Erasmus per imprenditori | Scopri Exage

Quando si parla di programma Erasmus tutti pensano all’incredibile esperienza di scambio riservata agli universitari, ma pochi conoscono l’opportunità riservata agli imprenditori: vivere un’esperienza internazionale prima di mettersi in proprio, conoscere dall’interno e, operativamente, come funziona un’azienda straniera, avviare contatti diretti con mercati esteri per avviare la propria impresa. Tutto ciò supportati dal sostegno dell’Unione Europea, che mette a disposizione borse di soggiorno per neo imprenditori europei.

Nell’ambito del programma comunitario “Erasmus per giovani imprenditori” la Camera di Commercio di Torino ha attivato Exage per cui sono ancora disponibili le ultime 10 borse di soggiorno  per neoimprenditori torinesi, a cui sarà riservata la possibilità di partire entro l’anno 2016. L’importo varia a seconda del paese: da un minimo di 530 euro mensili  ad un massimo di 1.100 euro (per la Norvegia) e prevedono una durata minima del soggiorno di 2 mesi. Possono partecipare imprenditori in attività da meno di 3 anni, ma anche liberi professionisti con partita iva. Si segnala, invece, alle imprese attive sul territorio piemontese interessate a partecipare come host la possibilità ancora per 8 imprese di ospitare a titolo gratuito un imprenditore europeo per un periodo di lavoro all’interno dell’azienda: l’accoglienza di persone giovani, motivate e ricche di idee nuove rappresenta un’opportunità a costo zero di scambio e di collaborazione, che quasi sempre non si esaurisce al termine del soggiorno.

Il programma europeo per giovani imprenditori dal 2009 ad oggi ha coinvolto 12mila imprenditori in tutta Europa, e ha concretizzato oltre 3.700 scambi. Al progetto partecipano oltre ai 28 Stati Membri dell’Unione Europea, anche Albania, Macedonia, Islanda, Israele, Serbia, Montenegro, Norvegia, Turchia e Liechtenstein, per un totale di 37 paesi. L’Italia è il secondo paese di destinazione, dopo la Spagna. Le candidature riguardano per il 60% nuovi imprenditori, il restante 40% da imprenditori ospitanti. L’89% dei nuovi imprenditori ha meno di 40 anni, il 74% degli imprenditori ospitanti non raggiunge i 50 anni.

Il progetto Exage ha coinvolto ad oggi 12mila imprenditori, provenienti da 37 stati, conretizzando oltre 3.700 scambi. L’Italia è la seconda destinazione più opzionata, dopo la Spagna.

La Camera di commercio di Torino partecipa al progetto all’interno di un consorzio di organizzazioni provenienti da 5 Paesi Europei (Spagna, Francia, Regno Unito, Portogallo e Romania). Ciascun partner, in qualità di organizzazione intermediaria del programma europeo, opera come punto di contatto e ha il compito di facilitare l’incontro tra nuovi imprenditori e imprenditori esperti, assistendoli in tutte le fasi dello scambio. Sono 212 gli intermediari attivi in Europa sul progetto.

A volte le proprie ambizioni possono trovare sponda nelle esperienze già realizzate da altri, offrendo spunti di crescita, come nel caso di Gianluca Barbieri, architetto che attraverso Exage ha collaborato con uno studio di Bruxelles. “Io disegno e costruisco case sugli alberi: in Belgio il settore delle costruzioni in legno, su alberi o su acqua, e, più, in generale, il settore delle costruzioni ecosostenibili è molto sviluppato. Grazie al portale di Exage ho trovato un grande studio di architettura che mi ha ospitato a Bruxelles e che mi ha dato numerosi contatti, oltre alla possibilità di vedere da vicino molteplici aspetti organizzativi e gestionali di un’impresa medio grande, che mi torneranno utili quando a mia volta aprirò un’attività in proprio.”

Oppure andare all’estero può consentire di rafforzare in maniera strategica le competenze che abbiamo individuato come necessarie per sviluppare il nostro business. Lo racconta Simona Iuele – Olivia Revel & Co ha scelto di lavorato due mesi a Parigi per Playtime, la principale fiera francese di articoli per maternità e bambini per esplorare le dinamiche dell’e-commerce.“Ero ancora dipendente, ma già stavo mettendo in piedi una piccola attività in proprio di maglieria e filati pregiati piemontesi. Prima di fare il grande salto e dedicarmi completamente a questa nuova impresa, volevo avere un periodo di tempo per ripensare il mio business e per farlo diventare definitivamente un lavoro a tempo pieno.”

“Prima di fare il grande salto e dedicarmi completamente a questa nuova impresa, volevo avere un periodo di tempo per ripensare il mio business e per farlo diventare definitivamente un lavoro a tempo pieno.”  Simona Iuele – Olivia Revel & Co

“Cercavo un paese culturalmente simile al nostro, ma più avanti nel digitale, essendo la mia un’attività di e-commerce: la Francia mi è sembrata l’ideale, anche per la presenza di una fiera di settore particolarmente importante, Playtime, che si svolge ogni anno a Parigi. Proprio l’ente fieristico mi ha ospitato e mi ha permesso di vivere in prima persona non solo l’organizzazione dell’evento, ma anche lo sviluppo della loro nuova start up, Playologie, un vero e proprio showroom virtuale. Consiglio l’esperienza di Exage perché nessuno oggi può pensare di fare l’imprenditore senza muoversi e senza vedere cosa avviene nel mondo: tutto cambia troppo velocemente, per non aggiornarsi di continuo”.

Si tratta di incontri che arricchiscono non solo chi decide di partire, ma anche chi accoglie nel proprio team chi arriva da altre realtà consentendo di ampliare il proprio mercato. CASIT, ad esempio, è un’azienda manifatturiera di Caselette che produce sistemi di automazione per ingressi (cancelli, portoni, varchi) per il mercato industriale e residenziale. Da tempo in contatto con la Camera di commercio, ha usufruito nel 2015 del servizio Improve, per una ottimale gestione della propria capacità innovativa, anche attraverso la presenza in nuovi mercati. Ospita da alcune settimane Anas Bennis, titolare di una start up a Barcellona e imprenditore nel campo dell’arredamento nel mercato magrebino.

Elena Ramella di CASIT: “Alla base della positiva esperienza di scambio, la totale flessibilità e la volontà di raggiungere degli obiettivi comuni nella creazione di un modello sempre più attuale di “sharing entrepreneurship”. Anas, infatti, ha messo a disposizione della nostra realtà aziendale le sue competenze acquisite durante gli studi all’estero in Finance. Ci accomuna la stessa vision e l’aver vissuto e viaggiato all’estero in diversi paesi.  In poco tempo, ha condiviso con noi contatti in mercati interessanti, come quello spagnolo, marocchino e turco. Il progetto Exage è assolutamente consigliabile a tutte le pmi, soprattutto se interessate ad internazionalizzarsi, ma perché sia utile occorre una valutazione molto precisa dei profili disponibili e l’immediata creazione di un contatto e di un network, in modo da iniziare a lavorare insieme  da subito, con reciproco vantaggio”.

 Valutazione confermata da Anas: “Mi sono iscritto al programma Erasmus circa un anno fa – racconta Anase sono entrato in contatto con Casit, un’azienda che mi ha accolto in un ambiente stimolante e positivo, dove poter imparare: lavorando insieme a loro ho acquisito notevole esperienza nella gestione dell’operatività quotidiana. Exage è però forse un’opportunità ancor più vantaggiosa per una pmi intenzionata a espandersi. Con la mia azienda www.dopodo.es, infatti, aiuto le aziende nell’impostare la propria strategia di vendita all’estero: export e scambi commerciali, che permettono contatti diretti tra produttori e rivenditori in diversi paesi, sono un fattore determinante nell’economia globale e permettono non solo di vendere di più, ma anche di investire in nuovi prodotti e innovazione. Exage è dunque un’esperienza importante: la consiglio a chiunque abbia un’idea da sviluppare, per ottenere contatti e supporto da imprenditori esperti”.

Può cadere anche che la scelta avviene al di fuori del programma, e che Exage divenga solo lo strumento per dare forma alla connessione tra realtà diverse. Addfor s.r.l. è un’azienda torinese che si occupa di intelligenza artificiale, programmazione, apprendimento automatico, Data Analytics e Data Visualization, analisi predittiva. Sta ospitando per 5 mesi Kent Danielsson, un programmatore svedese che ha realizzato un software per l’apprendimento delle lingue.

Enrico Busto – Addfor s.r.l. Torino: “Addfor periodicamente organizza dei tutorial – Meet Up – per spiegare la propria tecnologia soprattutto in ambito di intelligenza artificiale. Questo è stato il punto di contatto con Kent che grazie ad Exage oggi è qui a lavorare con noi. Ci ha positivamente colpito sia il supporto che abbiamo ricevuto dalla Camera di commercio, sia la facilità con cui è stato possibile partecipare al bando europeo: spesso i tempi di questi progetti non coincidono con le scadenze e le necessità aziendali; invece in questo caso è stato tutto molto facile e veloce. Abbiamo poi riscontrato dei benefici fin dall’inizio: Kent è stato subito propositivo e ricco di spirito di iniziativa, ci  supporta nel marketing, attraverso sito web, analisi di mercato su competitor e potenziali clienti e attività di SEO. Facilmente proseguiremo la collaborazione anche al termine del progetto”.

Addfor periodicamente organizza dei tutorial – Meet Up – per spiegare la propria tecnologia soprattutto in ambito di intelligenza artificiale. Questo è stato il punto di contatto con Kent che grazie ad Exage oggi è qui a lavorare con noi. Ci ha positivamente colpito sia il supporto che abbiamo ricevuto dalla Camera di commercio.” Enrico Busto – Addfor s.r.l. Torino

Kent Danielsson, programmatore specializzato in software per l’apprendimento di lingue viene dalla Svezia: “All’inizio mi sono rivolto alle scuole di lingue per proporre il mio programma di apprendimento linguistico, ma successivamente ho scoperto l’importanza dell’ambito dei software analytics anche per il mio progetto. Ho iniziato a lavorare per Addfor, faccio ricerche di mercato per l’Italia e per l’estero, ho scoperto un nuovo mercato molto promettente, ma soprattutto è interessante conoscere come lavora un’azienda di questo tipo, non troppo grande, che mi dà la possibilità di vedere tutti i processi al suo interno”.  

Se sei interessato al programma, ma vuoi saperne di più o ti occorre assistenza nella compilazione della tua candidatura non perdere l’infoday in programma il 22 Marzo a partire dalle 18:00 negli spazi di Rinascimenti Sociali, via Maria Vittoria 38 (Torino). Sarà presentato il progetto, verranno raccontate esperienze di chi è partito e di chi ha ospitato, e potranno essere fatte tutte le domande utili alla compilazione della propria candidatura.

Israeli start-up in Brasile | Esito del “The 3C smart cities Challenge”

Entri in un loft luminoso, uno dei tanti che puoi trovare su Lilienblum, via centrale di Tel Aviv. Eppure questo ha una peculiarità: è un pop-up loft, attualmente occupato dall’Amazon Web Service, il cui palco è stato scelto per ospitare il pitch event che decreterà i tre vincitori della competizione “The 3C Smart Cities Challenge”. La platea è attentissima e pronta ad ascoltare le idee proposte dalle dodici start-up israeliane, individuate attraverso l’accurata pre-selezione tra le oltre sessanta proposte ricevute dalla call dedicata alle nuove tecnologie in ambito sicurezza, salute e sostenibilità ambientale da implementare a Croatà, nella social smart city realizzata da Planet Idea.

“The 3C Smart Cities Challenge” è, infatti, un’iniziativa realizzata congiuntamente da tre organizzazioni, leader nei loro settori: le italiane Planet Idea e SocialFare | Centro per l’Innovazione Sociale, e lo StarTAU di Israele. La challenge è stata lanciata per sviluppare una soluzione unica capace di mettere in relazione tre diversi paesi – Brasile, Israele e Italia – nel convergere in un impegno condiviso per generare innovazione sociale e tecnologicaSostenuta dalla comprovata eccellenza israeliana come hub tecnologico e dalla sua leadership nel campo del high-tech, la challenge è stata progettata con l’obiettivo di scoprire tecnologie innovative e start-up che possano cambiare il futuro delle smart city in Brasile.

Le imprese selezionate operano in diversi aree e ambiti, ma condividono la caratteristica comune di sviluppare tecnologie disruptive nel rispondere alle sfide proposte dalle smart city del futuro. Nei 3 minuti dei loro pitch hanno saputo presentare le loro soluzioni a una giuria composta da professionisti di diverse realtà: StarTAU, PlanetIdea, SocialFare, Enerbrain, TycoInnovation e la Smart City Community di Israele. Planet Idea in accordo con StarTAU, e il Tel Aviv University Entrepreneurship Center hanno individuato come vincitori della competizione le seguenti start-up, a cui verranno attribuiti i premi descritti.

 

Primo classificato:

Magoswww.magossystems.com

Start-up innovativa dedicata alla progettazione e alla realizzazione di radar fissi (privi di parti mobili) che rivoluzionano la sicurezza di recinzioni e confini.

Il team si è aggiudicato 3 biglietti per il Brasile (volo e pernottamento) + l’equivalente di 7.000 euro in denaro.

 

Secondo classificato:

GreenIQwww.greeniq.co

L’innovativo Smart Garden Hub, che controlla l’irrigazione attraverso una pianificazione basata sul meteo attuale e quello previsto, consentendo di risparimare più del 50% dell’acqua consumata.

 

Terzo Classificato

Pixtier  – www.pixtier.com

Piattaforma cloud che fornisce un servizio di mappatura 3D accurata, dinamica ed espandibile, che consente una maggiore efficienza nella pianificazione e gestione delle smart city.

 

Alle 3 start-up vincitrici saranno poi contattate per implementare le loro tecnologie  nella social smart city che Planet Idea s.r.l. sta realizzando a Croatà, in Brasile.

The 3C Smart Cities Challenge | L’eccellenza dello StarTAU di Tel Aviv per il primo prototipo di social smart city a Croatà in Brasile

Si conclude oggi la selezione preliminare per la 3C Smart Cities Challenge, lanciata da Tel Aviv University, StartTAU Entrepeneurship Center, SocialFare® | Centro per l’Innovazione Sociale e Planet Idea s.r.l.. La challenge è indirizzata a start-up che abbiano realizzato un prototipo, un lavoro in beta o un prodotto già sviluppato negli ambiti di: sostenibilità ambientale, sicurezza e salute. Sono state più di 50 le proposte pervenute. Obiettivo della challenge individuare nuove soluzioni da implementare nella social smart city che Planet Idea s.r.l. sta realizzando a Croatà, in Brasile. Il prototipo realizzato in questi mesi coprirà un’estensione di 8.000.000 mq di terreno su cui sorgeranno 5.0000 unità abitative destinate a 25.000 abitanti.

Planet Idea s.r.l. è una nuova impresa italiana che punta a diventare riferimento per la ricerca, la progettazione, la sperimentazione di nuovi ecosistemi urbani smart e sostenibili. La start-up torinese ha sviluppato un format innovativo per smart urban ecosystems, che mira alla sostenibilità integrata (sociale – ambientale – economica) con l’obiettivo di generare resilienza urbana, grazie all’implementazione si nuove tecnologie abilitanti. Planet Idea ha sviluppato uno dei primi modelli di social smart city ideato per offrire abitazioni personalizzate, distribuite in modo non intensivo al fine di favorire l’inclusione ed integrare in un piano urbanistico organico e modellato ad hoc.  SocialFare®, a fianco di Planet Idea s.r.l., progetta i servizi destinati agli abitanti ed elabora gli strumenti necessari a sviluppare e garantire la sua sostenibilità sociale

Con l’obiettivo di inserire in questo contesto l’idea che presenti un maggiore potenziale d’impatto sociale, migliore adattabilità alle specificità del contesto brasiliano e più efficace sviluppo tecnologico, le proposte sono state pre-selezionate, tra quelle pervenute, da esperti di SocialFare®, Planet Idea s.r.l. e Tel Aviv University. Le 15 start-up identificate saranno quindi ammesse ad un event pitch in cui potranno confrontarsi ed essere scelte per l’implementazione finale in Brasile. L’event pitch, in programma il 15 marzo a Tel Aviv, consentirà infatti di individuare le 3 start-up a cui sarà destinano un premio in denaro e la sperimentazione della propria soluzione nella social smart city brasiliana in costruzione.

Nei giorni successivi al 15 marzo, la delegazione italiana di SocialFare® e Planet Idea s.r.l. incontrerà un’ampia rappresentanza della community israeliana di ricerca, impresa e investimento per sviluppare nuove sinergie, apprendere nuove pratiche e creare ponti di collaborazione tra Torino e Tel Aviv, con un focus preciso: generare innovazione sociale in modo sempre più avanzato e internazionale.

 

WikiSocial | [F]inanza

Eventbrite - WikiSocial | [F]inance

Dopo il grande successo riscosso al suo debutto nell’ambito del Creative Innovation Festival Supernova di TAG, SocialFare® ha inaugurato l’appuntamento coi suoi talk tematici negli spazi di Rinascimenti Sociali. Questa volta il dialogo prende le mosse dalla [f], per parlare di Finanza. Gli speaker confermati ad oggi sono:
//  Franco Becchis, Direttore Scientifico della Fondazione per l’Ambiente e della Turin School of Local Regulation
//  Marco Demarie, Responsabile Ufficio Studi, area filantropia e territorio della Compagnia di San Paolo
//  Corrado Ferretti, Presidente di PerMicro, microcredito in Italia

Stimolano gli interlocutori con domande e riflessioni:

//  Laura Orestano, CEO di SocialFare
//  Federico Maggiora, Presidente dell-Accademia di Progettazione Sociale Maurizio Maggiora.

 

“La fauna finanziaria è per lo più ignota al grande pubblico, e solo raramente è presente nell’informazione popolare, per gossip o in occasione di eventi clamorosi. Pochi conoscevano Lehman Brothers prima del fallimento e quasi nessuno sa cos’è Black Rock: eppure gestisce ricchezza finanziaria e immobiliare pari a 2 volte l’Italia. Per non parlare poi degli animali finanziari che si muovono nell’ombra, la shadow finance, appunto.

Anche gli strumenti finanziari si sono moltiplicati: a dispetto della complessità creata ad arte dai finanzieri, quasi tutti hanno basi semplici, nella antropologia delle relazioni economiche, pur avendo nomi oscuri: derivati, SWAP, CDS, CDO, MBAS.

Franco Becchis

Ispirandosi alla rivoluzione operata da Wikipedia (enciclopedia online a contenuto aperto, collaborativo, multilingue e gratuita) SocialFare® propone Wikisocial. Il primo ciclo di talk open source, che scardina l’impostazione convenzionale delle conferenze trasformando un evento in un luogo di convergenza. Alcune tra le più significative parole dell’innovazione sociale diventano lo spazio per riflettere su nuovi trend, ascoltare esperienze e riflessioni relative ai temi più attuali, fare domande dirette ai protagonisti del cambiamento.

 

WikiSocial | [F]inanza
25 febbraio 2016, dalle 18,30 alle 20,00.
Rinascimenti Sociali, via Maria Vittoria 38.

Boosting Social Innovation | Social Innovation Pitch Event

Il potenziale delle città come agenti della social innovation è enorme. Nuove forme di organizzazione e interazione per tracciare le sfide sociali consentono alle città di rispondere in modo nuovo: le trasformazioni dell’amministrazione in collaborazione con i cittadini, la cittadinanza attiva, il soddisfacimento delle reali esigenze della popolazione, la creazione di un ambiente innovativo e prolifico che consenta il coinvolgimento attivo dei cittadini nell’attuare soluzioni alle sfide sociali più pressanti. Tutto ciò con l’obiettivo di migliorare la qualità di vita, e di tracciare i bisogni non soddisfatti attraverso soluzioni sostenibili sotto il profilo ambientale, economico e sociale.

 

Obiettivo del progetto Boosting Social Innovation  è l’acquisizione di nuove competenze e avvio di un confronto/scambio con le città partecipanti sul tema dell’innovazione sociale, al fine di creare una rete tematica volta a promuovere il ruolo di intermediatori e promotori dell’innovazione sociale e di ecosistemi locali e transnazionali, da parte delle pubbliche amministrazioni, per favorire la creazione di nuovi modelli e nuove forme organizzative in grado di affrontare le nuove sfide sociali.

 Social Innovation Pitch Event (18 Febbraio): Rinascimenti Sociali presenta alcune delle start-up accelerate alle delegazioni delle 12 città europee coinvolte nel progetto Boosting Social Innovation per valutare le condizioni di replicabilità dei loro modelli di business in altri contesti urbani europei.

La Città di Torino ospiterà dal 17 al 19 febbraio 2016 il meeting finale della prima fase del progetto europeo Boosting Social Innovation, con la visita delle delegazioni di 12 città europee. In questa occasione sarà proposto il Social Innovation Pitch Event, ospitato presso gli spazi di Rinascimenti Sociali.  Il gruppo del progetto nella serata del 18 Febbraio incontreranno alcune start-up accellerate presso Rinascimenti Sociali, o inserite nel percorso FaciliTo Giovani di Torino Social Innovation, per valutare le condizioni di replicabilità dei loro modelli di business in altri contesti urbani europei.

 

L’evento è chiuso, la partecipazione su invito.

 

Startup Europe Week | Torino #SEWeek16

L’imprenditorialità negli ultimi decenni è stata celebrata attraverso un numero crescente di manifestazioni. Eventi che solitamente si rifanno ai format proposti dalla Silicon Valley: motivational speech, networking sessiondemo day. L’Europa ha però altre caratteristiche e richiedere che interventi in questo ambito incontrino le sue peculiarità. Le differenze regionali e le politiche locali condizionano in modo significativo le forme assunte dalle start-up in Europa. Le istituzioni territoriali giocano un ruolo chiave nella vita di un’impresa:dall’aiuto agli imprenditori nella formalizzazione delle loro società, al supporto economico o alle agevolazioni fiscali.

Da questi presupposti nasce la Startup Europe Week: più di 40 nazioni coinvolte, oltre 220 città e migliaia di opportunità disponibili per gli imprenditori europei. Dal 1° al 5 febbraio la Startup Europe Week, promossa dallaCommissione Europea e da Startup Europe, mette in luce su ciò che ogni regione sta facendo (e può fare) per supportare gli imprenditori europei.

Il 4 febbraio a Torino un intero pomeriggio dedicato agli investimenti per le startup e all’ecosistema d’innovazione attivo sul territorio.  Tutto quello che avresti voluto sapere, e non hai mai osato chiedere.

Startup Europe Week Torino #SEWeek16
4. Feb h:16.00 @42Accelerator – Via Mantova 36 Torino

Dal Friends & Family fino al Round B, startupper e investitori si confronteranno sulle diverse fasi di investimento per le startup lasciando spazio alle domande e al confronto. Tra gli ospiti alcuni dei più importanti investitori nazionali ed internazionali, saranno, presenti:

– Claudio Giuliano Managing Director di Innogest Sgr;
– Claudio Rumazza di Partner Innogest Sgr;
– Alberto Giusti ed Enrico Cattaneo Managing Partner 42Accelerator;
– Salvo Mizzi CEO Invitalia Ventures. Founder Working Capital Accelerator & TIM Ventures (tbc);
– Luca Morandi Senior Investment Manager Quadrivio SGR;
– Giancarlo Rocchietti Presidente Club degli Investitori;
– Cristina Bini Senior Investment Manager Fondo Italiano di Investimento;
– Rita Polarolo Head of M&A – Digital Innovation at Gruppo Mondadori;
– direttamente da Londra Ivan Farneti EIR at Seedcamp e Former Partner at Doughty Hanson Venture;
– Carlo Gotta, Investment Manager Orizzonte SGR.

Mentre tra le startup saranno presenti:
– Giacomo Garufi CEO & Co-Founder Bantamu;
– Marco Fantozzi CEO & Co-Founder Networkmamas;
– Daniele Bruttini Founder Quomi;
– Francesco Invernici General Manager Made For School;
– Carlo Tafuri Founder e Coo Brands Distribution.

Dopo il focus sugli investimenti prenderanno la parola diversi attori dell’ecosistema dell’innovazione locale per presentare e far conoscere la propria mission sul territorio e i proprio servizi: Camera di commercio di Torino | Codex | Club degli Investitori | Environment Park | Fondazione Torino Wireless | Gammadonna | Gruppo Giovani industriali Torino | Open Incet | Rinascimenti Sociali | SellaLab | Talent Garden Torino | Top-IX Consortium | Torino Social Innovation | Yes4to | 2I3T – Incubatore d’Imprese della Città di Torino.

Ampio spazio verrà dato all’interazione, allo scambio, alla conoscenza reciproca.

L’evento è patrocinato dalla Città di Torino ed è organizzato da 42Accelerator | Innogest Sgr;

La partecipazione è gratuita, la registrazione è obbligatoria https://www.amiando.com/sew-turin.html


PROGRAMMA

Le Fasi di Investimento per le Startup e l’ecosistema dell’innovazione sul territorio – Quali interazioni avvengono, quali richieste e aspettative devono essere soddisfatte. Chi sono gli attori dell’ecosistema qual è la loro mission sul territorio e quali i servizi offerti

4 Febbraio 2016 ore 16.00
42Accelerator – Via Mantova, 36 10153 Torino IT


16.00 Registrazione partecipanti
16.15 Benvenuto
Presentazione Startup Europe e Introduzione ai lavori
Claudio Giuliano | Managing Director Innogest Sgr

16.30 Pre-seed e seed
Panel di confronto tra investitori e startup
Claudio Rumazza | Partner Innogest Sgr
Giacomo Garufi | CEO & Co-Founder Bantamu
Marco Fantozzi | CEO & Co-Founder Networkmamas
_modera Alberto Giusti | Managing Partner 42Accelerator

17.05 Round A
Panel di confronto tra investitori e startup
Daniele Bruttini | Founder Quomi
Francesco Invernici | General Manager Made For School
Salvo Mizzi | CEO Invitalia Ventures. Founder Working Capital Accelerator & TIM (tbc)
Luca Morandi | Senior Investment Manager Quadrivio Capital SGR

_modera Giancarlo Rocchietti | Presidente Club degli Investitori

17.40 Round B
Panel di confronto tra investitori e startup
Carlo Tafuri Founder e Coo Brands Distribution
Cristina Bini | Senior Investment Manager Fondo Italiano di Investimento
Rita Polarolo | Head of M&A – Digital Innovation at Gruppo Mondadori
Ivan Farneti  | EIR at Seedcamp – Former Partner at Doughty Hanson Venture
Carlo Gotta | Investment Manager Orizzonte SGR

18.15 L’accelerazione come riduzione del rischio di investimento  
Il modello di 42accelerator

18.30 – Q&A |Open Discussion with Turin Startups Stakeholders
Camera di commercio di Torino | Codex | Club degli Investitori | Environment Park | Fondazione Torino Wireless | Gammadonna | Gruppo Giovani industriali Torino | Open Incet | Rinascimenti Sociali | SellaLab | Talent Garden Torino | Top-IX Consortium | Torino Social Innovation | Yes4to | 2I3T – Incubatore d’Imprese della Città di Torino |
_Modera Enrico Cattaneo, Managing Partner 42Accelerator.
A seguire Light Cocktail

Per info Carla Bertuzzi, mail: carla.bertuzzi@42accelerator.co, tel: 3479607929

Per programma e registrazione: https://www.amiando.com/sew-turin.html

Planet Idea Lab e SocialFare® per la prima social smart city | Intervista a Gianni Savio, Chief Operating Officer

All’interno del grattacielo di Intesa San Paolo il 26 gennaio è stato presentato il bando che avvia la prima esperienza di Living Lab sul quartiere CampidoglioIl quartiere, nella IV Circoscrizione, è stato da tempo scelto come laboratorio per la sperimentazione di nuove tecnologie da implementare al modello torinese di smart city. Il bando si pone l’obiettivo di cercare soggetti che vogliano sperimentare iniziative e soluzioni tecnologiche innovative di interesse pubblico, coerentemente alle linee di azione indicate dal piano strategico di Torino Smart City.

La presentazione del bando, oltre che interessante stimolo per quanti stanno sviluppando tecnologie e servizi in questa direzione, è stata occasione per condividere cinque esperienze di innovazione candidate ad essere realizzate nel quartiere Campidoglio, oltre che rappresentare il primo passo per avviare la collaborazione tra Torino e Fortaleza (Brasile). A Croatà, nel nord del Brasile, sorgerà infatti la prima social smart city. A realizzarla saranno  gli imprenditori torinesi della start-up Planet Idea LabPresentazione standard di PowerPointAl momento è in fase di realizzazione un primo prototipo (foto), secondo una nuova metodologia che si pone l’obiettivo di mettere a sistema i servizi e le tecnologie con l’obiettivo di disegnare nuovi ecosistemi urbani. Questo nuova modellizzazione può essere applicata alle città nella loro interezza, ma può riguardare anche solo porzioni di essa o strutture specifiche. Nasce secondo quest’ottica la social smart square: un modello
che sarà declinato secondo le esigenze delle due città, primo strumento di dialogo tra le esperienze e le tecnologie delle due città.

Oggi incontriamo Gianni Savio, Chief Operating Officer di Planet Idea Lab. Buongiorno Gianni, stamattina in ufficio ti ho sentito dire che le smart city vengono considerate solo cavi e gadget. Cosa taglia fuori questa visione che vuole ridurre (provocatoriamente) tutto alla dimensione tecnologica?

La prima cosa che si nota quando si approccia il tema smart city è che in realtà a livello mondiale non c’è una definizione univoca. Quando parlo agli operatori tecnologici la loro visione di smart city è quella di una città connessa, ricca di ICT e iOT. Se mi confronto con gli architetti per loro il tutto è riconducibile alla pianificazione di una città disegnata per essere resiliente. Per gli ingegneri si tratta di acque reflue, smart grid e gestione delle risorse ambientali. Per quanti hanno il focus sugli aspetti sociali il tema è l’inclusione sociale: come bisogno e come potenziale. Quello a cui Planet Idea Lab punta è integrare tutti questi punti di vista in una visione sistemica che possa contemplare tutti gli elementi tecnologici, tecnici e sociali fioriti negli ultimi anni, una visione di pianeta. Ci sono tante idee smart lodevoli come singole iniziative, ma molto spesso sono singole iniziative che trovano un utilizzo solo estemporaneo.  Piero Fassino ieri durante la presentazione nel grattacielo di Intesa San Paolo metteva in guardia, a riguardo, dal rischio di “fare il presepe”, con una giustapposizione di iniziative. È da questa riflessione che prende le mosse la nostra visione, secondo la quale tutti lavorano in sinergia per la creazione di ecosistemi più sostenibili.

Perché avete deciso di costruire una social smart city?

Attualmente il 2% del pianeta è ricoperto da città. Il 50% della popolazione mondiale vive in centri urbani, che consumano il 75% dell’energia e emettono l’80% delle emissioni di monossido di carbonio. Questo perché il 50% delle abitazioni non rispondono ad una visione smart. In questo contesto costruire social smart city costituisce una sfida: utilizzare nuove tecnologie per case che devono avere costi contenuti. L’innovazione spesso viene associata a costi elevati, noi partiamo da assunti differenti. Ora stiamo creando un prototipo che generi economia di scala, per sondare la possibilità di dare vita a un ecosistema urbano intelligente testato su un numero minimo di 5000 unità abitative. L’obiettivo è quello di creare sistema integrato, in cui i vari fattori non costituiscano solo una sommatoria algebrica di utilities e servizi, ma che nella loro interazione portino un valore aggiunto.

Il Social Housing tradizionale segue un modello massificante e indistinto, con unità abitative aggregate in maniera intensiva, che non considera la sostenibilità sociale e ambientale, e slegato dalla pianificazione urbana. SocialHousingMexicoNoi opponiamo a questo modello la progettazione di SMART URBAN ECOSYSTEM: la crescente urbanizzazione richiederà capacità e conoscenza per la progettazione, lo sviluppo e il miglioramento della pianificazione, delle infrastrutture, dell’edilizia e dei servizi in un approccio sistemico. Un esempio della visione integrata dei servizi può essere la app che abbiamo sviluppato. L’app offre, tra le altre, la possibilità con l’interazione con le smart grid di monitorare i consumi di energia elettrica in tempo reale, ma anche di pianificare il consumo del mese in relazione alle possibilità di spesa della famiglia. Allo stesso modo sono previste sinergie tra i sistemi di mobilità interna (come ad esempio il bike sharing) con quelli di mobilità esterna (es. car pooling). Questo approccio consentirà moltissimi vantaggi anche alla parte amministrativa della città (che ad esempio potrà ottenere big data utili alla sua pianificazione), ma soprattutto offrirà vantaggi immediati al cittadino.

Nella tua presentazione parli di quattro pilastri, tra cui citi l’inclusione sociale. In che modo quest’ultima offre alla città una dimensione smart?

Non ci può essere smart city senza un’adeguata pianificazione. Questo prevede un primo livello infrastrutturale: urbanistica, infrastrutture tecnologiche e smart grid, che potremmo definire come l’hardware della città. E poi c’è il software che riguarda la connessione tra i cittadini, la comunità. Naturalmente i servizi di cui parliamo offerti a Miami o all’interno di un contesto legato al social housing hanno due gittate completamente diverse. In contesti di difficoltà economica reti di prossimità, interazione e servizi a favore dell’inclusione assumono una valenza comprensibilmente diversa.

Non ci può essere smart city senza un’adeguata pianificazione. Questo prevede un primo livello infrastrutturale: urbanistica, infrastrutture tecnologiche e smart grid, che potremmo definire come l’hardware della città. E poi c’è il software che riguarda la connessione tra i cittadini, la comunità.

GIANNI SAVIO

 

Com’è nata la collaborazione con SocialFare?

Un progetto così catalizza automaticamente i diversi componenti: chi ha un know-how utile allo sviluppo di questo progetto si sente naturalmente coinvolto. È quasi un processo naturale. Non ci si sceglie, ci si incontra. SocialFare® è stato un incontro importante, soprattutto per la sua capacità di attrarre le idee migliori, di stabilire connessioni capace di dare forma a qualcosa che ancora non esiste in un’ottica di innovazione sociale.

Cosa ti aspetti da questo dialogo con SF?

Il dialogo fino ad ora è stato molto fruttuoso: mi aspetto che andremo a realizzare grandi cose.

Dai tuoi racconti so che hai vissuto, e continui a trascorrere molta parte del tuo tempo, in Brasile. In che modo la tua conoscenza della popolazione locale ha influito sulla progettazione di strutture e servizi?

Per me la molla non è stata tanto l’incontro con questo meraviglioso territorio, ma la scoperta che non si può continuare a costruire in questo modo: bisogna cambiare il modo di costruire. Ma soprattutto, che è possibile farlo. Spesso si pensa che innovare significhi ricorrere a capitali enormi, ma a volte questo può avvenire anche garantendo costi estremamente ridotti e una piena sostenibilità economica. Tornando alla distinzione tra hardware e software, una volta che hai individuato il software in un’economia di scala ammortizzi rapidamente i costi di progettazione. A volte ci si lascia prendere dal pregiudizio che replicare una buona idea costituisca un tentativo di omologazione, ma un format efficace opportunamente personalizzato costituisce l’esatto opposto e ti consente di portare l’innovazione sui territori che meno sarebbero in grado di captarla e che maggiormente ne hanno bisogno.

Per me la molla non è stata tanto l’incontro con questo meraviglioso territorio, ma la scoperta che non si può continuare a costruire in questo modo: bisogna cambiare il modo di costruire. Ma soprattutto, che è possibile farlo. Spesso si pensa che innovare significhi ricorrere a capitali enormi, ma a volte questo può avvenire anche garantendo costi estremamente ridotti e una piena sostenibilità economica.

GIANNI SAVIO

 

Chi collabora con te a questo progetto?

Tante persone. Alcune lavorano in Brasile: una ventina tra architetti, ingegneri, capo-cantiere e responsabili amministrativi. La parte operativa della costruzione del prototipo. Nell’ideazione del concept sono invece coinvolti RECS ARCHITECTS (per l’area pianificazione urbanistica, architettura). Francesco Tresso a capo del team per la sostenibilità ecologica. Daniele Alberti a capo del team ICT e iOT e SocialFare® per tutto ciò che concerne l’innovazione sociale e la valutazione di impatto.

Ora siamo impegnati nella realizzazione dei due esperimenti di piazza intelligente. Questo prima connessione costituisce la volontà di mettere a sistema la dimostrazione dei benefici che possono nascere quando l’ecosistema urbano è progettato e realizzato in maniera smart. Un concetto declinabile su differenti scale e che già adesso vede dei tentativi di applicazione nei concetti di smart station, smart factory, e per l’appunto smart square.

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L’ecosistema delle start-up a Torino | Il progetto Metros e Start-up Metro Torino

Procede la collaborazione di SocialFare®|Centro per l’Innovazione Sociale con l’Associazione Torino Internazionale|Stategica nell’ambito del laboratorio Start-up Metro Torino. Il progetto si inscrive nell’ambito del programma Metros (Metropolitan Economic Transformation and Regional Organizational Structures), promosso dal German Marshall Fund of United States. Il programma, sostenuto anche dalla Compagnia di San Paolo, vuole favorire la collaborazione tra alcune città del sud Europa (Torino, Genova, Bilbao e Salonicco) sui temi dello sviluppo economico, attraverso la condivisione di buone pratiche, lo scambio e il confronto tra operatori. Ogni città è attualmente impegnata nello sviluppo di un progetto specifico.

Start-up Metro Torino è nato con l’obiettivo di fornire indicazioni qualificate ai decisori istituzionali per definire le scelte strategiche di potenziamento dell’ecosistema piemontese per la creazione d’impresa. Gli startupper attivi sul territorio sono stati coinvolti in un processo di opinion survey, che ha permesso di raccogliere interessanti spunti di riflessione in merito ad alcuni elementi chiave di performance dell’ecosistema. In particolare, ad essere analizzate sono state le capacità dell’ecosistema piemontese di: fornire servizi e consulenza, promuovere nella collettività lo spirito imprenditoriale, fare scouting di talenti imprenditoriali e formarne la professionalità. Inoltre sono state raccolte opinioni circa la capacità degli attori locali di reperire capitali, fare investimenti, essere attrattivi, aprirsi all’esterno e fare network.

Il sondaggio di opinione è stato realizzato dalla Fondazione Human Plus su 50 attori del sistema, i cui risultati sono stati elaborati in collaborazione con il Labnet della Saa (School of Management di Torino) secondo i dettami della Social Network Analysis. Quello che viene fuori è un ecosistema ricco dal punto di vista dimensionale, con alcuni hub che si sono rafforzati negli ultimi anni, in prevalenza di natura istituzionale (Camera di commercio di Torino, Politecnico di Torino, Università degli Studi di Torino e Regione Piemonte), dove non mancano, però, attori in crescita tra quelli informali sia nell’ambito sia tecnologico (TOP-IX, I3P) che sociale (SocialFare®).

L’indagine non manca di individuare alcuni punti deboli come «la bassa densità di connessioni», che è il vero tema; la «openness», ossia la capacità di apertura e di scambio verso l’esterno, e le risorse finanziarie. Un punto sul quale, però, vale la pena specificare un aspetto: la criticità non è la mancanza di capitali in sé, ma la distanza tra le nuove forme di business e le società esistenti e operanti sul territorio (pmi e gruppi industriali), che non colgono ancora in pieno le opportunità di innovazione rappresentate dalle start-up. I primi assunti a cui giunge questa analisi è che il miglioramento dell’ecosistema torinese passa attraverso un miglior coordinamento e una maggiore integrazione tra gli attori dell’ecosistema, un rafforzamento del sistema finanziario locale, l’ideazione di percorsi formativi sulla creazione di business nelle scuole e nell’università, riuscire a meglio intercettare gli investimenti alle start-up di business group e corporation.

Alberto Carpaneto ha presentato questi risultati il 9 dicembre in occasione del seminario “Global Insights for Turin’s Local Start-Up Ecosystem“, combinando i suoi dati alle riflessioni di Greg Horowitt. Horowitt è considerato a buon diritto il guru dell’innovazione. Dopo la laurea in biochimica ed economia, ha avviato una start up nel settore tech a San Diego per poi diventare un venture capitalist. Ora è alla guida di T2 Venture Creation, fondo d’investimento focalizzato in esperienze innovative di forte impatto nel settore delle tecnologie e sanitario, ed è coautore del best seller “The Rainforest: The Secret to Building the Next Silicon Valley”. Un percorso biografico che diventa teoria per tentare di mettere a sistema l’esperienza e codificare le chiavi del successo del modello Silicon Valley.

In“The Rainforest: The Secret to Building the Next Silicon Valley”  Victor W. Hwang e Greg Horowitt descrivono la metodologia del modello Silicon Valley, che paragonano a una  foresta pluviale. Per sua natura caotica e casuale, è rigogliosa e ricca di frutti come lo sono le start up innovative, che si rafforzano grazie alla diversità e agli inter-scambi. Qui  contano le connessioni, gli «scambi» di liquidi, elementi base, il sottobosco,  paragonabili all’«erba», come agli albori potevano presentarsi fenomeni come Google o Facebook: «In apparenza – semplifica – niente di speciale, realtà spesso percepite anche con fastidio e che appaiono come una  minaccia per il sistema, ma destinati a  diventare fenomeni mondiali».

«Senza caos niente può evolvere». Un modello-non modello in cui l’economia industriale si combina all’economia della conoscenza.  Un nuovo approccio per cui «l’immaginazione conta più della conoscenza» dice Horowitt. Fondato su quella che definisce la «religione dell’innovazione», capace di attivare un sistema di valori basati su un credo. Bisogna passare da un ego – sistema a un ecosistema, un sistema non più predittivo ma piuttosto adattivo. Per riuscire è necessario «superare il paradigma e passare da predire e ripetere a imparare e adattarsi, passare dal planning al modelling: un sistema dove l’insuccesso, il fallimento sono prodotti collaterale dell’innovazione».

Guarda l’intervento di Horowitt, e scarica il materiale del seminario Global Insights for Turin’s Local Start-Up Ecosystem.

Except – Lavoro, autonomia e benessere in tempi di precarietà: giovani e istituzioni allo specchio

Disoccupazione giovanile e insicurezze del mercato di lavoro sono aumentate significativamente nel corso degli ultimi anni in Europa. La difficoltà nel trovare e mantenere un lavoro espone i giovani al rischio di povertà, all’insicurezza, alla mancanza di autonomia e all’esclusione sociale.

EXCEPT è un progetto di ricerca, che si pone l’obiettivo di analizzare le caratteristiche della situazione dell’impiego giovanile nel mercato del lavoro e l’esposizione per le fasce più giovani al rischio dell’esclusione sociale, analizzando il ricorso alle relative misure politiche nei 28 Stati Membri e in Ucraina. Obiettivo centrale: lo sviluppo di politiche concrete e innovative per aiutare i giovani in Europa ad affrancarsi dalle insicurezze del mercato del lavoro e dei relativi rischi.

EXCEPT- Esclusione Sociale dei Giovani in Europa: Svantaggio Cumulativo, Strategie di Cooperazione, Politiche Efficaci e Trasferimento

 

Un progetto internazionale e interdisciplinare che mira a costruire una visione complessiva sulle conseguenze della vulnerabilità lavorativa per i giovani in età da lavoro, con focus sui rischi dell’esclusione sociale in Europa. Una prospettiva dinamica capace di presentare la dimensione oggettiva e soggettiva dell’esclusione giovanile, per identificare le complesse interrelazioni e i potenziali rischi degli svantaggi cumulativi e dei possibili meccanismi compensatori. Nello specifico sono state indagate  attraverso il mixed-metod approach le implicazioni delle insicurezze del mercato del lavoro in relazione a: rischio di povertà e di materiale deprivazione, benessere soggettivo e stato di salute come anche la loro capacità di raggiungere l’indipendenza dal nucleo familiare.

Gli strumenti utilizzati sono stati:

  • Per la prima fase si è fatto ricorso a interviste qualitative a giovani provenienti da nove paesi europei selezionati (inclusa l’Ucraina) su come i giovani percepiscono la loro situazione dal punto di vista sociale per ottenere un quadro chiaro sulla loro percezione e per il loro superamento in ambienti economici, istituzionali e culturali.
  • Sono, poi, stati usati metodi quantitativi ricorrendo ai dati dei 28 Stati Membri e micro-dati nazionali per identificare le relazoni causali e i processi dinamici alla base dell’esclusione sociale dei giovani in differenti contesti nazionali.
  • Ultima fase, la diffusione e l’efficenza delle politiche europee e nazionali sono state valutate sulla base di interviste a esperti e analisi valutative delle politiche in vigore.

L’obiettivo centrale di questo progetto comparativo è individuare le buone pratiche e produrre suggerimenti di riforma o proposte politiche per migliorare la situazione sociale dei giovani che si confrontano infruttuosamente con il mercato del lavoro e le sue incertezze e coinvolgere i giovani come voce autorevole in questo processo.  Molte e interessanti le realtà coinvolte nel progetto: l’Università di Tallinn, l’Univeristà di Bamberg, l”Università di Duisburg-Essen, l’Instituto per lo studio delle Società e della Conoscenza, l’Università di Tessalonico, l’Università di Torino, l’Istituto per la Ricerca Educativa, l’Università di Umeå, l’Università del Kent.

  Il Team Except dell’Università degli Studi di Torino presenterà gli esiti del progetto Lavoro, autonomia e benessere in tempi di precarietà: giovani e istituzioni allo  specchio a TORINO il 27 GENNAIO ORE 14.30 presso il Campus Luigi Einaudi – Aula A1 Lungo Dora Siena, 100.
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Torino City of Design

Shenzhan, Shanghai, Buenos Aires, Curtiba, Montreal, Berlino, Dundee, Helsenki, Bilbao, Graz, Kobe, Torino. Queste sono alcune tra le tante città candidate che l’Unesco ha voluto eleggere Città Creative per la categoria design.

Il Network delle Città Creative è stato creato dall’Unesco nel 2004 per promuovere la cooperazione tra le città che hanno identificato la creatività come un fattore strategico per uno sviluppo urbano sostenibile. Le 69 città elette nei diversi ambiti (Mestieri e Arti Popolari, Media Art, Film, Design, Gastronomia, Letteratura e Musica) lavorano all’obiettivo comune di porre le industrie creative e culturali al centro del loro sviluppo a livello locale e della cooperazione a livello internazionale.

 

A dicembre 2014 è stato riconosciuto alla città di Torino il titolo di Creative City Unesco per il Design. Unica città italiana all’interno di questa categoria.

A distanza di un anno mostre, workshop, visite guidate e incontri in programma nel weekend dal 4 all’8 dicembre per esplorare Torino e il design.

SocialFare contribuirà a questa riflessione prendendo parte al workshop dal titolo Valorizzare un’impresa con la cultura del progetto, in programma al Circolo del Design sabato 5 dicembre a partire dalle 15:00.