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Creare comunità inclusive: ne parliamo con la Fondazione Cariverona

Abbiamo intervistato Marta Cenzi, Responsabile Area attività istituzionali della Fondazione Cariverona, con cui SocialFare collabora stabilmente dalla fine del 2020. Insieme, prima con la sperimentazione FutureUp! e oggi attraverso l’ambizioso Bando Innovazione Sociale, lavoriamo per supportare la nascita di iniziative di Innovazione Sociale con un impatto rilevante, sostenibile e duraturo per le comunità dei territori di Verona, Vicenza, Belluno, Mantova e Ancona.

In questa breve intervista abbiamo chiesto a Marta di raccontarci come è nata questa collaborazione e qual è la visione della Fondazione rispetto ai temi dell’Innovazione Sociale.

Com’è nato il Bando Innovazione Sociale della Fondazione Cariverona? Cosa vi aspettate?

Uno dei tre obiettivi strategici su cui si basa la programmazione della Fondazione Cariverona è proprio l’innovazione sociale, con la finalità di creare delle comunità che siano coese e inclusive. Da alcuni anni, in particolare, cerchiamo di essere presenti e vicini ai nostri territori non solo in qualità di erogatori di fondi, ma anche come ente che accompagna i propri stakeholder in una crescita professionale

In questa ottica, il focus sull’innovazione sociale per per noi è assolutamente cruciale.

Desideriamo stimolare i nostri territori con modelli di intervento “alternativi” a quelli tradizionali, accompagnandoli nella crescita e nella familiarizzazione con strumenti e approcci tipici della progettazione per l’innovazione sociale. Occorre quindi ragionare sull’impatto che si vuole generare e da quello ripercorrere, un po’ a ritroso, gli output e gli outcome specifici, le azioni e le attività, il budget e le risorse da allocare. 

Altro tema su cui stiamo lavorando in via prioritaria è la sostenibilità, vale a dire che intendiamo non solo realizzare interventi che siano significativi sul territorio ma che abbiano anche la capacità di persistere nel tempo. In questo senso è importante maturare un approccio imprenditoriale e imprenditivo

Per favorire tutto questo, cerchiamo di stimolare la partecipazione a percorsi di formazione e capacity building. Con il Bando Innovazione Sociale, ad esempio, stiamo accompagnando 33 enti attraverso 5 Academy – realizzate nella primavera 2022 dagli esperti di SocialFare a Verona, Vicenza, Belluno e Ancona – con l’obiettivo di fornire strumenti e metodi utili non solo per poter migliorare la fase di progettazione, ma anche per gestire meglio e monitorare la fase di esecuzione operativa.

Il Bando Innovazione Sociale nasce in continuità con il progetto FutureUp. Ce ne parli?

Il progetto FutureUp! per noi è stata un’interessante  scommessa su un nuovo modo di lavorare. Per la prima volta, infatti, anziché rivolgerci agli enti del Terzo Settore, abbiamo provato a coinvolgere in via diretta i cittadini, ragazzi, studenti, professionisti particolarmente interessati a lavorare su alcune sfide sociali contemporanee e valide per i propri territori. Abbiamo aggregato persone che non si conoscevano fra loro, ma che erano motivate dal lavorare insieme. 

Questa scelta ha dato buoni frutti: a seguito delle 6 Social Innovation Academy, a cui hanno partecipato 161 persone (selezionate su 259 candidature), sono emerse alcune belle idee innovative per rispondere alle esigenze sociali più attuali dei territori. Le abbiamo ascoltate insieme ad una giuria, composta anche da esperti esterni, nel corso di un evento al Teatro Ristori di Verona, il FutureUp! Opportunity Day, nel settembre 2021. Abbiamo assegnato delle premialità alle migliori idee e alcune progettualità stanno maturando e trovando concretezza.

Quale ruolo per SocialFare nelle politiche della Fondazione Cariverona sull’Innovazione Sociale?

SocialFare è il primo hub dedicato all’Innovazione Sociale in Italia, lavora da tempo su questi temi: è stato quindi naturale pensare a una collaborazione nel momento in cui abbiamo scelto questa direzione. Inoltre, guardandoci intorno e osservando il mondo delle altre fondazioni di origine bancaria, abbiamo notato che la Fondazione CRC di Cuneo aveva avviato da alcuni anni un’interessante sperimentazione con SocialFare, con sviluppi e risultati fruttuosi e significativi (il progetto GrandUP! IMPACT, ndr) e abbiamo deciso di affidarci alla loro esperienza pregressa. 

Abbiamo così condiviso i nostri obiettivi e progettato insieme FutureUp!, che poi ha portato al Bando Innovazione Sociale in cui SocialFare gioca un ruolo determinante nell’accompagnamento dei team selezionati dalla fase formativa a quella di implementazione operativa. Ci siamo trovati molto bene, non solo per la vostra grande esperienza e competenza, ma anche per l’approccio particolarmente agile e “familiare” con cui il vostro team riesce a coinvolgere tutti i target a cui si rivolgono le azioni che stiamo realizzando insieme. C’è un trasferimento di competenze prezioso che avviene in ognuna di queste iniziative di cui siamo soddisfatti.

Oggi andiamo verso la seconda fase del Bando Innovazione Sociale: le Academy sono appena terminate e gli enti partecipanti stanno lavorando su un piano di sviluppo con cui potranno candidarsi ad accedere alla fase successiva. La Fondazione farà un’ulteriore selezione e assegnerà ad alcuni un grant che permetterà di avviare l’attività progettata, ma sempre con il supporto attivo degli esperti di SocialFare, previsto per la durata di due anni: questo per noi significa lavorare per lo sviluppo di attività di impresa sociale che sia solida, sostenibile e capace di generare un impatto positivo per la comunità anche nel lungo termine.

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Cittadini più forti con l'”empowerment”

A livello internazionale è sempre più evidente lo sforzo che molti governi stanno compiendo per coinvolgere maggiormente i cittadini nel loro operato.  E’ un campo tutto da esplorare, lungo un percorso di ricerca e sperimentazione in cui la social innovation sta dimostrando di poter giocare un ruolo estremamente importante per la sua capacità di creare nuove relazioni e nuovi strumenti.

E’ infatti proprio al cambiamento delle relazioni tra attori che punta la social innovation, spingendo con la pratica la diffusione di modelli efficaci, scalabili e replicabili di cui gli enti pubblici sono alla ricerca. Non a caso il tema dell’innovazione sociale è ormai istituzionalizzato, entrato nell’agenda europea 2014-2020 e già ampiamente sviluppato con successo a livello progettuale in diversi Paesi del vecchio e nuovo continente.

imm_Empowerment_IDEOTOOLKITIl coinvolgimento, la partecipazione dei cittadini nei processi di cambiamento della società finalizzati al Bene Comune è alla base di un concetto molto più ampio, certamente non nuovo: l’empowerment, cioè l’opportunità che viene data alla persone di realizzare le proprie potenzialità, di crescere nella propria capacità di influenzare e attivare il cambiamento attraverso un processo di responsabilizzazione, consapevolezza e partecipazione.

Un processo lungo, continuo, che proprio dalla qualità delle relazioni sociali trae il suo nutrimento e che oggi individua nella social innovation la strada più percorribile per promuovere lo sviluppo e uscire dalla crisi. L’empowerment è al contempo motore e obiettivo di un processo sociale –innovativo nelle modalità, negli strumenti e nelle competenze utilizzate – che investe sulle capacità personali, le mette in “rete” e attraverso nuove forme di collaborazione e cooperazione accresce ulteriormente la forza di azione della società nella sua pluralità di attori coinvolti.

Attraverso l’empowerment, che rovescia la percezione dei limiti, si realizza così una comunità competente e motivata, consapevole dei problemi sociali e dei vantaggi che può trarre dai cambiamenti. Un concetto che richiama quello di capacity building, definita nel 2006 dall’UNDP(United Nations Development Programme) come l’abilità di individui, istituzioni e società di realizzare funzioni, risolvere problemi, fissare e raggiungere gli obiettivi in modo sostenibile.

Abilità che si raggiunge con un “rafforzamento” che vada oltre la “formazione”, cioè We_can_do_it_J. H Millerl’acquisizione di competenze, ma che agisca invece più in profondità ampliando le possibilità di agire, di compiere un’azione, a partire da un nuovo modo di vedere e di pensare che induca a cambiamenti di potere.

Laboratori di quartiere, spazi per la progettazione partecipata, spazi di ascolto, forum locali, strumenti finanziari di comunità e per le comunità sono alcuni degli strumenti di partecipazione e coinvolgimento attivo dei cittadini attraverso i quali aumentare l’empowerment. Ci soffermeremo prossimamente sul crowdfunding e il crowdsourcing.