del meccanismo proposto.

Venerdì sera, dopo una breve introduzione, i gruppi di lavoro hanno iniziato a prendere forma e a conoscersi, grazie alla cena di team building. Per introdurre i temi con cui i partecipanti si sarebbero confrontati, alcuni speaker hanno stimolato la platea attraverso brevi interventi ispirazionali.  

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Marco Giusta, Assessore alle Pari Opportunità

L’Assessore alle pari opportunità Marco Giusta, Assessore alle Pari Opportunità, ha aperto il dialogo ponendo l’accento sull’importanza della parità di genere e del rispetto delle differenze nelle scelte strategiche della politica cittadina, anticipando alcune scelte significative che orienteranno l’agenda di Torino.

 

 

 

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Luigi Bistagnino, ‘Il “fare” sistemico genera un nuovo paradigma culturale’

Luigi Bistagnino, Fondatore e Presidente della Systemic Approach Foundation, nel suo intevento Il “fare” sistemico genera un nuovo paradigma culturale ha illustrato l’approccio alla base del design sistemico, raccontando come in un’ottica eco-sistemica sappia evidenziare e valorizzare l’effetto delle azioni individuali sul benessere collettivo. 

 

 

 

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Filippo Barbera, ‘L’altra faccia dell’eccellenza: innovazione e fallimento’

Filippo Barbera, professore di Sociologia dei processi economici e del lavoro per il Dipartimento di Culture, Politica e Società dell’università di Torino, ha introdotto nel dibattito l’importante tema dell’ambivalenza dell’eccellenza, sospesa tra innovazione e fallimento. Nel suo intervento Barbera ha evidenziato come premiare pochi generi il fallimento ed il malessere di molti. Ma come non intaccare, in questa ottica, il livello della qualità? La proposta avanzata è quella di ripensare il paradigma che orienta le relazioni tra gli enti e le istituzioni, dando spazio a un modello diffuso, capace di far emergere il valore delle piccole realtà.

 

 

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Marguerite Kahrl, ‘ConMoi: un modello di resilienza per la città informale’

Marguerite Kahrl, Artista, Permaculture Designer, Co-founder di ConMoi, ha raccontato l’esperienza dell’associazione e il suo rapporto con il territorio nello sforzo quotidiano di far emergere le comuni radici umane attraverso la permacultura, l’autoproduzione, la resilienza, la salvaguardia e la promozione dei beni comuni, la mappatura dei beni in disuso e recuperare spazi e beni per uso sociale, la ri-vitalizzazione di aree ‘stagnanti’ o degradate in ecosistemi urbani, periurbani e rurali.

 

 

 

 

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Giuseppe Tuttobene, ‘Il ruolo della comunicazione sociale nell’identità metropolitana’

E’ seguito l’intervento di Giuseppe Tuttobene, co-founder dell’agenzia di comunicazione Quattrolinee, in cui sono stati spiegati i concetti di brand e comunicazione, offrendo ai partecipanti alcuni spunti utili per comunicare in maniera efficace l’identità ed i valori significativi di un territorio o un progetto.

 

 

 

 

Se vuoi leggere il racconto di uno dei partecipanti qui l’articolo: www.taurinews.it/torino-social-hackaton/.

La mattina di sabato è iniziata con una colazione da ETIKØ, diversamente Bistrò. La scelta del luogo è derivata dal desiderio di introdurre i lavori partendo da una realtà che applica i valori proposti. ETIKØ  “diversamente Bistrò” è un progetto ristorativo legato alla sostenibilità sociale ed ambientale. Tutto ciò che propone, appartiene ad un ambito in cui la correttezza solidale e l’attenzione alla materia prima, si uniscono per supportare, a loro volta, le realtà socio assistenziali legate al mondo del Murialdo.

Durante la giornata di co-progettazione ogni tavolo, secondo i diversi approcci che i moderatori hanno scelto, ha lavorato alla raccolta delle esperienze dei partecipanti per identificare gli aspetti su cui intervenire e proporre possibili soluzioni.

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In queste foto: alcune fasi di lavoro dei diversi tavoli

 

Il tavolo dedicato all’Accessibilità, guidato da Marco Muzzarelli (ENGIM) ha seguito un approccio maieutico, in cui con sapienza il moderatore ha fatto emergere le riflessioni dei partecipanti, rendendoli visibili attraverso mappe mentali. Il tavolo dedicato alla Democrazia e alla Sostenibilità ha unito l’approccio del design thinking e del design sistemico proposto da Monica Paolizzi (SocialFare®) a quelli dell’analisi del territorio portati dall’esperienza di Daniele Russolillo. Caterina Manolino (Experientia) e Federico Maggiora (Accademia Maurizio Maggiora) hanno saputo fondere l’approccio del human-centered design all’esperienza della progettazione sociale nell’esplorazione della Generatività. Marcello Bogetti ha supportato i partecipanti nell’indagine dell’Adattività a partire dagli strumenti offerti dalla network analysis.

 

Ogni tavolo ha prodotto un capitolo che in questi giorni il team di SocialFare®, in dialogo con i moderatori, sta provvedendo a montare nel documento di sintesi progettualeche raccoglie gli esiti dei lavori: “Lo storytelling della Torino Sociale”, una narrazione polifonica, identitaria e partecipata. Il testo sarà presto fruibile online, insieme al video di presentazione. Stay tuned!

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I partecipanti mentre realizzano il video di presentazione

StartUp Europe Awards 2016, Italy edition | Vincitori e premi nazionali assegnati

Martedì 6 dicembre 2016

Si è chiuso oggi l’entusiasmante roadshow di StartUp Europe Awards 2016 Italy edition, iniziativa promossa dalla Commissione Europea e dal Parlamento Europeo e implementata in Italia dal Country Manager, X23 Srl, oltre che Manager del Network Internazionale. Ricchissima di ospiti, contenuti e interventi, la finale che si è tenuta oggi a Milano, presso l’Auditorium Gio Ponti di Assolombarda. SocialFare® è tra i co-organiser che hanno contribuito a selezionare le 50 startup in gara. Dal Piemonte, per la categoria Social Innovation, durante la finale regionale ospitata da Rinascimenti Sociali, si sono aggiudicate la possibilità di concorrere alla competizione nazionale: GetWYS, Last Minute Sotto Casa, Yeerida, Water View.

Grande partecipazione del pubblico, che ha assistito alle presentazioni delle 50 finaliste, in un susseguirsi serrato di pitch battles, che hanno tenuto con il fiato sospeso giuria ed ospiti. Altissimo il valore delle startup partecipanti e l’innovazione dei progetti presentati; passione, determinazione e fair play hanno contraddistinto la competizione, che metteva in palio 10 biglietti per la finale internazionale di SEUA prevista a Bruxelles tra Gennaio e Febbraio 2017. Rilevanti anche i premi nazionali che X23, in qualità di Country Manager, e i numerosi partner e sponsor coinvolti hanno voluto mettere a disposizione dell’iniziativa per le startup capaci di distinguersi durante la competizione.

L’ European Business Angel Network (EBAN) ha messo in palio per i 10 i finalisti un complimentary ticket (ingresso gratuito) per l’esclusivo workshop dedicato agli imprenditori al prossimo Global Investor Forum (pitching competition) del 7 Giugno 2017 a Malaga; e un complimentary pass (gratuito) per l’Annual EBAN Congress del 8-9 Giugno 2017 a Malaga.

Enterprise Europe Network (EEN) dedica a tutte le startup finaliste (10), un servizio ”tailor-made” di supporto alle fasi di internazionalizzazione e miglioramento della competitività, declinato sulle specifiche esigenze e caratteristiche di ciascuna startup.

Singularity University Italia offre, attraverso i suoi 4 chapters italiani (Milano, Modena, Venezia, Roma), ad una sola startup, un modulo di training gratuito sul tema “Exponential Organisation, Exponential Growth”.

Una giuria di esperti provenienti dal mondo degli investors e dell’industria hanno così selezionato le finaliste: – Vincitori assoluti StartUp Europe Awards 2016 Italy Edition:

    • Tooteko (Veneto, cat. Social Innovation)
    • Last Minute Sotto Casa (Piemonte, cat. Social Innovation)
    • Windcity (Veneto, cat. Energy)
    • Huduma (Sicilia, cat. Health)
    • Credimi (Lombardia, cat. Fintech)
    • Neuron Guard (Emilia Romagna, cat. Health)
    • X-next (Lombardia, cat. ICT)
    • Veranu (Sardegna, cat. Energy)
    • Pandhora (Marche, cat. Health)
    • Panoxyvir (Piemonte, cat. Health – Vincitore Assoluto PNI)

Assegnati i premi nazionali con cui diversi enti hanno voluto valorizzare le migliori concorrenti dello StartUp Europe Awards – Italy edition:

Per X23: X-next
Per Network Society Venture: Neuron Guard
Per EY: X-next
Per IAG: Agricolus
Per EBAN: Last Minute Sotto Casa, X-next, Waterview, Agricolus, Ultroneo-Get your Bill, DIS, Tooteko, Neuron Guard, Credimi, Briareo
Per EEN: X-next, 2Pay, Waterview, Last Minute Sotto Casa, Panoxyvir, Neuron Guard, Tooteko, Veranu, Credimi, Briareo
Per Singularity University: Robotfarm, Windcity, Getwys

Giuseppe Laquidara, CEO di X23 e Marika Mazzi Boém, Country Manager di SEUA, hanno chiuso la kermesse, che ha toccato 14 regioni, coinvolto 120 organizzazioni, selezionato tra 751 startup le 50 finaliste, in un viaggio emozionate per l’Italia per un totale di 7500 chilometri percorsi. La prossima tappa è a Bruxelles, per la chiusura dell’edizione 2016 e la proclamazione dei 10 vincitori assoluti a livello europeo. Il Piemonte ha saputo fare incetta di premi. Riuscirà a replicare il successo durante la competizione europea, distinguendosi magari proprio nella categoria Social Innovation? La sfida continua: stay tuned!

METROS #6: workshop e final meeting

Giovedì 1 dicembre 2016  

SocialFare® partecipa al programma Metropolitan Economic Transformation and Regional Organizational Structures (METROS). Il programma, promosso dal German Marshall Fund of United States (GMF), per favorire attraverso la condivisione di buone pratiche e lo scambio e il confronto tra gli operatori, la collaborazione tra alcune città del sud Europa sul tema dello sviluppo economico. Le città coinvolte sono Torino e Genova (per l’Italia), Bilbao (Spagna) e Salonicco (Grecia).

METROS (Metropolitan Economic Transformation and Regional Organizational Structures)

Ogni città ha partecipato attraverso una delegazione che la rappresentasse, coinvolgendo professionisti provenienti da diversi settori. I gruppi di lavoro che hanno aggregato le diverse rappresentanze combinando differenti professionalità, hanno preso parte ai laboratori intensivi organizzati dal GMF per stimolare il processo di apprendimento tra pari, e favorire il confronto sulle strategie e gli strumenti che sono stati proposti al fine di stimolare la collaborazione tra settori e favorire lo sviluppo economico a livello regionale. Ogni città ha avuto la possibilità di identificare fino a due obiettivi specifici su cui focalizzare la propria azione, rispetto ai quali il GMF si è occupato di proporre degli strumenti che potessero essere agilmente declinati nelle diverse città, settori e progetti. Torino ha scelto di concentrarsi su sfide e opportunità offerte connesse all’ecosistema start-up.

Torino, città metropolitana

Molti e interessanti gli sviluppi offerti a Torino in qualità di città metropolitana, soprattutto alla luce delle modifiche introdotte dalla legge del 7 aprile 2014 “Disposizioni sulle città metropolitane, sulle province, sulle unioni e fusioni di comuni”, la modifica che ha recentemente mutato la funzione delle 14 città metropoliltane presenti sul territorio nazionale trasformadole in enti di area vasta. La nuova area di competenza mira a favorire l’affermarsi di un nuovo approccio supportato da un’ottica ecosistemica, capace di superare il mero perimetro cittadino e incentivare il coordinamento degli enti territoriali nell’affrontare le sfide poste dalle città. 

METROS #6

METROS #6, ultimo workshop e incontro conclusivo del programma, è il sesto appuntamento dei sei workshop attraverso cui METROS si è strutturato. Nell’introdurre i casi di successo torinesi, SocialFare® ha presentato la propria realtà alle delegazioni coinvolte nel workshop ospitato da Rinascimenti Sociali. L’evento è stata infatti l’occasione per stimolare una riflessione condivisa su future innovazioni, imprenditorialità e start-up policy, supportata dagli interventi di esperti di fama internazionale del calibro di Daniel Soriano, Videesha Kunkulagunta, e Reuben Nieuwenhuis. Altri esperti europei sono stati coinvolti per la giornata di venerdì 2 dicembre in cui è stato condiviso il piano di azione, articolato su ogni città, attraverso cui è stata identificata la strada che condurrà i partecipanti a raggiungere gli obiettivi identificati.

Metodologia

Aspetti chiave del processo che ha strutturato METROS sono stati design thinking, creative problem solving, e human centered innovation. La scelta di ricorrere a queste metodologie e rafforzare simili competenze deriva dall’obiettivo di offrire strumenti utili alle istituzioni coinvolte e ai professionisti continuando ad agire oltre la durata del programma.

German Marshall Fund of United States
German Marshall Fund of United States è un ente destinato a rafforzare la collaborazione transatlantica sulle sfide e le opportunità che si presentano a livello regionale, nazionale e globale nello spirito del Piano Marshall. E’ un’organizzazione apartitica senza fine di lucro fondata nel 1972 come dono da parte della Germania a perenne memoria per l’assistenza ricevuta con il Piano Marshall. GMF contribuisce alla ricerca e all’analisi e favorisce la convergenza dei leader sulle tematiche transatlantiche rilevanti per i decisori politici.