Scopri come SocialFare® contribuisce al Sustainable Development Goal 4: Quality Education

Assicurare a tutti un’educazione di qualità, equa e inclusiva, e promuovere opportunità di apprendimento permanente.

SocialFare® | Centro per l’Innovazione Sociale co-progetta con le scuole percorsi teorico-pratici di alternanza scuola-lavoro dedicati a classi intere, incentrati sullo sviluppo partecipato di progettualità ad impatto sociale partendo dai bisogni e le opportunità proprie del contesto scolastico di appartenenza.

 

12 gennaio 2017

Dopo il successo riscosso dalle prime sperimentazioni condotte nell’ambito dell’alternanza scuola – lavoro (come il progetto sperimentale condotto con il liceo Mazzarello e la progettazione dell’aula 3.0 realizzata con il liceo Volta), SocialFare® riconferma il proprio impegno per il 2017 nello sviluppare percorsi dedicati alle classi di studenti che frequentano l’ultimo triennio delle scuole superiori. SocialFare®, infatti, è tra le prime imprese sociali iscritte al Registro Nazionale dell’Alternanza Scuola-Lavoro (qui trovi la nostra scheda): un nuovo strumento sviluppato da Unioncamere, collegato al Registro delle Imprese, che permette di individuare posizioni disponibili di alternanza e contattare le strutture ospitanti. Inoltre i percorsi di co-progettazione avviati l’anno scorso continuano, e trovano nuovi sviluppi, in questo 2017.

L’alternanza scuola – lavoro corrisponde alla

realizzazione di percorsi progettati, attuati, verificati e valutati, sotto la responsabilità dell’istituzione scolastica o formativa, sulla base di apposite convenzioni con le imprese, o con le rispettive associazioni di rappresentanza, o con le camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura, o con gli enti pubblici e privati, ivi inclusi quelli del terzo settore, disponibili ad accogliere gli studenti per periodi di apprendimento in situazione lavorativa, che non costituiscono rapporto individuale di lavoro” [art.4 D.Lgs. 15 aprile 2005, n. 77]

Introdotta nel 2003, l’alternanza scuola-lavoro è stata rimaneggiata numerose volte, sempre limitandosi però ad interessare i soli istituti tecnici. La riforma “Buona Scuola” nel 2015 la generalizza, estendendola anche ai licei, e la rende obbligatoria per l’ultimo triennio delle scuole superiori per un monte ore variabile dalle 400 ore per gli istituti tecnico-professionali alle 200 ore dei licei. L’innovativo format didattico proposto grazie alla riforma si apre, inoltre, a numerose declinazioni, ampliate dalla possibilità di essere svolto anche durante la sospensione delle attività didattiche e/o all’estero. Nell’anno scolastico 2015 – 2016 sono 652.641 gli studenti che hanno partecipato a un percorso di alternanza, di cui 455.062 appartenenti alle classi terze. Le strutture ospitanti sono state invece 151.200, così articolate: 36% nelle imprese, 12% nelle scuole, 8% nella PA e 7% nel settore No Profit. [Indagine condotta dal MIUR sul primo anno della nuova alternanza, leggi tutti i dati]

SocialFare® | Centro per l’Innovazione Sociale è tra le strutture ospitanti piemontesi e con le scuole co-progetta percorsi teorico-pratici di alternanza scuola-lavoro. I percorsi sono dedicati a classi intere, e possono avere una durata annuale o triennale. Sono incentrati sullo sviluppo partecipato di progettualità ad impatto sociale, e attraverso l’approccio dell’experiential learning accompagnano gli studenti nell’acquisizione di nozioni e pratiche utili a leggere ed interpretare un contesto, nell’individuazione e indagine delle criticità/opportunità manifeste o latenti e nella co-progettazione di soluzioni innovative (prodotti, servizi, modello d’impresa, o nuovi approcci comportamentali) ad impatto sociale, affrontando anche aspetti di sostenibilità sociale, ambientale ed economica. Lì dove la maturità dell’esito progettuale lo consenta, può prevedere anche l’avvio di una campagna di crowdfunding. Come nel caso del percorso “Progettare una campagna di crowdfunding per l’aula 3.0“, con cui il gruppo di lavoro, che vede SocialFare® al fianco di OrtiAlti, vuole sviluppare quanto costruito nel percorso “Co-progettiamo l’aula 3.0”.

L’iniziativa è nata dall’esigenza del liceo “Alessandro Volta” di recuperare il basso fabbricato (attualmente in disuso) presente nel cortile della scuola, per “restituirlo” all’intera comunità scolastica trasformandolo in un’aula aperta a tutte le classi, dove sperimentare pratiche di didattica avanzata, interattiva e collaborativa. Il percorso di A.S.L. progettato da OrtiAlti e SocialFare®, iniziato a Maggio 2016, mira a sviluppare un’esperienza di progettazione interattiva, dove gli studenti al centro del processo, vengono stimolati a pensare la scuola come bene comune, da curare, rigenerare e co-progettare. Obiettivo di questa seconda fase di lavoro è dunque proseguire l’esperienza, co-progettando con gli alunni dell’attuale 4^A un progetto “corale” e identitario di riqualificazione dell’Aula 3.0, e arrivare alla messa online della campagna di crowdfunding che gli studenti stanno costruendo in questi giorni coi progettisti. Per scoprire la costruzione della campagna, le sfide che si porrà e come poter contribuire con il tuo sostegno continua a seguire il blog People Innovation e la pagina facebook di SocialFare®.

Le competenze del team SocialFare®  che possono essere messe al servizio dei percorsi di alternanza vanno dal Social & Systemic design all’architettura, dal business planning alla ricerca antropologica, arrivando fino alla strategia d’impresa e allo storytelling. Queste competenze si traducono nella possibilità di strutturare percorsi dedicati ad ambiti specifici, come nel caso del percorso “Social InnovActors“, dedicato agli studenti della classe III^ indirizzo socio-economico del liceo paritario “Madre Mazzarello” di Torino. In questo caso, ad esempio, il percorso si focalizza sul tema della cultura del cibo e dell’alimentazione (dalla produzione al consumo, fino allo smaltimento), e sarà condotto avvalendosi di una metodologia ibrida che combina strumenti ed aspetti del Design Thinking e Systemic Design che permetterà agli studenti di sviluppare riflessioni e progetti a partire da questo ambito e capaci di rispondere a bisogni e opportunità offerte dal loro contesto scolastico. L’esperienza porterà alla compilazione di un social business canvas e alla presentazione attraverso un pitch.

Sostenibilità Creative | Festival dell’Innovazione Sociale – seconda edizione, Ravenna

SocialFare® partecipa al festival di Sostenibilità Creative 2016, il festival dell’Innovazione Sociale che si terrà a Ravenna dal 23 al 25 settembre, ideato e realizzato da Kirecò Soc Coop Onlus.

Sostenibilità Creative è un evento culturale che, partendo dalle esigenze del territorio, promuove l’innovazione sociale e la sostenibilità ambientale. Soprattutto è un luogo di pensiero dove informarsi, partecipare, condividere, scoprire. Un’occasione per comprendere il valore del contesto socio-territoriale e ambientale in cui si vive, e dare voce a realtà innovative, esplorando insieme le sfide sociali più attuali.

In-Formarsi, Ri-Scoprirsi, Ri-Conoscersi sono le tre parole totem del Festival. Tre modalità di confronto e di approfondimento, per tre giornate con tre format diversi, per un unico obiettivo: indagare e leggere la società al fine di immaginare con coraggio qualcosa al di là del contingente, dove i cittadini sono i protagonisti principali del cambiamento, e riacquistano fiducia, e restituiscono valore e peso alle proprie azioni.

Un’importante occasione per spostare il proprio punto di vista su quello che ci circonda

Nel fittissimo CALENDARIO DI EVENTI E WORKSHOP segnaliamo:

Venerdì 23 Settembre 2016

Per la sezione pomeridiana Innovazione Sociale a Confronto,

l’incontro SEMINARE IL FUTURO:

14.00 Nuovi Modelli Economici per l’Innovazione Sociale
Interverranno:
Benedetto Gui | Economista, Coordina il Dipartimento di Economia e Management di Sophia
Andrea Rapisardi |Economista dello sviluppo, Presidente e socio fondatore di LAMA, Socio fondatore di Impact Hub Firenze
Monica Paolizzi | Service Designer SocialFare® e project manager del programma di accelerazione
Modera: Paolo Campagnano, Presidente Impact Hub Rovereto
15.30 Coffe Break

16,00 Finanza a supporto delle idee: il progetto Ripartire
Utilizzare il microcredito quale nuovo strumento di sviluppo economico e di rilancio dell’occupazione
Saluti istituzionali e presentazione del progetto
16.45 Partner a supporto del progetto
17.00 Casi di successo – i testimonial
Intervengono imprenditori del territorio e nazionali che hanno sviluppato la loro idea imprenditoriale grazie al microcredito
17.30 La parola agli stakeholders
La città ha bisogno di rilanciare la microimprenditorialità? Diamo la parola agli attori del territorio
18.00 Domande e risposte
18.15 Sintesi e chiusura della sessione

Sabato 24 Settembre 2016

Sezione mattutina Innovazione Sociale a confronto,

workshop FARE CULTURA DI INNOVAZIONE (prenotazione obbligatoria)

Realtà di eccellenza a livello nazionale condurranno laboratori su diverse tematiche  legate alla comunicazione e al fare cultura di innovazione sociale. Laboratori di innovazione – 45 minuti per parlare di innovazione nelle imprese.

Design sistemico e innovazione: comprendere la catena di valore delle relazioni

SocialFare® | Centro per l’Innovazione Sociale

a cura di Roberta Destefanis, Systemic Designer e project manager di progetti di Social impact e Monica Paolizzi, Systemic Designer e project manager del programma di accelerazione per start up a impatto sociale di SocialFare®

Il workshop si focalizza sulla metodologia del design sistemico e su come la comprensione delle relazioni attive e passive, prossime e lontane, sia alla base di una visione strategica per costruire ecosistemi di innovazione. La catena di valore delle relazioni interpretata come valore sociale che può generare innovazione e valore economico.

(Prenota qui, e assicurati la possibilità di seguire il workshop!)

Leggi il programma completo

La continuità ci dà le radici.
Il cambiamento ci regala i rami, lasciando a noi la volontà
di estenderli e di farli crescere fino a raggiungere
nuove altezze
.”

Pauline R. Kezer (ex segretario di stato del Connecticut)

Corso di Economia Civile | Intervista a Silvia Vacca

Oggi incontriamo Silvia Vacca, responsabile del corso di Economia Civile di Torino. Nel suo curriculum esperienze importanti nel mondo profit (Olivetti, Siemens, 3, Accenture), e un significativo impegno nel mondo nel no profit.

“Il mio interesse è passato da un lavoro di carattere aziendale a quello per la Scuola.” Ci racconta. “Tutto ciò che ho scoperto nell’ambito profit e in quello no profit trova una sintesi nell’Economia Civile. Questi due mondi non parlano sufficientemente, ma l’economia civile riesce a portare questa doppia sensibilità. Il profit ha caratteri aziendali molto precisi. La mia esperienza ha avuto inizio con Olivetti, dove mi occupavo dei sistemi informativi. Il processo di internazionalizzazione allora in atto nell’azienda mi ha consentito di osservare come modelli aziendali differenti potessero interagire.

Quanto avevo potuto osservare in quel contesto ha trovato un’applicazione pratica nell’organizzazione delle Olimpiadi Invernali del 2006. Di grande importanza allora è stata la collaborazione con un manager civile come Enrico Frascari, per la sua incredibile capacità di coniugare la capacità di far lavorare in gruppo le sue persone e portare a buon fine un progetto complesso.”

“Poi è arrivata l’esperienza della cooperativa Etica del Sole. Alcuni amici, conosciuti durante il volontariato nei campi profughi sloveni, avevano deciso di fondare una cooperativa e volevano coinvolgermi. Avevamo visto gli effetti della guerra, le difficoltà da parte dell’Italia di accogliere i profughi, e ci sembrava necessario intervenire a monte, andando ad agire sul problema di fondo: il carbone, le risorse. Prende forma così l’idea di occuparsi di energia rinnovabile.

E’ allora che entro in contatto con il pensiero dell’Economia Civile. Frequento un master di gestione economica e finanziaria, il cui project work è un business plan. Io scelgo di compilarlo immaginando una Scuola di Economia Civile del Piemonte.”

“Ora a Torino non c’è una scuola ma un corso, collegato alla Scuola di Economia Civile, la scuola fiorentina che ha sede nel Polo Lionello Bonfanti, importante distretto di innovazione in Toscana. La Scuola ha saputo creare un logo riconoscibile, che permette a diverse organizzazioni di riconoscersi in un pensiero unico. Per questo ha senso portare questa esperienza su altri territori.

Il corso di Economia Civile sorge da un’esigenza, espressa a livello territoriale.
La Scuola resta il punto fermo, dove è possibile trovare un corso stabile, su base annuale, di approfondimento dell’Economia civile per chi è interessato. Il corso esprime la capacità della Scuola di intercettare dove, su base territoriale o all’interno delle organizzazioni, nascono esigenze specifiche.”

Nel caso di Torino, AIPEC ha chiesto alla Scuola di attivare un corso. AIPEC è un’associazione di imprenditori, professionisti, aziende che intende porre come valore aggiunto la cultura del dare. Una varietà tra piccole realtà e attività più strutturate che in aula porterà sicuramente stimoli interessanti. Soprattutto perché il desiderio è quello di articolare il corso in base alle reali esigenze dei partecipanti. Per questa ragione stiamo svolgendo dei colloqui conoscitivi.

Il percorso nascerà da questo dialogo. In programma ci sono già molti momenti di riflessione e studio sull’economia civile come paradigma di pensiero, capace di offrire un orientamento per rispondere e proporre soluzioni costruttive alle sfide poste dai tempi di crisi che affrontiamo.

Non si tratterà solo di confronti teorici: sono previste anche testimonianze di attori attivi sul territorio. Persone come Laura Orestano (CEO di SocialFare) impegnata nel ridisegnare i valori della finanza, o Marco Cabassi che ha reso la sua Società Immobiliare uno strumento di cura del territorio.”

“A chi si avvicina all’Economia Civile provenendo dal mondo profit il corso vuole dare un orientamento per stare nel mercato e guadagnare creando valore aggiunto. Per chi invece è legato all’ambito no profit è importante imparare a dialogare con nuovi interlocutori, e assumere che non è più plausibile pensare ai finanziamenti del mondo pubblico come unica fonte di sostentamento.

La formazione economica è imprescindibile. I soggetti devono imparare a cooperare. Le imprese sociali, in particolar modo, hanno la responsabilità di portare avanti i propri valori con sostenibilità, efficienza, e di eliminare gli sprechi.”

“L’Economia Civile è un bel modello per conoscere le esperienze che esistono già. L’obiettivo è quello di creare un linguaggio comune di convergenza, sapendo ricondurre su un piano economico i progetti di impostazione più prettamente sociale e di mostrare contemporaneamente le ricadute economiche e politiche dei valori promossi.”

“Un percorso che consente di superare la dicotomia tra il mondo profit e no profit, spostando il tema dal profitto alla rendita. Questo spostamento potrebbe aiutare la finanza ad uscire dalla trappola della speculazione.”

Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti

 Da sabato 21 Novembre ha il via in tutta Europa la settima edizione della SERR – Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti (European Week for Waste Reduction). L’iniziativa mira a coinvolgere attivamente cittadini, istituzioni e imprese in azioni per sviluppare la consapevolezza rispetto alle risorse sostenibili e alla gestione dei rifiuti.

L’Italia nell’ambito della prevenzione dei rifiuti si riconferma una delle nazioni più attive: per il 2015 sono 5.286 le azioni approvate nel nostro Paese. Il maggior numero delle quali è promosso dalla Lombardia (19%), seguita a stretto giro da Piemonte e Veneto (10%), seguite da Lazio (9%), Campania ed Emilia Romagna (8%).

 

Tra gli action developer, in testa le Pubbliche Amministrazioni (42,5%), ma non mancano le Associazioni (27%), Scuole (13%) e i Cittadini (8%). Molto attive si rivelano anche le imprese, con una presenza del 13% tra i promotori di azioni. Tra di loro anche i grandi player come Simply Market e Auchan, che in ogni punto vendita sensibilizzeranno i clienti tramite un’applicazione dedicata all’alimentazione consapevole e una campagna di informazione sui led; o l’iniziativa del Gruppo Leotron focalizzata sulla dematerializzazione dei documenti cartacei, che coinvolgerà i suoi Baby Bazar e Mercatopoli. Anche Intesa San Paolo annuncia attività in tutte le sue filiali.

Proprio questo è il tema della settima edizione, intitolata la Dematerializzazione: fare di più con meno! Dematerializzare vuol dire usare meno materiali (o nessun materiale) per fornire all’utente lo stesso livello di funzionalità. Due le strade proposte: passare dai prodotti ai servizi, oppure migliorare l’utilizzo dei materiali. Per questa ragione si la dematerializzazione è da intendersi in senso lato, estendendo il concetto all’eliminazione (o all’alleggerimento) di un imballaggio o al riutilizzo di un bene.

Le azioni all’interno del SERR vengono principalmente inaugurate e concluse nell’arco della settimana, ma accade sempre più spesso che trovino visibilità all’interno della Settimana anche iniziative strutturate, avviate da mesi o addirittura da anni da importanti soggetti dell’imprenditoria o del mondo delle istituzioni. Ne è esempio l’Eco-School degli Artigianelli.

Al Collegio Artigianelli, in corso Palestro 14giovedì 26 novembre sarà inaugurato ufficialmente il progetto gli Artigiani Digitali, presso il Laboratorio Bar.  L’attività prevede la riparazione di elettrodomestici e accessori elettronici, offrendo per l’occasione un buon caffè a tutti coloro che porteranno oggetti guasti da aggiustare. Il progetto è una declinazione innovativa del percorso che Engim Torino-Artigianelli ha intrapreso tempo fa nella sensibilizzazione del proprio pubblico verso l’ambiente e lo sviluppo sostenibile.

Dal 2010, infatti, Engim Torino-Artigianelli è Eco-School, prima agenzia di formazione professionale in Italia ad ottenere il prestigioso riconoscimento internazionale. Attualmente partecipano al progetto Eco–School 43 paesi, 27.000 scuole, 6 milioni di studenti, 400.000 insegnanti e 4.000 amministrazioni locali.

FATTI RIGENERARE DAL REPAIR CAFE’ DI ARTIGIANI DIGITALI!
Il 26 Novembre dalle 15 alle 18 presso il Collegio Artigianelli in corso Palestro 14 (Torino).

 Per informazioni rivolgersi a Alketa Elezi, formatrice di scienze e referente progetto Eco-School, telefonando al 0115622188; oppure scrivere all’Engim Artigianelli all’indirizzo torino.engim.it.

Educare alla responsabilità sociale, ambientale e culturale di impresa| Buone pratiche all’Istituto Eugenio Bona

La cultura della responsabilità sociale di impresa ha iniziato a prendere forma nel 1968, nella teoria della Scomposizione dei parametri ideata da Giancarlo Pallavicini, che mise in relazione il calcolo dei risultati dell’attività aziendale con istanze non (direttamente) economiche, quali l’etica, la morale, la società e la cultura. Anche se la più nota teorizzazione a riguardo è considerata quella di Robert Edward Freeman, che nel 1984 dichiarava nella sua opera Strategic Managment: a Stakeholder Approach che l’attività di un organizzazione aziendale deve garantire un minimum prestazionale a tutti i portatori di interesse (stakeholder quali gli azionisti, i clienti, i dipendenti, i fornitori, la comunità con cui l’organizzazione interagisce).

La Responsabilità sociale d’impresa (nella letteratura anglosassone corporate social responsibility, CSR) è, nel gergo economico e finanziario, l’ambito riguardante le implicazioni di natura etica all’interno della visione strategica d’impresa: è una manifestazione della volontà delle grandi, piccole e medie imprese di gestire efficacemente le problematiche d’impatto sociale ed etico al loro interno e nelle zone di attività. L’Unione Europea nel Libro Verde del 2001 definiva la Responsabilità Sociale d’Impresa come una azione volontaria, ovvero come: integrazione volontaria delle preoccupazioni sociali ed ecologiche delle imprese nelle loro operazioni commerciali e nei loro rapporti con le parti interessate.

Con la nuova comunicazione del 25 ottobre 2011 (n. 681), la Commissione Europea, dopo dieci anni, riesamina e supera la nozione espressa nel precedente Libro Verde e offre una nuova definizione di CSR:

(EN)« The responsibility of enterprises for their impacts on society. » (IT)« La responsabilità delle imprese per il loro impatto sulla società. »

 

La nuova impostazione apporta significative novità alla complessa discussione intorno al tema, riducendo il peso di un approccio soggettivo delle imprese (imputabile all’approccio legato alla teoria degli Stakeholder) e richiede maggiore adesione ai principi promossi dalle organizzazioni internazionali come l‘OCSE e l’ONU (ed Agenzie come l’ILO). Come si vedrà, tale spostamento del focus, è un’importante innovazione e ricalca una posizione storicamente promossa dall’agenzia di rating etici Standard Ethics di Bruxelles, vicino agli ambienti europei. La nuova impostazione è sicuramente destinata a modificare profondamente gli orientamenti sin qui seguiti.
Educare a una visione responsabile e sostenibile dell’impresa oggi è urgente più che mai, per questo segnaliamo con entusiasmo l’attività dellistituto di Istruzione Superiore Eugenio Bona (Biella) che in occasione del 102° anniversario dalla sua fondazione, ci ha coinvolto nella prima edizione del corso base di Strategia, Gestione e Rendicontazione Sociale.  Il corso sarà riservato ai docenti e agli alunni meritevoli delle classi quarte e quinte, e sarà consentita la partecipazione agli ex docenti e ai dottori commercialisti che vorranno iscriversi.

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Il corso si articolerà in 3 lezioni, così strutturate:

// Lezione n. 1 | Lo sviluppo sostenibile e la responsabilità delle imprese, ore 16:00 -18:30 mercoledì 11 novembre 2015, Aula Magna.

Grace De Girolamo – Unioncamere Piemonte

Roberto Ramasco – Fondazione Sodalitas

Annalisa Zanni – Fondazione Fila Museum

Armona Pistoletto – Cittadellarte – Fondazione Pistoletto Onlus

 

// Evento Collaterale | Sostenibilità = Competitività ,ore 18:30 venerdì 13 novembre 2015, Aula Magna. Incontro con Enrico Botto Poala, Successori Reda spa.

 

// Lezione n. 2 | La relazione con gli interlocutori e la strategia sociale,  ore 16:00 – 18:30 mercoledì 25 novembre 2015, Aula Magna.

Giacomo Ghidelli – Koinètica srl

Anna Zegna – Fondazione Zegna

Claudio Musiari – Banca Sella spa

 

// Lezione n. 3 |Le buone pratiche di progetto, processo e di prodotto, ore 16:00 – 18:30 mercoledì 9 dicembre 2015, Aula Magna.

Andrea Loro Piana – Falpi srl

Enrico De Luca – Viaggi e Miraggi soc. coop. soc.

Roberta Destefanis e Monica Paolizzi – SocialFare srl

Stefano Mosca – Associazione 015 Biella.

Digital Urbanism | semi di Eden (Energy Data ENgagement)

Internet smetterà di essere il protagonista della nostra evoluzione tecnologica. Lo ha affermato Erich Schmidt al World Economic Forum 2015. L’executive chairman di Google ritiene, infatti, che la rete sarà completamente assorbita  da tutto ciò che ci circonda e, metabolizzata dalla nostra società, arriverà a far parte di essa in modo definitivo. A innescare questo processo l’internet delle cose (Internet of Things-IoT), ovvero l’estensione per cui i nostri oggetti acquisiscono intellingenza comunicando dati su se stessi e sull’ambiente che li circonda.

//Internet of Things

L’analisi di Schmidt sull’IoT trova conferma nei dati di una recente ricerca di mercato condotta da Gartner secondo cui entro il 2020 questa rivoluzione arriverà a coprire oltre 26 miliardi di dispositivi connessi. Un numero di gran lunga superiore a quello attuale di smartphone, tablet e pc: l’Internet of Things avrà un impatto sulla società superiore a quello che ha avuto internet stessa.

Sempre Gartner, compagnia leader nella ricerca sull’informazione tecnologica e nella consulenza, dichiara in un report dedicato  che le persone stesse diventeranno “nodi” di internet, producendo sia dati statici che un sistema costante di attività capaci di generare informazioni.

In quest’ottica rispetto all’IoT le città sono leggibili come microcosmi che beneficiano della connesione tra persone, processi, dati e cose. L’evoluzione del concetto di “Smart City” negli anni è stata soggetta a numerosi rielaborazioni, ma una parte è rimasta sempre costante: la parte relativa alla dimensione “smart” è sempre stata connessa con la tecnologia delle informazioni e della comunicazione e internet per rispondere alle sfide urbane. La sfida che ora sorge per progettisti, architetti e urbanisti è ilDigital Urbanism”.

//Efficienza Energetica

Oltre alle sfide legate al passato l’IoT diventa strumento fondamentale anche per il miglioramento di ciò che esiste, come ad esempio nei processi di efficientamento energetico degli edifici pubblici. La Direttiva europea 2002/91/CE, fonte di tutta la recente legislazione in materia di rendimento energetico nell’edilizia, sottolinea che “l’energia impiegata nel settore  residenziale e terziario, composto per la maggior parte di edifici, rappresenta oltre il 40% del consumo finale di energia della Comunità; in questo contesto, gli edifici pubblici   costituiscono   un   considerevole   patrimonio   edilizio   sul   quale   poter intraprendere iniziative di miglioramento del rendimento e di efficienza energetica.

Il modello consolidato di produzione centralizzata di energia elettrica va trasformandosi in quello più articolato e avanzato, sia dal punto di vista tecnologico che gestionale, di generazione distribuita. Tale evoluzione suggerisce un nuovo paradigma per la produzione e distribuzione di energia che vede energia e informazioni veicolate su rete attiva, secondo un modello internet-like, con interazione continua tra produttori e consumatori e scambio costante di informazioni sui flussi di energia prodotta e la richiesta del momento.

Le nuove tecnologie offrono agli obbiettivi di efficenza energetica strumenti rivoluzionari. Di particolare interesse il sistema di smart metering : sistema di controllo basato su reti di sensori (wireless, Pic, RS485) per il monitoraggio in tempo reale dei consumi di luce, gas e acqua. La possibilità di monitorare i consumi con una cadenza molto più serrata che in passato (si passa dai dati della bolletta mensile alle informazioni prodotte ogni ora dagli smart meters) offre opportunità interessanti sia per i consumatori che per i produttori. Ma la massa di dati prodotti non sempre è leggibile. La sfida degli open data, infatti, è aperta.

Ma i cittadini sono pronti ad utilizzare questi strumenti?

//EDEN_Energy Data ENgagement

L’abilitazione al cambiamento trova idealmente sponda nell’educazione ma la scuola fatica ad accogliere le istanze tecnologiche sottese a questi processi. Alcuni esperimenti iniziano a prendere piede, come EDEN_Energy Data ENgagement. Progetto di IREN che nasce dall’idea di utilizzare il paradigma dell’Internet delle Cose per favorire una consapevolezza diffusa sui consumi energetici all’interno delle scuole.


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Il progetto ha coinvolto 3 scuole del quartiere Campidoglio della Città di Torino (Scuola Elementare Gambaro, Scuole Medie Nigra e De Sanctis). In alcune classi, o luogo significativi per la socialità sono stati posizionati dei sensori (in maggioranza rilevatori di parametri termici) distribuiti e connessi a internet. Questi smart meters sono stati integrati a una serie di strumenti di controllo dei dati raccolti (app, siti internet, cruscotti digitali di analisi e gestione dei dati), la cui osservazione permette di elaborare strategie di divulgazione e comunicazione che rendano gli utenti capaci di compiere scelte energetiche razionali e improntate alla riduzione dei consumi.

 

SocialFare® | Centro per l’Innovazione ha contribuito allo sviluppo di una social platform digitale studiata per l’engagement che, dando visibilità e significato a dati raccolti da sensori collocati negli istituti scolastici e in altri edifici e luoghi pubblici, potesse generare consapevolezza e stimoli comportamenti sostenibili negli studenti e, attraverso loro, nella cerchia più ampia di famiglie e cittadini. Il progetto intende sviluppare un sistema di raccolta, rappresentazione e condivisione di informazioni a soggetti diversi (Energy Manager, Studente, Stakeholder), rendendo accessibili e trasparenti i dati afferenti alle “cose” che ci circondano e stimolando l’implementazione di azioni e progetti di efficienza energetica. 

Al termine del progetto, conclusosi a luglio del 2015, è stato prodotta una valutazione dell’impatto sociale generato, rendendo evidente:

– l’importanza centrale degli insegnanti come mediatori di diffusione di consapevolezza e acquisizione di buone pratiche;

– l’importanza del gaming nell’engagement degli studenti;

– le potenzialità di diffusione connesse al ruolo degli studenti all’interno dell’ecosistema scuola-famiglie-quartiere.

La valutazione d’impatto ha coperto tutta la durata del progetto, prevedendo:

//in fase preliminare i rilievi olistici di contesto per evidenziare le specificità delle tre scuole e per studiare le condizioni “ambientali” in cui il progetto veniva realizzato.  

//In fase di implementazione alcuni nostri progettisti hanno proposto laboratori living-lab sia ai docenti che agli studenti con la finalità di co-progettazione la social-platform. L’indagine a chiusura del progetto ha previsto, accanto ad alcune interviste semi-strutturate, la somministrazione di sondaggi on-line ai docenti, e questionari in versione cartacea per  raggiungere studenti e famiglie.

//A chiusura del progetto gli esiti delle nostre ricerche sono stati formalizzati attraverso una data visualization, che ha rappresentato l’impatto sociale generato come una goccia capace di propagarsi attraverso le diverse cerchie coinvolte a seconda dell’estensione degli stakeholder raggiunti.

Il progetto ha vinto il premio SMAU per le Smart Communities.

 

“Sipari sociali”, il palcoscenico come metafora di vita

Venerdì 16 maggio alle 20 e sabato 17 alle 17 si alza il sipario su un’iniziativa tutta torinese dove arte ed educazione si incontrano nel solco scavato dalla lunga tradizione di accoglienza e di sperimentazione sociale che caratterizza il territorio piemontese. Un connubio efficace e innovativo che si è tradotto in un progetto realizzato dalla Congregazione dei Giuseppini del Murialdo – che attraverso le strutture e le attività di Comunità Murialdo Piemonte  esprime la sua mission di essere accanto ai minori e ai giovani, soprattutto quelli in difficoltà – in collaborazione con il Teatro Regio.

Così, 70 ragazzi si esibiranno sul palco del teatro Piccolo Regio di Torino a conclusione di un percorso già sperimentato lo scorso anno con successo. Successo che ha portato, in questa seconda edizione, a un maggior coinvolgimento di partner pubblici e privati e di enti finanziatori: si è dunque creata una rete a sostegno di un’azione la cui doppia valenza sociale e culturale rappresenta un’importante occasione di arricchimento del territorio.

ADESIVO QUADRATO PICCOLO_Sipari Sociali-01Il progetto “Sipari sociali” nasce nel 2012 dall’esperienza di alcuni laboratori teatrali rivolti a bambini e ragazzi tra gli 8 e i 17 anni, con particolare attenzione a quelli con situazioni di fragilità sociale e familiare, nell’ambito dell’iniziativa del Teatro Regio “La scuola all’Opera”. A seguito di quest’esperienza, il desiderio dei ragazzi di essere protagonisti e di andare in scena con uno spettacolo vero e proprio ha spinto gli enti organizzatori a far evolvere l’iniziativa, allargando la partnership e ampliando il programma.

Ecco allora che nel 2013 va in scena “Aiutiamo Sam!”, spettacolo in un atto, eseguito con cori tratti da “Il piccolo spazzacamino” di Benjamin Britten. Le virtù dell’infanzia – senso dell’amicizia, coraggio, innocenza, amore per la vita – sono state al centro di un’interpretazione che ha coinvolto emotivamente i giovani attori. Un’esperienza di formazione e crescita personale, di partecipazione attiva a un progetto che sin da subito ha puntato sulla qualità della proposta. I ragazzi sono stati accompagnati, infatti, da oltre una decina di professionisti tra artisti, educatori e tecnici. Un team che per diversi mesi ha lavorato con i ragazzi all’insegna “dell’ascolto, della condivisione, della scoperta di nuovi canali espressivi e di un senso di appartenenza a una comunità che accoglie le diversità, le difficoltà del crescere e le unicità di ciascuno”. E’ questa la mission di “Sipari Sociali”.

La seconda edizione del progetto porterà in scena venerdì 16 e sabato 17 maggio prossimi “L’Elisir del Teatro”, liberamente tratto da “L’elisir d’amore” di Gaetano Donizetti. Le vicende di un giovane timido e impacciato ma pieno d’amore accendono i riflettori sulle difficoltà della crescita e di inserimento sociale. Difficoltà che tutti gli adolescenti, e non solo quelli più “fragili”, incontrano. Di qui l’importanza e la scelta di coinvolgere ragazzi provenienti dai più diversi contesti, accomunati dal bisogno di trovare ognuno il proprio canale attraverso cui esprimere le emozioni.

prove-2014_2_mini1Tra le scuole coinvolte quest’anno, il liceo artistico Aldo Passoni, che ospita anche classi dell’indirizzo “Disegno di Moda e Costume”. “Per il laboratorio di scenografia, più tecnico, abbiamo sfruttato l’interesse e le competenze di questi ragazzi – spiega Maria Elena Aimo, coordinatrice della parte educativa del progetto per conto di Comunità Murialdo Piemonte – Per loro è anche un’occasione di arricchimento formativo”.

prove-2014_6_mini3-290x280Recitazione, espressione corporea, musica orchestrale e coro sono gli altri laboratori. In una prima fase del percorso i ragazzi possono sperimentarli tutti, per poi seguirne uno in particolare in base alle preferenze e alle attitudini. I lavori svolti dai diversi gruppi vengono infine messi insieme per allestire lo spettacolo finale.

Ma c’è un altro momento che chiude il percorso avviato: quello della rielaborazione dell’esperienza, insieme con gli educatori. “Vengono fuori tante emozioni e relazioni – continua Maria Elena Aimo – I ragazzi sono aiutati a dare un senso a questa esperienza. Ciò che hanno provato e imparato su quel palco farà parte del loro bagaglio di vita: sicurezza, capacità di presentarsi, di stare in relazione con sé e con gli altri, anche di fronte al pubblico. L’anno scorso è emersa la dimensione del gruppo, i ragazzi hanno dato molto valore al fatto di conoscere altre persone e la vita del teatro. Ogni gruppo ha fatto la sua parte, ma poi mettere tutto insieme è stato un momento entusiasmante: anche le parti più piccole e il lavoro dietro le quinte assumevano valore, ogni ruolo si rivelava indispensabile”.

Non sono mancate le difficoltà, prevalentemente legate al fatto che il progetto è impegnativo, soprattutto nell’ultima fase che richiede più tempo da dedicare alle prove. I ragazzi devono conciliare questa attività con la scuola e i loro impegni abituali. “La serietà, la qualità del percorso teatrale sono sottolineati dall’impostazione professionale  –  dice ancora la coordinatrice educativa – La regista, abituata a lavorare con grandi artisti, fa una richiesta importante ai ragazzi. L’intento è offrire un’opportunità agli adolescenti, a tutti, non solo a quelli più fragili. Anche per gli educatori è un’esperienza importante: devono lavorare su materiale vivo, aiutando a fare ordine, dare senso, armonizzare”.

aiutiamo SAM_03Gli obiettivi di “Sipari sociali” sono ambiziosi: creare partnership con altri teatri, creare un network italiano/europeo, rendere il progetto un modello replicabile… “Questo in futuro – conclude Maria Elena Aimo –  Per quest’anno vorremmo riuscire ad attivare almeno una borsa di studio nelle discipline sperimentate per premiare l’impegno dei ragazzi e permettere ad alcuni di loro di coltivare un sogno e generare un talento”.