Montagne Condivise: “Primi Semi” a Salecchio. Nasce la Piccola Scuola Errante

Tra i pendii della Valle Antigorio-Formazza, a 1300 metri d’altitudine, i borghi di Salecchio Inferiore e Superiore sono diventati per due giorni il teatro di un esperimento collettivo: un laboratorio di esplorazione, cura e co-progettazione dedicato al futuro delle terre alte.

Il 25 e 26 ottobre, all’interno del progetto Montagne Condivise, ha preso vita “Primi Semi”, il primo appuntamento della Piccola Scuola Errante — un’iniziativa nata dal basso per riscoprire i saperi locali e le pratiche di cura condivisa del territorio, rafforzando quelle che il progetto definisce “comunità custodi”: gruppi di abitanti, nuovi residenti e attori locali capaci di affrontare insieme le sfide del cambiamento climatico.

Un laboratorio in cammino

Pensata come esperienza formativa e immersiva, la Piccola Scuola Errante si propone di portare l’apprendimento fuori dalle aule, dentro i luoghi. “Primi Semi” ha inaugurato questo formato residenziale sperimentale, immaginato come uno spazio itinerante di conoscenza, azione e riflessione.

Il gruppo di partecipanti — composto da abitanti, giovani professionisti, ricercatori e progettisti — si è ritrovato a Salecchio per esplorare il territorio, compiere un gesto concreto di cura e riflettere insieme sui modi in cui si può “abitare la montagna” oggi.
A guidare le attività, un team di giovani organizzatori:

  • Marco Olzeri
  • Paola Allegri
  • Sameuele Di Filippo
  • Giulia Allegri , con il supporto del gruppo di lavoro di Montagne Condivise.

Esplorazione e cultura

La prima giornata, dedicata all’esplorazione del territorio, si è aperta con una presentazione del progetto Montagne Condivise e un giro di presentazioni individuali.
Il gruppo ha poi raggiunto Salecchio Inferiore, dove la discussione si è concentrata sulla cultura Walser e sulla storia di un territorio che per secoli ha saputo bilanciare isolamento e apertura, tradizione e scambio. L’attenzione si è soffermata in particolare sul “Sentiero dell’Abate”, antico collegamento tra i villaggi, oggi oggetto di interesse per possibili interventi di recupero.

Nel pomeriggio l’arrivo e la visita a Salecchio Superiore ha offerto l’occasione di osservare da vicino l’architettura walser – con una visita alla casa walser di Luciano Bottari e ai manufatti storici dell’area (forno, segheria) – approfondendo con i partecipanti caratteristiche peculiari di questi insediamenti così come di pratiche e logiche comunitarie di questa popolazione.

La giornata si è conclusa con un “Aperitivo Chiacchierato”, un momento di confronto aperto e riflessivo. Attorno al tavolo, tra vino, pane e formaggio, sono emerse domande sul futuro dei luoghi montani: cosa significa oggi prendersi cura di un territorio? Chi può farlo, e con quali strumenti?

Azione e co-progettazione

Il secondo giorno ha spostato il focus dall’osservazione all’azione. Dopo un’introduzione all’agricoltura di montagna e all’autoproduzione alimentare, i partecipanti hanno preso parte a un gesto simbolico e concreto insieme: la semina collettiva della segale.
Un atto semplice, ma potente, che ha incarnato il principio fondativo di Montagne Condivise — la cura del territorio come pratica collettiva, che intreccia conoscenze, mani e visioni.

Nel pomeriggio si è svolta una tavola rotonda, momento di confronto e co-progettazione facilitato dal team di SocialFare.
Il gruppo ha lavorato su quattro direttrici — stanzialità, movimento, presente, futuro — per riflettere su cosa significhi oggi abitare la montagna. Ne è nata una mappatura delle visioni, in cui i partecipanti hanno collocato idee e desideri tra realizzabile e utopico, tra ciò che chiede stabilità e ciò che necessita di mobilità.

In chiusura, ciascun partecipante ha scelto un proprio “primo seme”: un’idea, un impegno, un gesto da portare con sé e coltivare nel tempo. Una promessa simbolica di continuità e responsabilità verso i luoghi vissuti.

Un formato da coltivare

L’esperienza a Salecchio ha validato con successo il formato laboratoriale residenziale di due giorni, combinando esplorazione, azione e riflessione in un’unica cornice di apprendimento partecipato.
Ha permesso di connettere dimensioni diverse — culturale, ecologica, sociale — e di generare risultati concreti:

  • una mappatura collettiva delle visioni e delle sfide della montagna,
  • un metodo di lavoro replicabile per le future tappe della Piccola Scuola,
  • e, soprattutto, una comunità di persone attive e consapevoli, unite da un approccio condiviso alla cura dei luoghi.

La Piccola Scuola Errante proseguirà nei prossimi mesi con nuovi appuntamenti e laboratori in altri territori della valle, continuando a intrecciare memoria e futuro, saperi antichi e nuove pratiche di abitare.


Montagne Condivise è un’iniziativa di SocialFare | Centro per l’Innovazione Sociale, sostenuta da Fondazione Cariplo nell’ambito del bando Montagne in Transizione, con il coinvolgimento degli esperti Alberto Robiati e Andrea Membretti, e il supporto del Comune di Baceno e di EuCliPA.it.

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