Corso di Economia Civile | Intervista a Silvia Vacca

Oggi incontriamo Silvia Vacca, responsabile del corso di Economia Civile di Torino. Nel suo curriculum esperienze importanti nel mondo profit (Olivetti, Siemens, 3, Accenture), e un significativo impegno nel mondo nel no profit.

“Il mio interesse è passato da un lavoro di carattere aziendale a quello per la Scuola.” Ci racconta. “Tutto ciò che ho scoperto nell’ambito profit e in quello no profit trova una sintesi nell’Economia Civile. Questi due mondi non parlano sufficientemente, ma l’economia civile riesce a portare questa doppia sensibilità. Il profit ha caratteri aziendali molto precisi. La mia esperienza ha avuto inizio con Olivetti, dove mi occupavo dei sistemi informativi. Il processo di internazionalizzazione allora in atto nell’azienda mi ha consentito di osservare come modelli aziendali differenti potessero interagire.

Quanto avevo potuto osservare in quel contesto ha trovato un’applicazione pratica nell’organizzazione delle Olimpiadi Invernali del 2006. Di grande importanza allora è stata la collaborazione con un manager civile come Enrico Frascari, per la sua incredibile capacità di coniugare la capacità di far lavorare in gruppo le sue persone e portare a buon fine un progetto complesso.”

“Poi è arrivata l’esperienza della cooperativa Etica del Sole. Alcuni amici, conosciuti durante il volontariato nei campi profughi sloveni, avevano deciso di fondare una cooperativa e volevano coinvolgermi. Avevamo visto gli effetti della guerra, le difficoltà da parte dell’Italia di accogliere i profughi, e ci sembrava necessario intervenire a monte, andando ad agire sul problema di fondo: il carbone, le risorse. Prende forma così l’idea di occuparsi di energia rinnovabile.

E’ allora che entro in contatto con il pensiero dell’Economia Civile. Frequento un master di gestione economica e finanziaria, il cui project work è un business plan. Io scelgo di compilarlo immaginando una Scuola di Economia Civile del Piemonte.”

“Ora a Torino non c’è una scuola ma un corso, collegato alla Scuola di Economia Civile, la scuola fiorentina che ha sede nel Polo Lionello Bonfanti, importante distretto di innovazione in Toscana. La Scuola ha saputo creare un logo riconoscibile, che permette a diverse organizzazioni di riconoscersi in un pensiero unico. Per questo ha senso portare questa esperienza su altri territori.

Il corso di Economia Civile sorge da un’esigenza, espressa a livello territoriale.
La Scuola resta il punto fermo, dove è possibile trovare un corso stabile, su base annuale, di approfondimento dell’Economia civile per chi è interessato. Il corso esprime la capacità della Scuola di intercettare dove, su base territoriale o all’interno delle organizzazioni, nascono esigenze specifiche.”

Nel caso di Torino, AIPEC ha chiesto alla Scuola di attivare un corso. AIPEC è un’associazione di imprenditori, professionisti, aziende che intende porre come valore aggiunto la cultura del dare. Una varietà tra piccole realtà e attività più strutturate che in aula porterà sicuramente stimoli interessanti. Soprattutto perché il desiderio è quello di articolare il corso in base alle reali esigenze dei partecipanti. Per questa ragione stiamo svolgendo dei colloqui conoscitivi.

Il percorso nascerà da questo dialogo. In programma ci sono già molti momenti di riflessione e studio sull’economia civile come paradigma di pensiero, capace di offrire un orientamento per rispondere e proporre soluzioni costruttive alle sfide poste dai tempi di crisi che affrontiamo.

Non si tratterà solo di confronti teorici: sono previste anche testimonianze di attori attivi sul territorio. Persone come Laura Orestano (CEO di SocialFare) impegnata nel ridisegnare i valori della finanza, o Marco Cabassi che ha reso la sua Società Immobiliare uno strumento di cura del territorio.”

“A chi si avvicina all’Economia Civile provenendo dal mondo profit il corso vuole dare un orientamento per stare nel mercato e guadagnare creando valore aggiunto. Per chi invece è legato all’ambito no profit è importante imparare a dialogare con nuovi interlocutori, e assumere che non è più plausibile pensare ai finanziamenti del mondo pubblico come unica fonte di sostentamento.

La formazione economica è imprescindibile. I soggetti devono imparare a cooperare. Le imprese sociali, in particolar modo, hanno la responsabilità di portare avanti i propri valori con sostenibilità, efficienza, e di eliminare gli sprechi.”

“L’Economia Civile è un bel modello per conoscere le esperienze che esistono già. L’obiettivo è quello di creare un linguaggio comune di convergenza, sapendo ricondurre su un piano economico i progetti di impostazione più prettamente sociale e di mostrare contemporaneamente le ricadute economiche e politiche dei valori promossi.”

“Un percorso che consente di superare la dicotomia tra il mondo profit e no profit, spostando il tema dal profitto alla rendita. Questo spostamento potrebbe aiutare la finanza ad uscire dalla trappola della speculazione.”

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