Torino Startup | Una proposta per potenziare l’ecosistema locale per la creazione d’impresa

Un ecosistema coeso al suo interno, aperto e attrattivo verso l’esterno, integrato con le aziende locali, attento al capitale umano, efficace nel business support, flessibile sul piano finanziario. Questa la direzione e l’obiettivo di crescita suggeriti dal gruppo di lavoro, composto dagli attori attivi sul territorio, che ha realizzato il report presentato venerdì 15 aprile 2016 nell’ambito della manifestazione “Torino Startup”.

Il report è l’esito del laboratorio Start-up Metro Torino. Il progetto si inscrive nell’ambito del programma Metros (Metropolitan Economic Transformation and Regional Organizational Structures), promosso dal German Marshall Fund of United States. Il programma, sostenuto anche dallaCompagnia di San Paolo, vuole favorire la collaborazione tra alcune città del sud Europa (Torino, Genova, Bilbao e Salonicco) sui temi dello sviluppo economico, attraverso la condivisione di buone pratiche, lo scambio e il confronto tra operatori. Start-up Metro Torino è nato con l’obiettivo di fornire in maniera congiunta e coordinata indicazioni qualificate ai decisori istituzionali per definire le scelte strategiche di potenziamento dell’ecosistema piemontese per la creazione d’impresa.

METODO DI INDAGINE

L’elaborazione di questo report si è sviluppata nell’arco di sei mesi (da settembre 2015 a febbraio 2016), grazie a un percorso condiviso di lavoro che ha portato al coinvolgimento di numerosi interlocutori locali. Ogni fase dell’intervento è stata discussa, concordata e valutata con il Gruppo di progetto, composta da: Torino Strategica (coordinamento generale), Fondazione Human+ (supervisione scientifica), Camera di Commercio di Torino/Torino Social Innovation, Città Metropolitana di Torino (MIP – Mettersi in proprio), SocialFare, Incubatori accademici I3P e i 2i3T, PerMicroLab, Rèseau Entreprendre Piemonte, Università degli Studi di Torino.

Il percorso di lavoro ha inoltre previsto alcuni momenti di consultazione con i diversi portatori di interesse attraverso:
/ un opinion survey realizzata con un questionario inviato a tutti i 65 attori dell’ecosistema per la creazione di impresa,
/ alcuni focus group realizzati con panel di neo-imprenditori locali con almeno due anni di esperienza,
un dibattito pubblico dal titolo “Local Insights Torino’s Ecosystem che ha visto la partecipazione di Greg Horowitt,
diversi incontri individuali con leader locali sui temi di governance, sistema univesitario, fondazioni bancarie, e associazionismo.

Tre le tappe principali di questo percorso condiviso: 1. la definizione degli obiettivi futuri, generare più impatto economico grazie all’ecosistema, l’analisi dei punti di forza e aree da potenziare (analisi dello stato attuale dell’ecosistema), e la formulazione di proposte per il rafforzamento dell’ecosistema (proposta condivisa articolata in sei punti).

VALUTAZIONE DELL’ECOSISTEMA TORINESE

La forte attenzione rivolta agli ecosistemi imprenditoriali ha una semplice ragione: dove è presente un ecosistema evoluto e dinamico è maggiore lo sviluppo economico e sociale. Le economie contemporanee premiano quei territori che dispongono di un ecosistema performante, in accordo con quanto evidenziato dall’Entrepreneurship Indicator Programme (sviluppato da OECD ed EUROSTAT) secondo cui gli ecosistemi imprenditoriali hanno un’influenza accertata su tre output economici fondamentali: nascita di nuove imprese, creazione di posti di lavoro, aumento della ricchezza collettiva.

Performance

Ne deriva che misurando gli output economici riconducibili all’azione dell’ecosistema imprenditoriale di Torino (relativi a questi tre aspetti), è possibile valutare il suo livello di performance e compararlo a quello di altre realtà italiane. L’analisi comparata condotta a livello nazionale per l’anno 2015, vede Torino collocarsi sempre in una posizione mediana delle classifiche,  evidenziando come l’ecosistema imprenditoriale torinese possa migliorare in modo rilevante  le proprie prestazioni sia quanto a creazione di nuove imprese, che a occupazione prodotta dalle neo-imprese e innovazione generata come forma di ricchezza collettiva.

Un  ecosistema imprenditoriale può essere definito come un insieme interconnesso di singole individualità con “intenzione imprenditoriale”, di operatori economici e di istituzioni che formalmente e informalmente interagiscono per generare attività di impresa (definizione è liberamente tratta da: C. Mason, R. Brown, Entrepreneurial ecosystems and growth oriented entrepreneurship, Final Report to OECD, Paris, 2014). Per poter valutare la struttura di un ecosistema imprenditoriale è quindi necessario prendere in considerazione due aspetti: numerosità dei suoi attori, e relazioni che tra essi intercorrono.Schermata 2016-04-20 alle 11.48.32

La mappatura effettuata nel corso dell’intervento ha individuato 65 attori attivi nell’ecosistema torinese a fine 2015. I diversi attori sono stati poi ricondotti a otto aree di azione, definite in concordanza con le indicazioni di OECD/EUROSTAT : business support (incubatori, acceleratori, servizi di mentoring), imprenditorialità (trade association, industry association), community (start-up network, coworking agency, fablab), infrastrutture (accesso a facility), finanza (banche, angel investor, venture capital), settore pubblico e policy (governi locali, associazioni pubbliche, camera di commercio), capitale umano (università pubbliche e private), ricerca e sviluppo (centri di ricerca, technological park).

Ne emerge un ecosistema adeguato per il numero e la varietà degli attori presenti sul territorio (65 soggetti mappati), ma il cui livello di networking è ampiamente migliorabile: i costi di transazione sono elevati sia per garantire una fluida e rapida circolazione delle informazioni e conoscenze, che per generare progetti e iniziative coordinate e condivise.

Valutazione del funzionamento

Rispetto al suo funzionamento la valutazione del sistema torinese è stato compiuto in relazione a cinque dimensioni:

  1. SUPPORTO AL BUSINESS: fornitura di servizi e consulenze per il processo di creazione di impresa.

L’ecosistema torinese offre una gamma soddisfacente di servizi e risorse per le neo-imprese nelle fasi iniziale e intermedia del ciclo di start-up, ma non riesce a supportare adeguatamente le neo-imprese nel momento cruciale del consolidamento (business growth) al termine del percorso di creazione di impresa.

  1. MENTALITÀ IMPRENDITORIALE: promozione dello spirito imprenditoriale come cultura e valore.

Sotto questo profilo l’ecosistema svolge un’azione efficace nel consolidare e diffondere il significato e il valore collettivo del fare impresa verso il pubblico di potenziali imprenditori adulti. Migliorabile invece la promozione della mentalità imprenditoriale fra i giovani e gli studenti.

  1. CAPITALE UMANO: crescita professionale e sociale dei nuovi talenti imprenditoriali.

Parziali punti di forza dell’ecosistema sono l’individuazione di nuovi potenziali imprenditori e l’azione formativa nei loro confronti, basata su un mix di formazione formale e di apprendimento sul campo. L’area di miglioramento è lo sviluppo di community per consolidare apprendimenti, senso di appartenenza e generare opportunità di business.

  1. RISORSE FINANZIARIE: reperimento di capitali di rischio a disposizione delle imprese nascenti.

L’ecosistema è in grado di intercettare risorse finanziarie adeguate per le esigenze delle neo-imprese. Il punto critico è la logica complessiva di finanziamento e investimento, distante dai bisogni e richieste delle neo-imprese in termini di velocità di erogazione, flessibilità amministrativa, gestione del rischio.

  1. APERTURA: connessione con realtà esterne e attrattività rispetto ad altri territori ed ecosistemi.

L’Openness è la dimensione più carente dell’ecosistema. Il suo funzionamento è ampiamente migliorabile sotto ogni profilo: capacità di attrarre iniziative imprenditoriali a Torino, capacità di collegarsi al circuito nazionale e internazionale della creazione di impresa, capacità di accreditarsi e rendersi visibile come “Città delle start-up”.

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LE PROPOSTE

Alla luce di questa analisi, e con la prospettiva di potenziare l’ecosistema affinché generi maggiore impatto economico, il Gruppo di Lavoro ha formulato le seguenti proposte:

Proposta 1 
Un ecosistema coeso al suo interno per favorire maggiore integrazione e scambio fra gli attori: creazione di un tavolo di coordinamento permanente da affidare ad un soggetto facilitatore che garantisca l’attività, e per promuovere il confronto internazionale e l’analisi delle attività svolte.
(Presentata da Mario Lupo, Tessa Zaramella – Città Metropolitana di Torino)

 

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Un ecosistema aperto e attrattivo per connettere l’ecosistema al circuito nazionale e internazionale delle start-up. Elaborazione di una strategia di comunicazione e marketing specifica, supportata dall’organizzazione e l’ospitalità di eventi internazionali di rilievo su questi temi; e l’allestimento di un welcome-desk unico e dedicato per attrarre le start-up.
(Presentata da Laura Orestano – SocialFare, Fabrizio Barbero – Città di Torino)

 

 

Proposta 3
Un ecosistema integrato con le aziende locali per aumentare i capitali a disposizione delle neo-imprese e accrescere il numero di start-up originate da spin-off aziendali. Attività di promozione e matching fra neo-imprese e aziende, e tra atenei e imprese, per la creazione di spin-off aziendali.
(Nicoletta Marchiandi Quatraro – Camera di Commercio di Torino)

Proposta 4
Un ecosistema attento al capitale umano per aumentare il numero, la qualità professionale e il ruolo sociale dei neo-imprenditori attraverso programmi di imprenditorialità nelle Scuole Superiori e nelle Università, professionalizzazione basata sui mentor d’impresa e attività di formazione finanziata anche per il target neo-imprese.
(Mario Montalcini – Réseau Entreprendre, Enrico Gastaldi – Università di Torino)

Proposta 5
Un ecosistema efficace nel business support per favorire il consolidamento delle neo-imprese, tramite servizi mirati per crescere sui mercati e sviluppare l’organizzazione e sviluppo di public procurement a favore delle neo-imprese.
(Marco Cantamessa – Incubatore PoliTo I3P, Giuseppe Serrao – Incubatore UniTo 2i3T)

Proposta 6 
Un ecosistema flessibile sul piano finanziario per differenziare e rendere più flessibili le forme di finanziamento e credito alle neo-imprese attraverso la diffusione di buone pratiche creditizie, il consolidamento di acceleratori locali e reti di business angel, e modelli innovativi di sostegno pubblico alle neo-imprese.
(Corrado Ferretti – PerMicro, Giancarlo Rocchietti – Club degli Investitori)

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Il Gruppo di lavoro ha scelto di formulare proposte che pur prevedendo interventi di natura varia condividono alcune caratteristiche essenziali: la realizzabilità nel breve termine (6-12 mesi) o tutt’al più in 12-24 mesi, costi contenuti per la collettività, valorizzazione degli asset esistenti, non necessitano di un “cambio di sistema” o  interventi straordinari.

PROSSIMI PASSI

A seguito della redazione di questo rapporto, la prossima fase richiede quindi che le raccomandazioni vengano considerate operativamente dalle leadership e che queste valutino se e come ingaggiarsi nel trasformarle in azioni concrete, anche a fronte di decisioni e atti formali, nonché allocazione di finanziamenti. Dopo questo passaggio di sostegno della strategia, potrà seguire l’elaborazione di un piano d’azione fatto su misura, più o meno ampio e omnicomprensivo di quanto indicato in questo rapporto, che indicherà, per quanto possibile, attori, risorse, modalità, tempi e risultati attesi.

 

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